Independence Day fu un terremoto che diede uno scossone al genere blockbuster a partire dal 1996 per almeno una quindicina d’anni. Roland Emmerich si affermò come regista di catastrofi (naturali e non) e il cinema abbracciò i grandi disastri di scala globale come nuova moda per sbancare i botteghini.

La storia della produzione di Independence Day non è quella di un successo assicurato, ma di un tentativo (molto costoso) di adattare il disaster movie alla fantascienza. Tutto nasce da Emmerich e Dean Devlin (produttore e sceneggiatore del film) che scrissero la sceneggiatura del film in tre settimane. Lavoravano nei caffè locali dove lasciavano la gente sgomenta pronunciando frasi come “e poi faremo saltare in aria la Casa Bianca” e in una stanza in cui il regista faceva quotidianamente gli storyboard di ogni sequenza scritta.

Andavano di corsa, perché in parallelo Tim Burton stava girando Mars Attacks. La commedia aveva molti punti in comune con la trama di Independence Day, ma un tono completamente diverso! Non poteva uscire prima la versione “comica” rispetto a quella più seria ed action che stavano producendo con la Fox.

In una prima versione dello script il ruolo del presidente era affidato a Kevin Spacey e sarebbe stato un personaggio negativo. Per lo meno fino ad un twist finale dove era proprio lui a redimersi salvando la situazione. Quando però venne scelto l’attore Bill Pullman il personaggio cambiò radicalmente. Jeff Goldblum era invece un membro del cast essenziale sin dall’inizio. Scrissero la sua parte con in mente proprio l’attore. Anche Ethan Hawke avrebbe dovuto avere un ruolo nel film, ma all’epoca era troppo giovane. Si indirizzarono così verso l’accoppiata Goldblum \ Will Smith, ma lo studio aveva delle perplessità su quest’ultimo.

Smith era infatti popolare, ma non era ancora la superstar globale che diventerà da lì a poco. Si temeva che la sua immagine non potesse fare da traino sui mercati internazionali. Fu grazie all’insistenza del regista che l’attore riuscì ad avere il via libera.

Una delle scene più iconiche di Independence Day è il discorso del presidente prima della battaglia finale. Un momento molto azzeccato nell’equilibrio del film. Così forte che sembra che tutte la storia sia stata sviluppata intorno a quella scena. Non fu così.

Al contrario infatti, Dean Devlin abbozzò l’intero discorso promettendosi di correggerlo in seguito. Né lui né Emmerich si ricordarono di rileggerlo prima di girare la scena. Gli venne in mente poco prima di iniziare a girare. Era notte inoltrata e tutto ormai era pronto. Non avevano il tempo di modificarlo, allora cambiarono solo le ultime parole. Stavano ancora lottando con lo studio per il titolo del film. Gli executive volevano Doomsday, Emmerich sperava che la pellicola potesse uscire il giorno dell’indipendenza e quindi fecero pressione indiretta facendo pronunciare al Presidente la celebre battuta: “oggi celebriamo il giorno dell’indipendenza!”. 

Una delle immagini più celebri di Independence Day è l’astronave aliena che si staglia minacciosa sopra la Casa Bianca. Il reparto marketing aveva vissuto delle forti discussioni interne. La Fox non voleva che l’esplosione dell’edificio venisse mostrato negli spot tv, mentre il regista lo riteneva un momento in grado da solo di vendere il film. Fecero diversi test che fugarono le preoccupazioni dello studio. Lo spot del Super Bowl con il conto alla rovescia dal due di luglio fino al quattro culmina con l’attacco. Divenne uno dei trailer più celebri di sempre.

I primi test screening andarono molto bene, ma il pubblico non gradì il finale del film e alcune inquadrature risultavano troppo buie. Nel 1996 non era ancora prassi tenere dei giorni extra per girare scene aggiuntive o rifare inquadrature. Roland Emmerich fu un pioniere in tal senso. C’era una grande tensione: a poche settimane dalla release del film la troupe era tornata sul set. Finirono giusto in tempo per stampare la pellicola e distribuirla. Gli esercenti programmarono il film senza averlo visto in anticipo. L’attesa fu ripagata con un successo senza precedenti.

Anche Steven Spielberg si congratulò con la squadra. Chiamò al telefono il regista e lo sceneggiatore. Gli disse:

Ho amato tutte le vostre citazioni, soprattutto ai miei film. Voglio che siate preparati. Ora tutti celebrano il vostro film. Tra un anno si concentreranno solamente su quanti soldi ha fatto. E penseranno che in qualche modo il film non era bello perché ha incassato così tanti soldi. Ma sappiate solo che avete fatto un gran film.

Spielberg li invitò poi sul set di Il mondo perduto – Jurassic Park e continuò aa complimentarsi: “avete reinventato il blockbuster. Dopo questo film, nessuno potrà fare più un normale blockbuster”.

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Fonte: The Hollywood Reporter

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