Secondo un dettagliato report del sito The Register, pare che il nuovo sci-fi di Alfonso Cuaròn – Gravity – abbia dato parecchio filo da torcere alla compagnia di effetti visivi Framestore. Lo studio britannico è stato costretto a effettuare un upgrade di tutti i processori per assecondare le richieste del regista messicano. "Lavorerei agli effetti visivi di Gravity per tutta la vita" pare abbia detto il regista in merito alla crescente e sempre migliore resa degli effetti visivi sul grande schermo.

Steve MacPherson, capoufficio alla Framestore, ha spiegato che Gravity è "il film più esigente e impegnativo a cui abbiamo mai lavorato". Restare ancorati ai mezzi di cui già si disponeva avrebbe significato non solo perdere una grande occasione per dimostrare quali vette abbia raggiunto lo sviluppo degli effetti visivi in Gran Bretagna, ma anche non disporre dello spazio fisico per ospitare altri lavori come Sherlock Holmes: Gioco d'Ombre e Lincoln (a cui la Framestore stava a quel tempo lavorando). 

Insomma, un upgrade è stato un investimento necessario e – da quel poco che abbiamo visto nel trailer – pare abbia dato ottimi frutti.

Potete rivedere il trailer di Gravity cliccando qui.

La pellicola uscirà il 4 ottobre 2013, praticamente ben 11 mesi dopo la data inizialmente fissata (21 novembre 2012).

Girato in 3D e con un massiccio uso di CGI, il film è uno dei progetti più ambiziosi degli ultimi anni, e sembra includerà lunghissimi piani sequenza molto complessi da realizzare.

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Sandra Bullock è la Dottoressa Ryan Stone, un geniale ingegnere medico alla sua prima missione sullo shuttle assieme all'astronauta esperto Matt Kowalsky (George Clooney) al comando del suo ultimo volo prima di ritirarsi. Ma quella che sembrava un'operazione abitudinaria, sfocia nel disastro. Lo shuttle viene distrutto, lasciando la Stone e Kovalsky completamente da soli, collegati a nulla se non l'uno all'altra, ruotando verso l'oscurità.

Il silenzio assordante conferma che hanno perso qualsiasi contatto con la Terra, e con esso qualsiasi possibilità di salvezza. Mentre la paura si trasforma in panico, ogni boccata d'aria si mangia quel poco di ossigeno che rimane.

Ma l'unica strada verso casa potrebbe essere spingersi ancora più lontano nella terrificante distesa dello Spazio.

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