In un’intervista con The Hollywood Reporter, Jonathan Wang, produttore di Everything Everywhere All at Once (LEGGI LA RECENSIONE) ha avuto modo di riflettere sulla ricezione del film e raccontare alcuni aneddoti. Vi riportiamo le principali curiosità emerse.

Everything Everywhere mette al centro della storia una famiglia di immigrati cinesi negli Stati Uniti, aspetto che ha colpito molto il pubblico asiatico:

Questa trama ha davvero toccato una corda culturale. La reazione che abbiamo avuto dai membri del pubblico asiatico, soprattutto dai membri asiatici queer, significa molto per queste persone. Perché hanno dovuto fare coming out con i loro genitori molte volte. Devono continuare a dire ai loro genitori: “Sono gay”. Non è che i genitori asiatici non vogliano accettarlo, ma sanno quanto sia difficile esistere in America come immigrati. Sanno quanto sia difficile fare soldi, ed è per questo che vogliono imporre ai loro figli queste cose che assicurano l’assimilazione e il successo. Ecco perché si sente parlare di genitori cinesi che spingono i loro figli a diventare dottori, avvocati, ecc. Questo film li aiuta ad articolare questo e li aiuta a vedere i loro genitori, e aiuta anche i genitori a vedere i loro figli. Sentire tutte queste storie di famiglie che si ricongiungono, o di bambini che per la prima volta riescono ad avere conversazioni significative con i loro genitori, è la cosa per cui possiamo morire felici, sapendo che siamo riusciti a dare una mano nel nostro piccolo.

Il film è dedicato ad Alexander Wang, padre del produttore, figura di riferimento per un elemento della storia in particolare:

Racacooonie è ispirato a mio padre. È noto che era lui storpiare sempre i titoli dei film. Quando era vivo non ci pensavo, ma ogni volta che aveva del tempo libero guardava un film. Guardava Turner Classic Movies [rete televisiva a pagamento che proponeva soprattutto film di proprietà della Warner Bros] come Il Padrino. Ricordo di aver guardato con lui Il principe cerca moglie. Non si trattava solo di film di alto livello, ma anche di film di basso livello, tutta la gamma. E lui non faceva altro che snocciolare i titoli. Voleva andare a vedere un film di James Bond, GoldenEye con Pierce Brosnan, e mi disse: “Andiamo a vedere Double Seven“. Ha detto Shookie Hookie per Sherlock Holmes, e Outside Good People Shooting per Good Will Hunting (titolo originale di Wiil Hunting – Genio ribelle). Era una sua caratteristica e I Daniels [registi del film] conoscevano questa storiella su mio padre. Quando scrissero la prima bozza, quella storiella su Lavatouille era già presente, quasi dal primo giorno, e non è mai andata via. Lo stesso vale per le mani con gli hotdog. Quei momenti strani, che non dovrebbero essere buoni ma che si rivelano buoni, sono la specialità de I Daniels, e ogni volta che si sente dire: “Questo non dovrebbe esistere, questo non dovrebbe essere buono“, è il momento in cui sono più ispirati.

Il produttore infine rivela qual è stato, tra i tanti universi mostrati dal film, quello più complicato da portare sullo schermo:

Le riprese più impegnative sono state quelle dell’universo della roccia, anche se non ci sono attori, perché abbiamo dovuto guidare fino al deserto. Larkin [Seiple, il direttore della fotografia] voleva davvero trovare questa location, che si è rivelata essere il luogo in cui ha chiesto la mano a sua moglie, Emma. Siamo dovuti andare ad Anza-Borrego Springs in piena estate, nel bel mezzo del COVID, e dovevamo indossare maschere e protezioni e c’erano 43 o 45 gradi. Dovevo tenere due ombrelli sopra la macchina da presa per evitare che si surriscaldasse e i nostri camion si sono quasi bloccati. Quindi è stato difficile da realizzare.

Uscito nelle sale americane a fine marzo, Everything Everywhere All At Once ha raggiunto i 100 milioni di dollari al botteghino, diventando il titolo col maggiore incasso della A24. In Italia è invece arrivato lo scorso 6 ottobre ed è tornato nei cinema il 2 febbraio. Il film ha ottenuto in totale 11 nomination agli Oscar, tra cui quella per il miglior film, miglior regia (Daniels), la miglior attrice (Michelle Yeoh), la miglior attrice non protagonista (Jamie Lee Curtis e Stephanie Hsu). Trovate tutte le informazioni nella nostra scheda.

Cosa ne pensate degli aneddoti del produttore di Everything Everywhere All at Once? Lasciate un commento!

FONTE: THR

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