Fonte: /film.com

Il regista di Quantum of Solace e Neverland Mark Foster ha annunciato qualche tempo fa il suo prossimo progetto, un enorme zombie movie intitolato World War Z e descritto come un "horror epico" che rompe le barriere fra generi. Il film è subito sembrato molto interessante, considerando che di rado i film di questo genere partono con simili ambizioni, restando piuttosto relegati al mondo dei B-movies.

Oggi vediamo quello che potrebbe essere un possibile scenario del gilm, grazie a una concept art realizzata dall'artista Daniel LuVisi. In realtà rimaniamo nell'ambito delle ipotesi, dal momento che il disegno è stato realizzato come prova per ottenere l'incarico di production artist, e non si sa se la cosa è andata a buon fine (si suppone di sì). Premesso quindi che l'immagine che vedete qui sotto (qui ad alta risoluzione) non farà parte del film finale, è comunque interessante farci un'idea di quelle che sono le dimensioni del progetto, che sembra davvero spettacolare e apocalittico.
LuVisi ha anche lasciato una dichiarazione a proposito di questa immagine:

Questa è una delle immagini più difficili che abbia mai realizzato, al punto che ho anche pensato di abbandonare. Ma alla fine mi sono forzato a completarla.

Il film è basato su un best-seller di Max Brooks (il figlio di Mel Brooks e Anne Bancroft). Il libro, intitolato World War Z: La guerra mondiale degli zombie, è strutturato come relazione scritta da un ricercatore dieci anni dopo che un'enorme guerra di zombie ha portato l'umanità sull'orlo dell'estinzione. Il ricercatore attraversa il mondo raccogliendo le testimonianze dei superstiti: dal villaggio cinese dove l'epidemia ha avuto origine, all'estremo nord dove alcune comunità hanno trovato rifugio nel freddo delle foreste, all'Africa, dove le barriere naturali hanno assicurato la salvezza dell'umanità.

Il film è stato comprato dallo studio di Brad Pitt, Plan B, e possiamo quindi supporre che l'attore sia interessato a partecipare anche nelle vesti di protagonista, come ha fatto per Il curioso caso di Benjamin Button.

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