Fonte: Badtaste.it

Possiamo spiegare rapidamente l'attività della FAPAV a chi non vi conosce?
Si potrebbe pensare che il nostro lavoro sia iniziato recentemente, ma in realtà è dal 1988 che esistiamo, quando ancora non c'erano Internet e i download. A quel tempo, il vero problema erano le vhs contraffatte. Col tempo, ci siamo allargati coinvolgendo sempre più aziende, fino ad arrivare alla crescita forte di Internet e dello streaming, diventando allo stesso tempo un punto di riferimento per il nostro mondo.

In questo momento, su cosa vi concentrate?
Pensiamo che gli operatori telefonici abbiano giocato molto sull'idea che le connessioni rapide servano a trovare illegalmente questo tipo di materiale, con certe campagne in cui si dicevano cose come "scarica tutta la musica e i film che vuoi". D'altronde, un'offerta legale inizia ad arrivare solo adesso, quindi è evidente che in quel momento non si potevano riferire a qualcosa di lecito. Pensiamo quindi che sia loro dovere sostenere le nostre proposte.

A questo proposito, auspicate una legislazione italiana sul modello francese?
Per prima cosa, vorrei specificare un punto. Molti mass media hanno scritto delle baggianate, parlando di fallimento della Hadopi. Il punto è che la legge è diventata operativa da poco tempo e quindi fino ad adesso era impossibile giudicarne i risultati, ma purtroppo molta gente capisce poco di questo argomento. I primi dati, peraltro, parlano di una forte diminuzione dei download.

Ma il problema non è che questo alla fine produrrà qualche migliaio di capri espiatori ogni anno, mentre la massa continuerà a scaricare materiale illegale, magari con sistemi non punibili dalle leggi? E mi pare che sia normale, quando vengono approvate certe leggi, una diminuzione dei download nei primi tempi, che poi rientra successivamente…
Noi puntiamo a far rientrare queste attività in un ambito di normalità. Sappiamo bene che il download illegale non potrà mai essere eliminato completamente, ma crediamo che una legge simile responsabilizzerebbe le persone, in particolare i ragazzi che vivono con i genitori, a cui ovviamente è intestata la linea telefonica. In questo modo, si può sperare che sempre più persone siano convinte a passare all'attività legale, che ormai con siti come iTunes esiste anche in Italia. D'altronde, non è solo un problema di industria e di dirigenti, come vuol far credere qualcuno, ma di tanta 'manovalanza', di operatori e artisti che vivono di queste attività. Qui ci sono 250.000 posti di lavoro in ballo e se chi investe nell'audiovisivo non ottiene un adeguato ritorno questi sono a rischio, così come il futuro delle nuove generazioni. D'altronde, chi investe sa che alcune cose andranno bene e altre male, ma se quelle che funzionano non ottengono i ricavi sperati, soffriamo tutti. Intanto, stanno già cambiando i modelli industriali e contrattuali, per cui adesso chi gestisce un artista lo fa sempre di più a 360 gradi, in modo da sopperire alle perdite dei supporti fisici.

Ma non pensate che abbassando i prezzi di certi prodotti, come la musica in catalogo, si riuscirebbe a vendere di più e quindi a ridurre la pirateria?
Sono state fatte delle operazioni a basso costo per verificare la funzionalità delle stesse e si è notato che i miglioramenti non erano significativi. E' il segnale che, comunque, un certo tipo di pubblico si è abituato a non pagare e quindi comunque preferirà scaricarsi questi prodotti, mentre invece rimane una nicchia che ama comprare i prodotti originali e per cui vengono fatte le rimasterizzazioni. Basta pensare ai Beatles, che hanno risollevato da soli le sorti della Emi.

Comunque, cosa pensa degli errori fatti dall'industria discografica, che per anni ha combattuto chi scaricava a livello legale, ottenendo spesso solo una pessima pubblicità?
Io parlo a titolo personale e posso dire che provenendo proprio da quel settore, non c'è dubbio che siano stati commessi tanti errori e ci siano grosse responsabilità. Per esempio, mi ricordo di aver sempre spinto perché uscissero delle versioni ufficiali dei concerti, per cui magari i fan provvedevano da soli con i bootleg. Non ritengo che quella fosse pirateria, ma che anzi l'industria dovesse soddisfare quella domanda da parte degli appassionati. Purtroppo, non è stato fatto. Adesso, avremmo bisogno di una maggiore coesione, ma il fatto è che le idee sono confuse e talvolta anche contraddittorie tra chi dovrebbe gestire questa materia. In effetti, noi dovremmo lavorare sulla prevenzione, mentre invece spesso ci si è preoccupati quando i buoi erano già scappati dalla stalla.

E per quanto riguarda il futuro delle videoteche, non pensate che sia un modello ormai superato?
E' ovvio che il futuro è su Internet, sia per quanto riguarda lo scaricamento legale dei contenuti, che l'acquisto delle copie fisiche degli stessi. D'altronde, la comodità di questo sistema è indiscutibile. Sicuramente i dvd si vendono di meno, ma soprattutto nel caso del noleggio non credo che il problema sia solo la pirateria. La flessione è anche dovuta alla enorme offerta in televisione e a quello che si può vedere con Sky. D'altronde, MySky funziona quasi come una videoteca, permettendoti di avere a disposizione quello che vuoi negli orari preferiti. 

Cosa pensa dell'attuale struttura delle window?
Anche qui, a titolo personale posso dire che condivido assolutamente la riduzione delle window. Anzi, auspico anche un futuro in cui i film escano in day and date su tutti i formati, così che chi lo vuole vedere su Internet o sullo schermo di casa lo possa fare a livello legale. In effetti, è un discorso vecchio, ma un grosso problema per noi sono i film che escono in forte ritardo rispetto agli Stati Uniti e che ovviamente sono disponibili da tempo su Internet. Ovviamente, è difficile mettere d'accordo tutti e far cambiare la mentalità, mentre invece si punta a conservare lo status quo.

Che iniziative prenderete nei prossimi mesi?
A gennaio, presenteremo una ricerca Ipsos molto importante sulla pirateria e in generale sui consumi legati all'audiovisivo. E' l'occasione per monitorare la situazione nel nostro Paese, in cui stanno diminuendo i download a favore dei prodotti mostrati illegalmente in streaming. Ma affronteremo anche l'incidenza della televisione e dell'HD sui consumi.

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