Malgrado il riferimento a Joker presente alla fine di Batman Begins, Christopher Nolan non voleva dirigere il seguito, Il Cavaliere Oscuro, almeno inizialmente.

Uscito nel 2008, Il Cavaliere Oscuro è il film che, col suo successo di critica e pubblico, ha consacrato a “star” Christopher Nolan stabilendo un nuovo canone, un nuovo punto di riferimento per tutti quei filmmaker che volevano adottare un approccio più ancorato alla realtà per questo o quel franchise rendendo i blockbuster appetibili anche ai cosiddetti “autori” come ha avuto modo di affermare Sam Mendes tempo addietro.

In occasione dell’uscita del libro  Christopher Nolan: The Iconic Filmmaker and His Work, l’autore Ian Nathan parla di come il regista stesse pianificando di allontanarsi dal franchise dopo il primo Batman. Nell’estratto pubblicato da /Film leggiamo:

Per una volta, è stato come un trucco che ha fatto a sé stesso. Quella carta da gioco del Joker contenuta in una busta per le prove tirata fuori dal fedele agente di polizia di Gary Oldman alla fine di Batman Begins era inteso come un brivido da regalare al pubblico prima di uscire dal cinema, niente più di quello. Christopher Nolan non aveva alcuna intenzione di continuare a tenere il franchise nelle sue mani. Aveva avuto il suo assaggio di supereroi, riportando in pista Batman dopo anni di declino e poi voleva dedicarsi a progetti più personali, basati su materiale originale. Il suo era solo un accenno o, al massimo, un regalo di addio dato allo studio: una domanda allettante su come sarebbe potuto essere un Joker modernizzato (o nolanizzato). “Volevamo suggerire delle possibilità sul come la storia sarebbe potuta continuare, ma non perché volessimo realizzare un sequel” spiega Nolan.

Christian Bale Heath Ledger Il Cavaliere Oscuro

Il Cavaliere Oscuro: la lettera di Christopher Nolan

Nel corso del tempo è stato lo stesso regista a spiegare che – almeno inizialmente – dirigere tre film di Batman non faceva parte dei suoi programmi.

Nove anni fa, in occasione dell’arrivo in home video della della The Dark Knight Trilogy: Ultimate Collector’s Edition, era stato reso noto il contenuto della lettera scritta da Christopher Nolan in cui il filmmaker spiegava in maniera molto ispirata il suo viaggio – personale e personale – con la saga de Il Cavaliere Oscuro. Ve la riproponiamo direttamente qua sotto:

Un Messaggio da Christopher Nolan.

Sono trascorsi dieci anni da quando sono uscito dall’ufficio di Alan Horn tenendo nelle mie mani le chiavi di uno degli asset più preziosi della Warner Bros.

Non ho mai smesso di domandarmi perché abbiano deciso di affidare una cosa così importante a un giovane così inesperto – e se avevo già dell’esperienza, ero comunque paralizzato dal dubbio. Ragionandola a posteriori, potrebbe essere stata la mia più assoluta fiducia che un ritorno allo stile dei grandi blockbuster degli anni’70 con i quali sono cresciuto, sarebbe stata la chiave di volta per una rinascita in grande stile di Batman.

Pensavo che i miei punti di riferimento fossero originali, ma oggi appare abbastanza scontato il fatto che dieci anni fa ogni studio sperava che ogni tentpole prodotto fosse in grado di regalare al pubblico un’esperienza paragonabile a quelle dello Spielberg o del Lucas degli esordi, o a quelle della saga di James Bond.

Poche pellicole sono riuscite a spingere quel particolare tasto, e ho sempre pensato che i cambiamenti apportati all’arte del filmmaking siano stati troppo blandi. Ho assemblato una squadra composta dai migliori tecnici esistenti al mondo per avere un riscontro pratico della mia teoria, e, a ogni capitolo, abbiamo effettuato un ulteriore test, appropriandoci senza vergogna degli stunt e degli effetti speciali delle pellicole che abbiamo amato, con la speranza di riuscire a combinarli in qualcosa di nuovo e fresco.

All’inizio, non avevamo neanche il coraggio di sussurrare la parola “Trilogia”. Ma penso che tutti noi sapevamo in cuor nostro che se avessimo lavorato duramente, come dei forsennati, per dare forma a qualcosa in cui credevamo davvero, avremmo davvero avuto la possibilità di cesellare quest’arco narrativi in tre atti. 

Lo studio ha avuto una enorme pazienza, cosa davvero rara per una major. Tre anni fra il primo e il secondo capitolo e altri quattro prima di giungere alla conclusione. 

Batman vive e fiorisce grazie alle continue interpretazioni che ne vengono date, ma spero che il lavoro di questi tre film sia così ambizioso e coeso da resistere all’esame del tempo. Che possa rimanere una illustre e distinta lettura di un’icona importantissima. 

La storia che troverete qui, è quella vicina al mio cuore e a quello delle persone che hanno lavorato con me – abbiamo cercato di rendere giustizia alla sagoma ombrosa e al cuore dark della trilogia del Cavaliere Oscuro. 

Se tutto è andato per il verso giusto, dovremmo esserci riusciti.

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FONTE: Via Slashfilm

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