James Cameron, ormai da anni, è diventato uno dei portabandiera dell'impegno umanitario a favore delle popolazioni e dell'habitat amazzonico, seguendo una sorta di ideale percorso grazie al quale la foresta Amazzonica viene assimilata ad un angolo di Pandora sul nostro pianeta.

In occasione dei Breakthrough Awards di Popular Mechanics svoltisi due giorni fa, io9 ha intervistato il regista vincitore di un premio per il suo contributo al mondo della cinematografia e il produttore di Avatar Jon Landau, proprio sulle influenze dei vari viaggi in Amazzonia e di come questa nuova esperienza di difensori dell'ambiente abbia o meno avuto qualche impatto sulla realizzazione del seguito del film.

Vi proponiamo i passaggi più interessanti:

Le tue esperienze in amazzonia influenzeranno Avatar 2?
JC: Di sicuro ho imparato molto. Ho imparato un po' più sulla visione del mondo posseduta da queste comunità d'indigeni, il loro modo di pensare e il modo in cui si sentono in un certo qual modo predestinati a difendere gli spiriti della foresta pluviale, del loro mondo. Sono le persone che parlano in nome del mondo naturale e abbiamo il dovere di ascoltarli per molte ragioni. Per prima cosa, hanno tutto il diritto di continuare a vivere nel modo che li contraddistingue e non abbiamo alcun diritto di mutare questa sorte. Anche se nulla pare fermarci. In seconda istanza, abbiamo bisogno della loro saggezza. Ma non li stiamo ascoltando e infatti, ora come ora, siamo in pericolo.

Hai cambiato qualche aspetto della trama in seguito a ciò? Sei stato particolarmente toccato da un uomo, una donna o una famiglia che hai incontrato e ha giustificato una qualche riscrittura?
JC: No. Voglio dire, ha indubbiamente avuto un influenza, ma non so indicare un momento specifico. Forse è quelacosa per la quale sarò più preparato a spiegare nel momento in cui il film sarà pronto.

Come si ripercuoterà l'esperienza amazzonica su Avatar 2?
JL: Ha acuito il nostro senso di responsabilità sociale sull'impatto che i nostri film possono avere sulle persone e di come questo può poi avere un riscontro pratico. Una delle grandi qualità di Jim è che con Avatar non si è messo a fare delle prediche, ma ha semplicemente esposto dei fatti lasciando che il pubblico giungesse alla propria conclusione (…) Grazie al film scopriamo che abbiamo una responsabilità sociale.

Avatar 2 sarà più brutale?
JL: Non penso che sia questione di essere più brutali. Sarà più basato sul viaggio dei personaggi. Continueremo il viaggio di Jake e Neytiri (…) Vogliamo che sia provocatorio. La buona fantascienza è quella che costruisce un'allegoria del mondo in cui viviamo. Cosa che Jim è molto bravo a fare.

Quindi al posto del salvataggio del pianeta esplorerete una nuova, maggiore dimensione? Salverete un universo o specie differenti?
JL: Non penso che i film debbano parlare del salvare il mondo. I film parlano delle persone, del salvare le persone. A prescindere dallo sfondo scelto, devi spiegare e dare spessore ai personaggi e a quello che, emozionalmente, si trova alle loro spalle.