È un pubblico molto entusiasta quello che accoglie Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif, che ha tenuto oggi una masterclass al Lucca Movie Comics and Games, a poche settimane dall’uscita del suo primo film da regista, La mafia uccide solo d’estate. Un titolo forte, nel quale è però comunque possibile ravvisare già il tono ambivalente della pellicola, che mescola le sanguinose vicende legate alle stragi mafiose con la storia del giovane Arturo, da sempre innamorato della bella Flora e interessato fin dall’infanzia a sfidare i soprusi della malavita organizzata.

Va detto che Pif, benché alla prima esperienza dietro la macchina da presa, non è digiuno di vita da set: oltre alla partecipazione come attore al film di Fausto Brizzi Pazze di me, ha infatti lavorato sia a Un tè con Mussolini di Franco Zeffirelli che a I cento passi di Marco Tullio Giordana.

In La mafia uccide solo d’estate, di cui è stata mostrata una delle scene iniziali, la farà da maestro lo stile tipico di Pif, che nel 2007 ha ideato il suo programma di maggior successo, Il testimone. La malavita ha fornito, suo malgrado, materia per sceneggiatori ormai da diversi decenni, e il pubblico se l’è vista presentare più o meno in tutte le salse: incuriosisce però questo condimento salace, avvertibile già dal trailer attualmente nelle sale.

Nella masterclass di Lucca, tuttavia, non si è parlato unicamente di La mafia uccide solo d’estate, il cui titolo è quasi identico ad un libro recentemente scritto nientemeno che da Angelino Alfano. Libro da cui, peraltro, Pif ha tenuto a prendere le distanze, rispondendo ad una delle parecchie domande provocatorie rivoltegli durante l’incontro. E sulla recente, dichiarata simpatia per Matteo Renzi, dopo un’iniziale reticenza, confessa:

“Non sopporto le persone che non prendono posizione, quindi mi sono schierato. So una persona nella mia posizione lavorativa dovrebbe mantenersi super partes, ma molto spesso questo restare al di fuori delle discussioni mi sembra un modo che hanno alcuni giornalisti per proteggersi. È facile affacciarsi dal balcone, guardare dall’alto quello che succede in strada e poi dire “eh, io l’avevo detto!”"

Infine, a una ragazza che gli chiede se non abbia paura a parlare tanto spesso di mafia con toni costantemente dissacranti e ironici, Pif risponde:

“Non ho paura, perché è grazie a persone che sono venute prima di me e che hanno lottato che adesso io posso permettermi di scherzare su questo argomento. E il vero coraggio non è questo: io parlo di mafia, ma ormai sto a Roma. Il vero coraggio ce l’ha chi resta.”

Dichiarazioni di un certo impatto, alleggerite dalla naturale simpatia del conduttore palermitano. Vedremo se questa fortunata miscela che caratterizza il suo eloquio si tradurrà anche in pellicola.