Fonte: Huffington Post

Mi rendo conto di rischiare la squallida retorica, ma quando scompaiono attori come Peter Graves hai l'impressione che sia morto qualcuno che conoscevi personalmente. La causa del decesso è un infarto che lo ha colpito davanti alla sua casa di fronte alla moglie e ai figli e a nulla sono valsi i tentativi di salvarlo. Questa settimana avrebbe compiuto 84 anni. Graves si fece notare nel 1953 grazie al capolavoro bellico di Billy Wilder Stalag 17, decisamente una delle pellicole più convincenti mai realizzate sulla guerra e i campi di prigionia.

Il 1955 è stato un anno fondamentale per lui, grazie alla partecipazione a Wichita di Jacques Tourneur e al seminale film La morte corre sul fiume di Charles Laughton. In quell'anno, inizia anche a essere protagonista della serie televisiva Furia, che gli darà un grande popolarità. E sarà ancora il piccolo schermo a renderlo un volto notissimo, grazie a Mission impossibile e al ruolo di James Phelps dal 1967 al 1973.

Ma per la mia generazione, non c'è assolutamente dubbio che il ruolo indimenticabile di Peter Graves sia quello del pilota de L'aereo più pazzo del mondo (1980) e del sequel L'aereo più pazzo del mondo… sempre più pazzo (1982). Dagli anni ottanta in poi, il suo talento non è stato ben sfruttato, se non in partecipazioni a prodotti televisivi come Venti di guerra, Fantasilandia, La signora in giallo, Dr. House – Medical Division, Cold Case, Settimo cielo e American Dad, mentre i 35 episodi de Il ritorno di missione impossibile erano ovviamente il tentativo di rilanciare la celebre serie.

Speriamo che, ovunque sia andato, trasmettano i film dei gladiatori e ci siano le montagne russe…

 

 

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