Nel documentario di Kenneth Bowser Easy Riders, Raging Bulls: How the Sex-Drugs-and Rock 'N Roll Generation Saved Hollywood, tratto dall'omonimo libro di Peter Biskind, viene raccontato come la Hollywood orfana del cosiddetto “studio system” sia stata salvata dalle opere, dagli eccessi della vita privata, dalla megalomania della “movie brats”. Con questa espressione, tradicibile grossomodo con “la prole dei film” venivano indicati tutti quei filmmaker come Martin Scorsese, Brian De Palma, Francis Ford Coppola, Dennis Hopper, Peter Bogdanovich, Sam Peckinpah, Arthur Penn, Steven Spielberg e George Lucas che hanno preso in mano la disastrosa situazione di un sistema cinematografico incapace di connettersi al pubblico, anche per colpa dell'avvento della televisione. Sono loro ad aver risollevato il destino di un industria in cui il nome del regista diventava, improvvisamente, più forte e riconoscibile dello studio che foraggiava i vari lungometraggi. Colui che sedeva dietro la macchina da presa era diventata la vera star; la generazione di autori post-Vietnam aveva vinto, almeno nel mondo della settima arte, accompagnata da un bagaglio di esperienze private, che molto spesso si estendevano fino al set, fatte di uso e abuso di droghe e sostanze alcoliche. Alla fine del documentario, e del libro, proprio Spielberg e Lucas, due autori che si sono sempre mantenuti a debita distanza dal concetto di sesso, droga e rock'n'roll vengono identificati come i responsabili del processo d'infantilizzazione del pubblico, con i loro lungometraggi in cui l'impianto scenico era l'anestetico della capacità critica degli spettatori. Lo Squalo, Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo, Guerre Stellari, nell'ottica di Biskin e Bowser, erano la rivincita del b-movie hollywoodiano mascherato da film di serie a.

Non metto in dubbio che una parte di verità ci sia nell'assunto dei due, tuttavia, forse per ragioni anagrafiche ancor prima che critiche, è difficile per me, se non impossibile, biasimare Spielberg e Lucas per tutto quello che hanno fatto e dato tanto al cinema quanto ai suoi fruitori. Anche mettendo da parte la (scontata) permeazione dei lungometraggi di “Steven e George” nella cultura popolare che mi porta anche oggi, pur abitando in una città che si affaccia sul mare adriatico che con uno squalo bianco ha avuto a che fare una volta solo in non so quanti secoli, a guardare l'acqua con sguardo interrogativo prima di tuffarmi o prescindendo dal fatto che a carnevale me ne vado in giro mascherato da Maestro Jedi, la lettura di Spielberg e Lucas data nell'apprezzabilissimo documentario tende a essere alquanto riduttiva. Troppo volta a idolatrare i membri più “riottosi” di una movie brats la cui importanza va riconosciuta nel complesso.

Proprio Lo Squalo di Steven Spielberg, finalmente arrivato in Blu-Ray Disc grazie alla Universal, si staglia  con forza nel panorama cinematografico non solo per una serie, molto lunga, di ragioni commerciali e pubblicitarie che hanno trasformato la pellicola nell'epitome del blockbuster estivo. Al di là di queste osservazioni, Jaws, secondo lungometraggio di Spielberg (o terzo, considerando Duel), presenta già alcuni dei tratti stlistici e tematici più distintivi del Re Mida di Hollywood. Proprio in relazione ai colleghi della movie brats, in buona parte formata da registi italoamericani di matrice cattolica all'interno delle cui opere possiamo constatare un dialogo molto chiaro fra il peccato, la perdita e la redenzione, nel cinema di Spielberg, l'impronta ebraica è già molto forte fin dai suoi primi passi all'interno dell'industria. L'acqua, così importante nella filmografia di Spielberg, vero retaggio (Consapevole? Inconsapevole?) dell'importanza che la stessa ha nella tradizione ebraica, è in Jaws perfetta esemplificazione della doppia lettura di questo elemento come simbolo di pericolo e di purificazione. Lo Squalo, come Duel, è tutto costruito sulla dicotomia fra visibile e non visibile, fra noto e ingoto, fra ciò che può essere sostenuto dallo sguardo e ciò che, una volta carpito dai nostri occhi, porta inevitabilmente alla distruzione dell'everyman, dell'uomo comune messo di fronte alla sfida con un'entità che diventa, citando Tom Clancy “the sum of all fears”, la somma di tutte le paure. Il modo con cui il regista edifica questo percorso è basato, come scrive Franco LaPolla nella sua monografia su Spielberg edita da Il Castoro, “sull'allargamento dell'intera narrazione a quest'unico stilema; tutto il film, cioè, è un'unica, intera inquadratura che attende in campo dell'oggetto dell'attesa”. Schema poi variato con una sfilza di falsi allarmi che hanno shokkato generazioni di spettatori e educato, davanti allo schermo di un cinema prima e di una televisione poi, decine e decine di “piccoli amanti della settima arte” diventati oggi parte integrante della nuova industria cinematografica non solo americana.

Nell'anno che segna il centenario della Universal di Carl Laemmle, Lo Squalo non poteva non figurare fra i titoli proposti in Blu-Ray dalla major. Cominciando dalle note positive di questa edizione, non posso esimermi dal citare come il restauro 4k sulla base del negativo originale sia stato seguito dallo stesso Spielberg e dal team di post-produzione della sua Amblin Entertainment. Ma su questo torneremo poi.

Il disco, e la relativa digital copy, vengono proposti sul mercato a un prezzo vantaggioso (meno di 12 euro su Amazon); sul fronte del packaging dobbiamo scordarci le “fantasmagorie” di qualche anno fa, quando il film, in occasione del trentennale, veniva commercializzato dalla Universal con una special edition in cofanetto che, oltre al Dvd, racchiudeva il Cd con la colonna sonora, un senitype, un libretto commemorativo, varie foto e un poster cinematografico. Lo Squalo torna nei negozi con una case amaray abbellito da una cover slipcase in cartone.

Tornando alla nota positiva di sopra, il fatto che il processo di restauro sia stato seguito da colui che il film l'ha realizzato dovrebbe tranquillizzare gli animi circa il livello qualitativo raggiunto. Come testimoniato dall'apposito documentario presente fra gli extra, si tratta di un'operazione certosina che riporta la leggendaria pellicola a nuova vita. Le immagini sono incredibilmente vivide, dettagliate, la palette cromatica è sensazionale. Il quadro visivo, presentato in aspect ratio 2.35:1 non pare presentare quell'eccessivo uso del noise reduction che, secondo alcuni, affligge in modo troppo invasivo diversi titoli del catalogo Universal. Effettivamente, nelle scene ambientate al chiuso, i volti dei personaggi e le texture paiono più ammorbidite rispetto a quelle in esterni, ma visto e considerato il coinvolgimento dello stesso regista nel restauro propendo per la "precisa scelta stilistica".

Il comparto audio offre la possibilità di scegliere fra il nuovo mix in DTS (con ridoppiaggio delle voci) e quello in 2.0 originale. Per quanto concerne il nuovo missaggio, la cura posta in esso è del tutto paragonabile a quella relativa al video. La dimensione spaziale della pellicola viene garantita da un uso del surround che, a dirla tutta, può lasciare anche un po' spiazzati (così come avveniva col Dvd). Anche se molto spesso l'azione tende a concentrarsi sui canali frontali, l'immersività viene garantita, così come l'intensità della riconoscibilissima colonna sonora di John Williams. Ciò detto, è davvero arduo abituare l'orecchio al nuovo doppiaggio, motivo per cui la Universal ha, saggiamente, deciso d'includere anche quello originale. Come ormai noto, “tale versione contiene un problema di audio, di qualche secondo, relativo all’omissione delle ultime battute tra i personaggi di Martin Brody e Matt Hooper”; la divisione nazionale della major garantisce la sostituzione del Blu-Ray a tutti coloro che ne faranno richiesta tramite le modalità indicate in calce.

Ottima la proposta degli extra anche se i possessori dell'edizione in Dvd del trentennale non troveranno nulla di trascendentale nel nuovo documentario inedito The Shark is Still Working: L'Impatto e l'Eredità dello Squalo.

 

Ecco la lista dei contributi:

 

  • The Shark is Still Working: The Impact & Legacy of JAWS: Un documentario con filmati mai visti prima ed interviste al cast e alla troupe, compresi Steven Spielberg, Richard Dreyfuss e Roy Scheider.

  • JAWS: The Restoration: Un inedito approfondimento sul complesso processo di restauro della pellicola originale.

  • The Making of JAWS: Un documentario di due ore con interviste al cast principale e alla troupe.

  • From the Set: Uno sguardo dall’interno alla vita del set de LO SQUALO con un’intervista a Steven Spielberg.

  • Scene Eliminate & Scartate

  • JAWS Archives: Date un'occhiata agli archivi de LO SQUALO che comprendono storyboard, foto di produzione e materiali di marketing, così come un sezione speciale sul “fenomeno LO SQUALO”.

  • Trailer cinematografico originale

  • Digital Copy: Gli spettatori possono scaricare una versione digitale dell’intero film per vederlo su una vasta gamma di dispositive elettronici e portatili.

 

Conclusioni

 

Sono passati 38 anni dal giorno in cui il temibile Squalo di Steven Spielberg è emerso dalle acque con tutta la sua ferocia, eppure il film mantiene, oggi come ieri, tutte quelle qualità che lo hanno inserito di diritto nella storia del cinema. Il trattamento riservato alla pellicola da parte del suo stesso autore e dalla Universal consegna nelle mani di tutti i cinefili un supporto HD estremamente valido tecnicamente e contenutisticamente. Se già possedete la vecchia edizione in Dvd forse gli extra potranno risultare meno sorprendenti e incisivi, ma, ciò nonostante, il Blu-Ray dello Squalo, complice un prezzo davvero popolare, non può mancare nella collezione di nessuno di noi.

 

Nota per la sostituzione dei Blu-Ray difettosi (via facebook):

 

Universal Pictures Italia ha sempre curato con grande attenzione la qualità editoriale dei film in uscita in DVD e Blu-ray® con l’intento di soddisfare le aspettative del grande pubblico che ci segue.

Proprio per venire incontro alla richiesta dei molti fan de LO SQUALO, nell’edizione speciale in Blu-ray® – prodotta in occasione dei festeggiamenti del Centenario di Universal  – è stato infatti inserito anche il doppiaggio italiano originale del film risalente al 1975.

Purtroppo ci è stato segnalato che tale versione contiene un problema di audio, di qualche secondo, relativo all’omissione delle ultime battute tra i personaggi di Martin Brody e Matt Hooper. Universal si scusa per questo difetto tecnico e si rende disponibile per la sostituzione del disco contenente la versione fallata.

 

PROCEDURA PER LA SOSTITUZIONE DEL DISCO BLU-RAY:

 

Le richieste di sostituzione vanno inviate all'indirizzo [email protected] e dovranno essere complete di:

 

·         nome, cognome e indirizzo dell'acquirente che inoltra la richiesta

 

·         scansione del foglio che si trova all'interno della confezione e che riporta le istruzioni per scaricare la copia digitale del film ed il codice unico di autorizzazione.