Oren Peli è il deus ex machina dietro la saga cinematografica che ha ridefinito il concetto di rapporto costi-ricavi: spendendo cifre che sarebbero alla portata anche di realtà produttive non gargantuesche come quella statunitense ha ribadito una questione semplice: un'idea ben confezionata e congegnata, seppur economica, supportata da delle iniziative di marketing virale ben strutturate, può avere delle risposte di pubblico proporzionalmente ben più grande dei blockbuster dai budget stratosferici e dalle campagne pubblicitarie martellanti e onnipresenti.

Con l'uscita del terzo episodio ormai prossima (Paranormal Activity 3 uscirà in day and date mondiale questo venerdì) Oren Peli, dalle pagine di ShockTillYouDrop, fa un po' di chiarezza sul film e sulle dinamiche di produzione dello stesso, senza dimenicarsi di rispondere all'annosa domanda "ci sarà un quarto episodio?".

Vi proponiamo i passaggi più interessanti:

Dopo quanto tempo dall'uscita di Paranormal Activity 2 sono cominciati i progetti di un terzo capitolo?
E' accaduto subito dopo il successo del sequel, abbiamo visto che i fan c'erano ancora ed erano curiosi di addentrarsi all'interno della mitologia, quindi abbiamo cominciato a discutere del terzo film, dapprima in termini abbastanza generici. Ma ci sono voluti un po' di mesi per sviluppare l'idea e capire se lo avremmo davvero fatto oppure no.

In qualità di produttore dei sequel, quanto sei stato coinvolto nello sviluppo della storia?
L'idea di esplorare la storia delle giovani ragazze negli anni ottanta ci è sempre sembrata molto tosta. In pratica, dopo il secondo, ci saremmo potuti muovere in avanti o indietro nel tempo. Abbiamo pensato che sarebbe stato divertente analizzare retrospettivamente la vicenda e conoscere le ragazze; c'erano tonnellate di momenti spaventosi da esplorare. L'idea di ambientare il film nel passato era quella primaria e direi che sono stato piuttosto coinvolto in questa scelta. Per il secondo sono stato meno interessato dalle fasi di sviluppo della storia, ma lo sono stato di più dal punto di vista produttivo, dallo stare fisicamente sul set. Nel terzo è stato l'esatto contrario. Sono stato maggiormente coinvolto dalle fasi di sviluppo, il concept alla base e la storia, ma dato che ero coinvolto anche su altri progetti non sono stato molto sul set.

Come hai fatto a mantenere così segrete le riprese?
Beh, sai, abbiamo una troupe molto piccola e tutti amano e rispettano il lavoro cui sono coinvolti. Inoltre, penso proprio che nessuno sarebbe voluto finire in tribunale. Se qualcuno voleva far trapelare del materiale aveva davanti a sé una semplice considerazione: avevano molto da perdere e poco da guadagnare.

Il trailer originale mostra un sacco di footage che non è nel final cut del film. Suppongo che siate stati sottoposti a delle scadenze molto rigide, quanto tempo hanno avuto i registi per "giocare" col girato?
Avevamo una deadline ben precisa per la consegna del film, ma la pellicola assumeva continuamente forme diverse. Molte volte durante la produzione del film abbiamo fatto dei passi indietro e guardato al primo, grezzo girato per vedere cosa funzionava e cosa non andava nella trama. "Mette paura? No, non va, proviamo da un'altra angolazione, vediamo se possiamo provare qualcos'altro". Così ci separavamo e poi ci rivedevamo proponendo nuovi espedienti per suscitare spavento e nuove idee per la trama. Avremmo fatto delle nuove riprese, un nuovo montaggio e giudicato se funzionava o no. E' un lavoro che, prima di arrivare ad un buon risultato finale, si basa molto sul processo di tentativi ed errori.

Considerato che la storia è ambientata negli anni ottanta e nel film vengono impiegate telecamere dell'epoca, il look della pellicola è stato modificato in post-produzione?
Abbiamo usato delle macchine da presa moderne per girare il film. Se l'avessimo girato davvero con telecamere anni '80 sarebbe stato orrendo. Avremmo voluto essere autentici al 100%, ma in realtà non avremmo potuto affermare qualcosa del genere proprio in virtù di quello che abbiamo girato. E' un film quindi abbiamo voluto evitare i mal di testa e i mal d'occhi che sarebbero stati generati dal girare su telecamere degli anni'80 e abbiamo preferito lasciare l'autenticità del decennio ai personaggi, al guardaroba e all'allestimento dei set.

Stai già rimuginando su dove potrà arrivare la serie? Riesci ad intravedere la linea del traguardo?
Non riuscivo a vedere il secondo film dopo Paranormal Activity. Ovvamente, dopo il successo, abbiamo voluto provare a farne un altro. E prima dell'uscita del numero due il terzo non era stato pianificato. Se i fan avranno ancora voglia di rimanere a bordo della nave dopo il terzo, se ne potrà parlare.

Dopo il successo del primo film ti sei fatto un nome solido ad Hollywood come produttore di film horror. Cosa ti eccita in questa tua nuova avventura?
E' estremamente divertente produrre film. Hai la possibilità di lavorare con filmmaker di talento come James Wan (Oren Peli ha prodotto Insidious, film di James Wan che abbiamo già recensito, ndr.) o Rob Zombie (per The Lords of Salem, ndr.). Finché tutto ciò avrà senso, continuerò a farlo. Mi piace anche dirigere anche se è molto più stressante e arduo.