Un rapporto molto stretto quello che lega lo stivale a Frankenstein Junior, il capolavoro di Mel Brooks ispirato al filone dei mostri classici della Universal, e, in particolare, alla pellicola di James Whale con la Creatura resa immortale da Boris Karloff. Basti pensare che qualche anno fa, caso più unico che raro, solo il mercato home video italiano è stato deliziato da una splendida gift-edition contenente una pioggia di gadget.

Ed è in concomitanza alla re-release del film in Blu-Ray – di cui vi abbiamo parlato qua con la nostra “dichiarazione d’amore” – che è stata data particolare attenzione al nuovo tour di Frankenstein Junior Il Musical, lo spettacolo della Compagnia della Rancia il cui viaggio è partito lo scorso novembre e terminerà a marzo.

Una responsabilità non da poco per la compagnia di produzione fondata nel 1983 in quel di Tolentino da Saverio Marconi: negli Stati Uniti la commedia musicale basata sul lungometraggio di Brooks è stata in scena per ben 485 repliche all’Hilton Theatre di Broadway fra il 2007 e il 2009.

Eppure, come puntualizza Marconi (via Facebook):

Quando abbiamo ottenuto i diritti di The Producers Mel Brooks ha supervisionato ogni dettaglio della produzione, fino all’ultimo dei bozzetti dei costumi. Questa volta abbiamo avuto carta bianca: la fiducia che ci è stata data è un grande incoraggiamento per noi per questa edizione originale tutta italiana.

Grazie alla 20Th Century Fox, alla Compagnia della Rancia e al Teatro Stabile delle Marche abbiamo avuto modo di partecipare alla data del 22 dicembre presso il Teatro delle Muse di Ancona.

Lo show si propone, allo stesso tempo, come un adattamento, un omaggio e un ampliamento della storia universalmente nota di Frankenstein Junior. Alcune scene propongono delle variazioni rispetto alla pellicola: a prescindere dagli attimi musical abbiamo uno svolgimento in differenti location o, magari, un ampliamento narrativo (come ad esempio durante il prologo o nel passaggio de “il destino è quel che è!” in cui il Dr. Frankenstein ha un incubo). Per un elenco delle differenze film/musical potete leggere l’apposita sezione su Wikipedia che fa però riferimento alla versione in lingua inglese.

Nel complesso, tutti i tormentoni indimenticabili dell’adattamento dei dialoghi curato, illo tempore, da Mario Maldesi rispondono all’appello. Ed è questa una delle, svariate, note positive del musical: tutto si pone in maniera ossequiosa sia verso l’opera in sé sia verso il doppiaggio italiano capace di riadattare in maniera oltremodo sagace giochi di parole come “There wolf, there castle”.

Senza stare a disquisire ora sulla liceità di trasporre in un altro idioma un’opera frutto dell’ingegno artistico partorita in una lingua differente dalla nostra, un cult come Frankenstein Junior deve buona parte del suo successo in Italia proprio a un’interpretazione e un adattamento della sceneggiatura capace di trasmettere tutto il senso dell’umorismo yiddish dello script di Gene Wilder e Mel Brooks.

E se alcuni degli interpreti recitano con una cadenza molto simile a quella dei doppiatori italiani del film, ci riferiamo in primis all’esuberante Valentina Gullace (Inga) e a Felice Casciano (l’ispettore Kemp), altri, come il protagonista Giampiero Ingrassia (il Dr. FrankenSTIN) o Mauro Simone (Igor) riescono a dare vita a delle performance capaci, allo stesso tempo, di effettuare un segno di riverenza alle voci di Oreste Lionello e Gianni Bonagura e di distanziarsi drasticamente evitando di andare a creare un semplice effetto fotocopia acustica.

Fattore di certo non scontato e automatico: immaginiamo che per Ingrassia e Simone la sfida di doversi misurare tanto con due leggende quali Gene Wilder e Marty Feldman quanto con due mostri sacri della recitazione e del doppiagio come Lionello e Bonagura debba essere stata alquanto stimolante.

Entrambi ne escono a testa decisamente alta.

Apprezzabilissime le scenografie di Gabriele Moreschi così come i giochi di luce firmati Valerio Tiberi: le aperture delle scene propongono uno splendido effetto “bianco e nero” che, gradualmente, transita verso il colore mano a mano che il quadro del palco si allarga.

Riuscite dalla prima all’ultima le coreografie musicali di Gillian Bruce anche se quella più incisiva, per le possibilità metanarrative e di abbattimento della quarta parete, è quella della presentazione pubblica della Creatura in cui tutti gli spettatori presenti a teatro diventano, come per incanto, parte integrante dello show.

BadTaste.it ringrazia la 20Th Century Fox e l’ufficio stampa del Teatro delle Muse di Ancona per la collaborazione.

Per informazioni sulle prossime date del tour v’invitiamo a consultare il sito ufficiale di Frankenstein Junior Il Musical.