Ray Fisher non molla la presa e continua nella sua missione: invitare Walter Hamada a essere “responsabile” chiedendo scusa a tutti coloro che hanno dovuto partecipare alle indagini di Warner Media sull’ambiente tossico creatosi sul set di Justice League.

Walter Hamada deve ancora delle scuse ai partecipanti dell’indagine di Justice League” ha scritto l’attore.

Fisher ha spiegato la sua avversione per il presidente della DC Films in una lettera il mese scorso, spiegando che Hamada avrebbe cercato di mettere il naso tra le indagini di WarnerMedia e coprendo le spalle all’amico Geoff Johns, che stando all’attore si sarebbe macchiato di atteggiamenti “razzisti” sul set delle riprese aggiuntive di Justice League.

Ha poi accusato Hamada di aver cercato di estorcergli i nomi dei suoi testimoni (che Fisher potrebbe usare qualora decidesse di fare causa) e di aver provato a mettere tutto a tacere. Fisher, dal canto suo, ha parlato delle proprie responsabilità (proteggere i testimoni che potrebbero rimetterci il lavoro e assicurarsi che occasioni simili non ricapitino più).

 

 

Le indagini, ricorderete, sono partite dopo che a luglio Ray Fisher ha accusato Joss Whedon di essersi comportato in maniera non professionale sul set nei confronti del cast e della troupe, senza che i produttori Geoff John e Jon Berg prendessero dei provvedimenti. Nel mese di agosto l’attore è entrato maggiormente nel dettaglio delle accuse, spiegando di essere stato convocato da John nel suo ufficio sminuendolo e minacciandolo di rovinare la sua carriera.

A novembre, Whedon ha abbandonato la serie The Nevers in sviluppo presso la HBO (una divisione WarnerMedia).

Più di recente, invece, l’attore si è scagliato anche contro Walter Hamada, che ha definito “pericoloso”.

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