Il regista Anand TuckerE' sempre un piacere che ad un regista poco conosciuto come Anand Tucker venga data la possibilità di parlare del proprio lavoro. I film che ha firmato (Shopgirl – uscirà il 21 ottobre in America – e Hilary and Jackie) non sono stati sufficienti ad attirare i riflettori e a riempire i rotocalchi con le sue dichiarazioni, quindi ben vengano tutte quelle piccole finestre sulla sua personalità aperte dalla stampa internazionale.

Stavolta l'occasione ci viene offerta da Rediff, un giornale online indiano interessatosi al lavoro del cineasta inglese.
Tucker, ci viene ricordato, è stato nominto per ben due volte ai BAFTA e ha vinto il premio per la Migliore Regia ai British Independent Film Award grazie a Hilary and Jackie. Grazie alla stessa pellicola Emily Watson e Rachel Griffith hanno ottenuto una nomination agli Oscar.
Anche Shopgirl sta ricevendo numerosi consensi dopo aver debuttato al Toronto International Film Festival. La commedia, tratta da un libro di Steve Martin e da lui stesso interpretata, viene infatti data come tra i favoriti in gara e vanta di un diffuso apprezzamento da parte della critica.

Parlando col giornalista Arthur J Pais, Anand Tucker ci confida che il passaggio dall'ambiente indipendente al mondo di Hollywood non lo impressiona più di tanto. Come già aveva avuto modo di affermare, le sfide tecniche non lo preoccupano dato che l'unico, vero obiettivo da raggiungere è quello di raccontare una storia su Lyra e sulla sua ricerca della propria famiglia.
Nel caso queste parole facciano alzare le sopracciglia di chi ha trovato ben altro ne La bussola d'Oro, è bene dare qualche rassicurazione: per Tucker, infatti, la trilogia racchiude anche un'infinità di sfide e di emozioni non dissimili da quelle che ha affrontato nei suoi lavori del passato.
Il film costerà probabilmente 100 milioni di dollari, cioè molto più del doppio di Shopgirl, ma la responsabilità derivata da una tale somma di denaro, ci garantisce, non sarà un motivo per distrarsi dal cuore della trilogia. Per riuscire a caricare sulle proprie spalle il progetto ha dovuto mettere in gioco tutto il suo talento, ma ne è valsa la pena perchè le linee guida sono sembrate molto convincenti alla New Line e i suoi sketch hanno dimostrato la sua idoneità al compito.
Le idee per il film si erano tracciate nella sua mente già nel lontano 1995, quando La bussola d'oro venne pubblicata. Da grande appassionato di cinema, ha subito visualizzato la storia durante la lettura e ha immaginato i diversi modi in cui fosse possibile trasporla per il grande schermo. Con gli sviluppi degli ultimi mesi tutto ciò ha preso corpo nella proposta di regia rivolta alla New Line.
Per Anand Tucker la Bussola d'Oro è un sogno che diventa realtà e riconosce che nel libro e in tutta la saga c'è una magia che tocca tanto i più piccoli quando gli adulti poichè, come in tutta la letteratura migliore, la storia ha un fascino universale dovuto allo splendido tema che la guida.
La ritiene una trilogia su un eroe riluttante a seguire il proprio destino per salvare il genere umano ed è stata per lui un tuffo in quel genere di immaginario che da piccolo aveva alimentato i suoi sogni.
Parole così entusiaste devono aver colpito anche Philip Pullman, l'autore della trilogia, che di recente ha riconosciuto in Tucker un profondo conoscitore della saga e un valido artista.

Nel resto dell'intervista vieniamo a conoscenza dei gusti cinematografici del regista: la sua passione sono i film con emozioni molto forti come i grandi melodrammi della Hollywood degli anni '50 e '60, ma – si affretta a precisare – solo quando girati in modo intelligente.
Quando molti critici hanno apostrofato il suo Hilary and Jackie descrivendolo come melodrammatico, infatti, non si è affatto sorpreso o dispiaciuto.
Tucker si è avvicinato al mondo del cinema attraverso trasmissioni televisive presso celebri emittenti quali la BBC e dirigendo lungometraggi di tipo documentaristico; passando ad altri generi ha compreso quanto fosse forte il bisogno di avere degli ottimi interpreti che dimostrassero intensa partecipazione sul set… e la sua ricetta per il film perfetto consiste, di fatti, nel trovare un cast eccellente.
Non resta che augurargli una fruttuosa caccia ai numerosi volti che popoleranno la trilogia cinematografica di His Dark Materials.