Come sappiamo il regista James Ponsoldt (The Spectacular Now, The End of the Tour) sarà presto impegnato nel dirigere l’adattamento cinematografico di Il Cerchio (The Circle), trasposizione cinematografica dall’omonimo romanzo di Dave Eggers.

Parlando con Collider in occasione del tour promozionale di The End of the Tour, il regista ha offerto qualche aggiornamento sulla pellicola, soffermandosi in particolare sul forfait di Alicia Vikander e del presunto coinvolgimento di Emma Watson nel cast:

Come ogni grande attrice anche lei ha un milione di progetti a cui badare, quindi è solo questione di organizzazione [..] Inizieremo le riprese tra settembre e ottobre.

Io sono un grande fan di Emma Watson. Lei è una delle mie attrici preferite. Voglio dire, quando abbiamo iniziato a parlare del casting ero molto preoccupato dei tempi, perché lei era impegnata con la Disney in La Bella e la Bestia, ma poi pensandoci bene ci siamo resi conto che nel periodo in cui avremmo girato il film lei sarebbe stata disponibile, quindi c’è la possibilità che faccia parte del progetto. Voglio dire, anche io sarei spaventato nel lavorare a così tanti progetti in un tempo così limitato. Mia moglie ed io avremmo un bambino questo autunno, quindi sarà anche per me un periodo molto importante sia dal punto di vista professionale che personale, in ogni caso spero che tutto funzioni al meglio, sono molto eccitato.

Se le trattative con Emma Watson andassero a buon fine l’attrice affiancherebbe il già annunciato Tom Hanks.

Il romanzo segue la storia di una giovane donna che viene assunta in una multinazionale di internet chiamata il Cerchio, un azienda avanguardista attua ad unificare social media, email, servizi bancari e shopping online per creare una nuova era di civiltà e trasparenza. L’opera si evolve in un thriller che illustra i pericoli di vivere in un era digitale dove i dati personali vengono raccolti e setacciati rendendo così la privacy obsoleta.

Qui di seguito la sinossi ufficiale del romanzo (via Amazon):

“Mio Dio, questo è un paradiso” pensa Mae Holland un assolato lunedì di giugno quando fa il suo ingresso al Cerchio. Mai avrebbe pensato di lavorare in un posto simile: la più influente azienda al mondo nella gestione di informazioni web, un asteroide lanciato nel futuro e pronto a imbarcare migliaia di giovani menti. Mae adora tutto del Cerchio: gli open space avveniristici, le palestre e le piscine distribuite ai piani, la zona riposo con i materassi per chi si trovasse a passare la notte al lavoro, i tavoli da ping pong per scaricare la tensione, le feste organizzate, perfino l’acquario con rarissimi pesci tropicali. Pur di far parte della comunità di eletti del Cerchio, Mae non esita ad acconsentire alla richiesta di rinunciare alla propria privacy per un regime di trasparenza assoluta. “Se non sei trasparente, cos’hai da nascondere?” è uno dei motti aziendali. Cioè, condividere sul web qualsiasi esperienza personale, trasmettere in streaming la propria vita. Nessun problema per Mae, tanto la vita fuori dal Cerchio non è che un miraggio sfocato e privo di fascino. Perlomeno fino a quando un ex collega non la fa riflettere: il progetto di usare i social network per creare un mondo più sano e più sicuro è davvero privo di conseguenze o rende gli esseri umani più esposti e fragili, alla fine più manipolabili? Se crolla la barriera tra pubblico e privato, non crolla forse anche la barriera che ci protegge dai totalitarismi? Presto quella che sembrava la storia delle idealistiche ambizioni di una donna diventa una storia di suspense, un’indagine a tutto campo sulle questioni della memoria, della privacy, della democrazia e dei limiti (valicabili o meno) posti alla conoscenza umana.