Gli ultimi 8 minuti di Prometheus evolveranno nel "bel DNA del primo Alien". Dopo le parole di Rafe Spall arrivano quelle, anche più autorevoli, dello stesso Ridley Scott che fugano ogni dubbio sull'effettiva parentela fra la sua nuova pellicola e il cult sci-fi/horror da lui diretto nel 1979.

Ma non è tutto. Il filmmaker britannico conferma, a suo modo, che la scelta del titolo è del tutto funzionale alla storia. Nel mito greco il titano Prometeo rubava il fuoco per portarlo in dono agli uomini subendo poi una terribile punizione per volere di Zeus: finire incatenato nudo nella zona più alta ed esposta alle intemperie del Caucaso, con una colonna conficcata nel corpo, mentre un'aquila gli dilaniava l'addome e gli divorava il fegato, che ricresceva sempre durante la notte. Scott afferma: "il fuoco è la nostra prima forma di tecnologia e [Prometeo, ndr] viene perpetuamente punito in una maniera orribile ed affascinante".

In merito al suo ritorno alla fantascienza, il regista dice:

La ragione per la quale non mi sono più dedicato a questo genere per un sacco di anni è che non mi sono mai imbattuto in una storia che mi piacesse davvero. Questa [la sceneggiatura di Damon Lindelof e Jon Spaihts, ndr.] si è sviluppata ed è venuta fuori davvero bene.

Sulle nuove tecnologie, compreso il 3D:

Mi sono immerso in questo cybermondo. Erano anni che non mi divertivo così nel realizzare un film. Ma nonostante tutti questi nuovo mezzi [il 3D e la computer grafica, ndr.] ritengo che se lo puoi fare è sempre meglio filmare qualcosa di realmente esistente, quindi abbiamo costruito un sacco di cose.

Confermata l'assenza del cammeo di Sigourney Weaver.