Fonte: Comunicato stampa

Come noto, John Landis presenterà al Festival del Cinema di Roma (fuori concorso) Burke & Hare – Ladri di Cadaveri. Il film del regista di Un Lupo Mannaro Americano a Londra, I Blues Brothers e I Tre Amigos verrà proiettato il 29 e il 30 ottobre, e poi verrà distribuito nel nostro Paese dalla Archibald Films.

L'ufficio stampa del film ci ha inviato banner e locandina ufficiale italiana, ma non solo: appena sotto, infatti, trovate il ricco pressbook con tutte le informazioni e i segreti della lavorazione, incluse interviste ai protagonisti Simon Pegg, Andy Serkis e Isla Fischer ma anche a Tom Wilkinson, Tim Curry, Ronnie Corbett e Christopher Lee!

 

 

SINOSSI

WILLIAM BURKE (Simon Pegg) e WILLIAM HARE (Andy Serkis) cercano di sbarcare il lunario nell’Edimburgo del 19esimo secolo. Dopo l’ennesima impresa commerciale fallita, ritornano alla pensione di Hare e scoprono che il loro inquilino è morto il giorno in cui doveva pagare l’affitto. Mentre la coppia decide di come liberarsi del corpo, si rendono conto che un cadavere può fruttare una bella somma. Edimburgo è il centro dell’universo della ricerca medica e i dottori della città cercano disperatamente cadaveri per le loro lezioni di anatomia. Tra questi gli spietati rivali, il progressista DOTTOR KNOX (Tom Wilkinson) e il tradizionalista DOTTOR MONROE (Tim Curry). Quando KNOX riceve la visita da parte di BURKE & HARE che gli portano un cadavere fresco, li esorta a portargli qualsiasi altro “sfortunato” capiti loro a tiro.
L’intraprendente HARE si rende subito conto che sono incappati in una grossa fonte di profitti. Inizialmente frenato dai sensi di colpa, BURKE cambia idea dopo aver incontrato GINNY (Isla Fisher) una bella e vivace attrice che cerca finanziamenti per la sua nuova commedia – una produzione tutta al femminile di Macbeth. Spinto dalla promessa di una storia d’amore, Burke accetta di alzare la posta della loro impresa, ampliandola con degli omicidi “morali”. E quando il Re annuncia che consegnerà il prestigioso Sigillo Reale e un allettante premio in denaro a chiunque compierà il maggior progresso nel campo della medicina, la rivalità professionale tra KNOX e MONROE s’intensifica, creando una domanda sempre maggiore di cadaveri. KNOX ha bisogno di più cadaveri per la sua pionieristica mappatura fotografica del corpo umano e con una serie di esilaranti disavventure, BURKE & HARE iniziano a garantire un flusso costante di corpi e il denaro inizia a riempire le loro tasche.
I ragazzi sono sempre più sotto pressione quando il signore del crimine locale DANNY MCTAVISH (David Hayman) esige una parte dei loro profitti e le autorità stringono il cerchio intorno ai due, primo tra loro l’eccessivamente zelante Capitano della Milizia, MCLINTOCH (Ronnie Corbett). Così HARE idea un nuovo piano, ispirato dalla sua ugualmente calcolatrice moglie LUCKY (JESSICA HYNES). Serve loro solo un altro po’ di denaro affinché i due possano aprire un’attività onesta: un’impresa di pompe funebri, in cui i cadaveri arriveranno senza cercarli ! Ma quando il prolifico MCTAVISH finisce sul tavolo di KNOX, quest’ultimo viene arrestato e coinvolge immediatamente BURKE & HARE in quanto suoi fornitori.
BURKE, HARE, GINNY e LUCKY attendono con ansia in cella, mentre la folla si raduna esigendo il loro sangue. Con un gesto folle, ma romantico, BURKE decide di confessare e addossarsi tutta la colpa per salvare il suo amico e l’amore della sua vita, Ginny. Mentre il boia gli infila il cappio intorno al collo, il nostro eroe sorride impavido, e quando gli viene chiesta un’ultima dichiarazione, dice: “L’ho fatto per amore”.

DALLA SCENEGGIATURA ALLO SCHERMO

Gli Ealing Studios hanno iniziato a sviluppare una versione cinematografica della storia di “BURKE & HARE” con Piers Ashworth e Nick Moorcroft dopo che gli sceneggiatori sono stati ispirati da un’attrazione turistica di Edimburgo, i posti in cui si sono svolti i famigerati omicidi, così come si possono ripercorrere i passi di Jack lo Squartatore nell’East End di Londra.
“Piers e Nick, che hanno sceneggiato i film St Trinian’s, sono venuti da noi con la sceneggiatura di Burke & Hare e mi è piaciuta subito perché è divertente ma anche insolita” spiega il produttore e capo degli Ealing Studios Barnaby Thompson, “credevo che ci fosse qualcosa di meravigliosamente perverso nell’idea che Edimburgo, la capitale medica del mondo, celasse questo sordido segreto, perché ha bisogno di cadaveri per alimentare la macchina della ricerca scientifica”.
Nel 2009 il grande John Landis ha espresso il desiderio di girare un altro film nel Regno Unito. Presentato a Barnaby Thompson dalla regista Gurinder Chadha, che ha un ufficio negli Ealing Studios, Landis e Thompson si sono incontrati e Thompson è rimasto colpito dal grande entusiasmo del regista per i vecchi film della Ealing:
“Ho scoperto che a John erano piaciuti i film La signora omicidi e Sangue blu e ho pensato che la combinazione di un regista americano come lui che tornava in Inghilterra per girare una commedia come Burke & Hare poteva essere un’idea interessante. Gli ho dato il copione, lui lo ha adorato, ed è partito tutto da lì”.
“Le commedie dark che a John piacevano tanto erano i più particolari e meglio ricordati film della Ealing. Erano così originali all’epoca,” spiega Thompson. “È piuttosto difficile trovare quel tipo di storie, in cui in pratica i cattivi diventano i buoni, e Burke e Hare ci hanno offerto quella nuance ed è per questo che abbiamo scelto di girarlo.”
La sfida era trovare degli attori che interpretassero i due protagonisti principali in un modo credibile e spiritoso, e che suscitassero abbastanza simpatia da poter portare avanti la storia. “La combinazione di Simon Pegg e Andy Serkis è molto interessante. Simon ha un background comico e Andy ha girato una serie di grossi film con effetti CGI ma anche film più modesti in cui tendeva a interpretare personaggi molto cupi,” afferma Thompson. “Così, metterli insieme ha dato vita a una energia unica, andavano molto d’accordo, cosa che secondo me ha contribuito a sottolineare la differenza tra i due personaggi che interpretano. Simon e Andy sono riusciti a catturare l’assurdità della situazione in cui si trovarono Burke e Hare. Sono una grande coppia sullo schermo, una sorta di moderni Stanlio e Ollio.”

DUE PAROLE CON JOHN LANDIS

Come mai è tornato a lavorare nel Regno Unito, e con gli Ealing Studios ?
Dovevo andare a Londra e mia moglie Deborah mi ha suggerito di visitare alcune delle case di produzione del posto perché stavano girando dei film indipendenti interessanti. Era da un po’ che non facevo un film, e quelli che fanno gli studi americani di questi tempi non sono quelli che voglio fare io. Ho chiesto al mio agente di compilare una lista con le case di produzione indipendenti del Regno Unito e quasi un anno e mezzo fa, ne ho visitate circa 40.
Gurinder Chadha è una cara amica e ha detto che avrei dovuto visitare gli Ealing Studios, dove aveva i suoi uffici. Così ha chiamato Barnaby Thompson e ci siamo incontrati.
Barnaby mi ha parlato di un copione che stava sviluppando con gli sceneggiatori Piers Ashworth e Nick Moorcroft, e che pensava potesse interessarmi, così mi ha dato “Burke & Hare”.
Ero molto intrigato dall’approccio di Piers e Nick. Burke e Hare erano personaggi piuttosto odiosi – due esseri davvero sgradevoli che hanno commesso diversi omicidi a sangue freddo per poter vendere i cadaveri ai ricercatori medici. La sceneggiatura li ha trasformati in eroi romantici, idea che ho trovato molto perversa, ma anche molto divertente.

Ha voluto dargli l’atmosfera di un film della “Ealing” sin dall’inizio ?

Gli Ealing Studios hanno prodotto dei film straordinari.
Questo film è una commedia macabra e gli Ealing Studios hanno prodotto alcune delle migliori commedie macabre mai girate, pellicole come “Sangue Blu” e “La signora omicidi” che finisce con l’intero cast che si uccide a vicenda, opere dark ma eleganti.
“Sangue blu” è simile a un cioccolato extra-fondente, la trama è piuttosto macabra ma molto divertente, e l’assassino suscita una grande simpatia nel pubblico. In questo caso, ho due immigrati irlandesi che sono dei veri imbroglioni, e trovano un modo per fare soldi. Certo, ci sono anche molti elementi inventati, il più notevole dei quali è il personaggio di “Ginny” interpretato da Isla Fisher. Lei spinge il personaggio di Simon Pegg “William Burke” a continuare con questi crimini per poter finanziare la sua commedia, e lui accetta perché è pazzamente innamorato – è molto romantico -. Il vero “Burke” non era così nobile.
Apparentemente il vero Burke si vede nel film, o perlomeno lo fa il suo scheletro…
Sì, era interessante avere il vero William Burke nel film, e c’è, sono molto contento di aver ricevuto “in un certo senso” la sua benedizione !

Cosa dà al film quel tocco della “Ealing” ?

L’approccio Ealing è esattamente quello che mi ha attirato nella sceneggiatura. Prende una storia molto sinistra e le conferisce grande arguzia e stile. È difficile raggiungere il giusto tono e il giusto equilibrio comico. La gente dice sempre che “Un lupo mannaro americano a Londra” è un buon esempio di film horror comico. Quel film era un horror, ma questo non lo è, anche se entrambi narrano eventi raccapriccianti.
Ai tempi di Burke e Hare, per motivi religiosi e sociali, i cadaveri che i ricercatori medici acquisivano appartenevano a persone morte in prigione, prigionieri giustiziati o persone che morivano per strada, ma quei cadaveri non erano nelle migliori condizioni. Così, nella vita reale, gran parte dei furti di cadaveri veniva compiuta dagli studenti di medicina e dai dottori. Il personaggio del “Dottor Knox” (interpretato da Tom Wilkinson) fa grandi progressi nella medicina, perché per insegnare tale disciplina c’è bisogno di cadaveri, e lui giustifica le sue azioni in questo modo. Anche ai nostri giorni, se un chirurgo sta per affettarti, speri che abbia fatto pratica, e non che abbia imparato a fare il suo mestiere su internet!

Cosa fa di una pellicola un film di John Landis ?
Io cerco solo di fare il film migliore che posso. Non so quale sia esattamente il mio “stampo”, a dire il vero. I cineasti tendono a essere messi in una categoria, proprio come accade agli attori, vengono messi in una sorta di nicchia – lui fa delle commedie di successo, o lui gira grandi film horror, allora dategli un film horror da fare. Non mi offrono molti film di guerra. Molti miei film rispecchiano il mio punto di vista, ma alcuni non lo fanno, dipende dal prodotto, e questo mi attirava perché mi dava l’opportunità di lavorare con un meraviglioso cast inglese.
Ci parli dell’aspetto del film. Una grande squadra creativa al suo fianco…
Avevo a disposizione tre persone straordinarie. Avevo John Mathieson, il direttore della fotografia… un magnifico cineoperatore che lavora con Ridley Scott, e avevo mia moglie, Deborah Nadoolman, che ha lavorato su “I predatori dell’arca perduta” e molti altri film, inclusi tutti i miei. Deborah si è divertita tantissimo perché è anche una storica, quindi è andata subito alla Biblioteca nazionale scozzese a Edimburgo per svolgere tutte le ricerche. All’epoca s’indossavano colori molto scuri, poi all’improvviso arrivano Ronnie Corbett e i suoi uomini tutti vestiti di rosso, bianco e blu – Ronnie sembrava un piccolo Schiaccianoci! Avevo anche un brillante scenografo che si chiama Simon Elliott. Il film è stato girato per il 99% del tempo in vere location che abbiamo adattato. Abbiamo avuto a disposizione case della National Trust e altre case magnifiche a Londra ed Edimburgo e nei dintorni. Ovviamente non potevamo ricostruire il castello di Edimburgo ma abbiamo girato in quello vero e anche a Stirling Castle.

Pare sia difficile trovare raffigurazioni di Edimburgo del 1828. Come avete affrontato questo problema ?
È molto difficile catturare la corretta atmosfera dell’Edimburgo di una determinata epoca, perché quella città non esiste più. Abbiamo girato alcune scene nelle strade di Edimburgo e ovviamente il castello non è cambiato. Tuttavia abbiamo dovuto ricorrere a degli espedienti, e Simon, il nostro scenografo, ha ricreato il giusto stile per l’epoca in finte location e in altri luoghi veri, abbiamo usato pochissimi set. Tutto il resto sono posti veri in cui è stato forse più difficile fare le riprese, ma davano al film un aspetto magnifico, grazie anche al grande talento di John Mathieson.
Abbiamo girato il film durante il più terribile inverno inglese dopo tanti anni. Le riprese si sono svolte sotto la pioggia torrenziale, sotto il nevischio e la neve, e credo conferisca un grande realismo alla pellicola. Il fiato che esce dalle bocche degli attori è vero, e la loro pelle è veramente blu ! La conversazione principale che ho avuto col direttore della fotografia all’inizio delle riprese riguardava l’aspetto realistico che volevo dare al film. Volevo che il pubblico credesse nel mondo che avevamo creato.

Ci parli del casting e degli inizi del progetto.
Ho trovato degli attori meravigliosi – davvero pieni di talento, persone fantastiche che potevano dare colore al film e creare dei veri personaggi. Avevo già lavorato varie volte con Tim Curry ed è un mio caro amico, mentre sono un grande fan di Simon Pegg da parecchio tempo. In questo film, il pubblico vedrà il lato più tenero di Simon, ed era questa la mia intenzione.
Volevo prendere “Burke” e “Hare” e trasformarli in una sorta di “Stanlio e Ollio” malvagi perché “Stanlio e Ollio” sono così dannatamente teneri e simpatici. Simon Pegg e Andy Serkis sono una coppia meravigliosa. Mi piace anche che “William Hare” e sua moglie “Lucky” (interpretata da Jessica Hynes) siano così pazzi l’uno dell’altra! Non si vede in molti matrimoni. Mi ricordo quand’ero ragazzino ed ero rimasto colpito dal rapporto tra “Morticia” e “Gomez” nella “Famiglia Addams”: lei gli diceva una cosa in francese e lui impazziva. Mi piace che “Hare” e “Lucky” hanno quella vera intesa sessuale e un rapporto fantastico, anche se lui inizialmente l’aveva sposata perché lei aveva una pensione!
Simon Pegg e Andy Serkis sono entrambi dei grandi attori. Andy ha interpretato personaggi sinistri o grotteschi in molti dei suoi film di grande successo, e ha usato molto la motion capture. È un attore meraviglioso, e sono rimasto veramente convinto di Andy quando l’ho visto interpretare Ian Dury. Andy nel ruolo di “Hare”, un ruolo molto diverso per lui, è molto affascinante e attraente, quindi per lui questa è una novità.
Simon ha iniziato a recitare facendo il comico di cabaret e poi negli sketch, ma è un attore magnifico ed è stato un piacere lavorare con lui, è fantastico. Ha già una grande carriera, ma credo che resterà sulla scena ancora per molto tempo.

So che è anche un grande fan di Jessica Hynes.
Jessica è favolosa. L’ho notata in “Spaced”. È davvero una comica magnifica, un po’ alla Catherine O’Hara. Jessica ha un cervello comico serio, ed è davvero intrepida, cosa che rispetto molto. Molte attrici non sono coraggiose e non vogliono apparire brutte o ridicole.

Ci sono anche molti incredibili cameo in questa pellicola. Come è possibile?
Volevo che fosse come una scatola di cioccolatini – un assortimento ricco, vario e delizioso!
Conosco Ronnie Corbett da quando mi trovavo nel 1975 a lavorare come scrittore per “La spia che mi amava”. Sono rimasto qui per circa 6 mesi, e guardavo “The Two Ronnies” con religiosa devozione. Adoravo Corbett e Barker. Ronnie è nato e cresciuto a Edimburgo, così gli ho detto che se avesse interpretato il Capitano McLintoch avrebbe potuto usare il suo vero accento scozzese e dire la parola “murder” (omicidio) in tre sillabe, e lui mi risposto: “È tutta la vita che cerco di non farlo!” Ho sempre ammirato Ronnie e quando eravamo a Edimburgo veniva costantemente avvicinato dal pubblico – è un tesoro nazionale!
Ho anche convocato molte persone di cui sono semplicemente un fan, come Paul Whitehouse. Credo sia fantastico. Stava girando una serie all’epoca, così non potevo programmare dei giorni di riprese con lui, finché finalmente mi ha detto che avrebbe potuto concederci una notte, allora ho afferrato l’opportunità e lui è venuto a interpretare un ubriaco. È estremamente divertente nel film.
Ho scelto Bill Bailey non sapendo che fosse un grande attore comico così famoso. Io cerco di evitare di definire questi ruoli “cameo”, preferisco definirli piccoli ruoli da caratterista perché devono fondersi con la struttura del film – non possono risaltare. Io sono anche un grande fan di Stephen Merchant e sono felice di dire che ci ha concesso un pomeriggio in cui ha recitato un “footman” un valletto… praticamente un lacchè. Ce lo ha fatto come favore. Alan Corduner è un meraviglioso attore inglese che ho visto in teatro varie volte, e ha recitato in “Topsy Turvy – Sottosopra” di Mike Leigh, quindi per me non è stato difficile includerlo nel cast. E ovviamente i grandi John Woodvine, David Schofield e Jenny Agutter avevano girato tutti “Un lupo mannaro americano a Londra”.
Sir Christopher Lee è un caro amico e gli ho chiesto se avrebbe recitato questo piccolo ruolo solo per me. Poche persone hanno quel tipo di autorevolezza sullo schermo. Una delle cose che ho sempre ammirato in Chris è che aveva già più di ottant’anni quando ha recitato in due dei più grandi film della storia del cinema – “Guerre stellari” e “Il signore degli anelli”. È semplicemente una leggenda che ha girato centinaia di film. Parla perfettamente francese, italiano, tedesco e spagnolo, e ha recitato in film francesi, italiani, tedeschi e spagnoli parlando perfettamente ogni lingua. È molto spiritoso, e non gli piace parlare del fatto che ha interpretato “Dracula”. È stato insignito del titolo di ‘Sir’ poco prima che girassimo la sua scena, e mi ha detto: “Oh, nei giornali diranno solo – ‘Dracula diventa Sir !’, al che gli ho detto: “Non essere ridicolo!” E ovviamente i giornali hanno riportato esattamente questo !
Ho scelto Reece Shearsmith per interpretare un membro della milizia di Ronnie perché pensavo fosse fantastico, ed è stato soltanto durante le riprese che qualcuno mi ha chiesto: “Tu lo sai chi è quello?” E io ho risposto: “Certo, è un grande, è un giovane attore che si chiama Reece Shearsmith.” E poi mi hanno detto che aveva lavorato su “Psychoville” e “The League of Gentlemen”, allora mi sono sentito davvero in colpa perché il suo ruolo non era molto importante. È come quando Danny Aykroyd mi chiese se potevo dare al suo amico John una parte ne “I Blues Brothers” e quel John si rivelò essere John Candy.
Poi, quando ho chiesto a Reece perché aveva accettato il ruolo, mi ha risposto: “Perché volevo passare del tempo con Ronnie Corbett.” Adoro quest’uomo e ho un grande rispetto per lui.

DUE PAROLE CON SIMON PEGG

Cosa l’ha attratta di questo film?
Il coinvolgimento di John Landis ha rappresentato una grande attrattiva per me, perché sono un fan delle sue opere e la sceneggiatura era molto divertente. Quando l’ho letta per la prima volta, non ero sicuro che avrei avuto tempo per poterlo girare, perché più di un anno fa avevo già in programma un paio di progetti in America. Mentre ero lì ho ricevuto una mail da John che mi invitava a cena. Siamo andati al cinema insieme per vedere “Terminator Salvation – L’inizio della fine” al DGA e poi siamo andati a cena, come in un appuntamento ! Mi ha parlato di più del film e mi ha detto che le riprese non sarebbero iniziate presto, quindi per me è diventato possibile accettare il ruolo.

Quale aspetto della sceneggiatura le è piaciuto?
È una storia affascinante, una “versione” affascinante di una storia vera.
Mi piaceva il labirinto morale della sceneggiatura. È molto complesso ciò che riguarda quello che il pubblico dovrebbe provare per Burke e Hare. Sono un paio di omicidi, e il copione non lo nega mai, ma t’incoraggia a provare simpatia per loro, il che è interessante, perché ciò che fanno è moralmente reprensibile. Ma dato che vengono ritratti come esseri umani, mentre delle vittime non si viene a sapere nulla, inizi a provare pena per loro. Alla fine ti rendi conto che sono assassini, ma un altro tipo di assassini. Nel contesto della storia c’è il giustiziere che uccide per soldi, ci sono i dottori Knox e Monroe che non hanno scrupoli e poi ci sono i gangster, quindi ci sono molti preconcetti che vanno rivalutati.

Qual è la base della storia ?
Il film si basa vagamente sulla storia vera di William Burke e William Hare, ed è ambientato nel periodo Regency, all’incirca nel 1828 a Edimburgo. Hanno ucciso un sacco di persone per rifornire i ricercatori medici di cadaveri su cui sperimentare. Racconta di come si ritrovano a farlo e come vengono risucchiati a farlo sempre di più perché frutta loro molto denaro, e alla fine di come devono pagarne il prezzo.
A livello di personalità qual è la differenza tra Burke e Hare?
Sono entrambi serial killer ma il suo personaggio Burke sembra, se possibile, un po’ più gentile.
Non direi che siano veramente dei serial killer. Non lo fanno per soddisfare un loro difetto psicologico. Sono omicidi di massa piuttosto che serial killer e credo ci sia una differenza, anche se uno non è meglio dell’altro. Non tengono dei trofei, non bersagliano una demografica particolare, non agiscono per un qualche impulso omicida, lo fanno per soldi. Almeno con i serial killer è facile immaginare quanto siano malvagi mentre per Burke e Hare si tratta di affari. Hare è quello leggermente più dominante dei due, è lui che pianifica, è lui il cervello della coppia. Burke, almeno in questa sceneggiatura, tra i due è il sognatore, quello manipolato, che aspira a essere una persona migliore, ma che si trova incapace di sfuggire al proprio destino.

Com’è stato lavorare con Andy?

Adoro Andy, è un attore molto generoso. Ha un talento straordinario, ma sul set non sfoggia un grande ego, né fa il prezioso. Non occorre mai ‘gestire’ Andy, è una persona aperta e onesta, quindi è stato divertente e siamo andati veramente d’accordo. Avevamo già lavorato insieme e viviamo nella stessa zona, quindi abbiamo fatto “car sharing” per andare sul set ogni mattina, per preservare l’ambiente, ed è stato molto divertente. Tanto che abbiamo dovuto studiare bene la sceneggiatura per capire quando poter essere spiritosi e quando trattenerci.

Qual è la dinamica tra i vostri due personaggi?
Entrambi provengono dalla stessa parte d’Irlanda, la contea di Tyrone, in Irlanda del Nord, e chiaramente sono venuti in Scozia in cerca di fortuna, dove Hare ha conosciuto sua moglie Lucky, che viene dall’Irlanda del sud. Sono grandi amici che stanno sempre insieme e cercano costantemente espedienti per fare soldi. Sono dei tipi truffaldini che, nel momento in cui li conosciamo, cercano di spacciare la muffa da formaggio come cura per tutti i mali! In pratica vivono alla giornata e cercano di tirare avanti, e incappano per caso in questo modo di guadagnarsi da vivere. Non pensano subito: ‘Oh, uccidiamo le persone per soldi’. I primi capitano quasi per caso e poi gradualmente la quantità di denaro che potrebbero guadagnare attira i due fino a consumarli entrambi.

E lei s’innamora di Ginny, interpretata da Isla Fisher…
Esatto, m’innamoro pazzamente del personaggio di Isla Fisher, Ginny Hawkins, che è la donna più bella che Burke abbia mai visto. Lei s’interessa a lui soprattutto perché sembra un uomo perbene, e quindi si crea una sorta di circolo vizioso – Ginny in effetti lo sta sfruttando perché lui deve produrre denaro per mantenere la relazione. L’amore è una cosa molto potente e lei non sa cosa lui faccia per ottenere il denaro. Alla fine, anche lei s’innamora di lui, ma è proprio come dice Burke: “L’ha fatto per amore”.

Com’è stato lavorare con John Landis?
Lavorare con John Landis è stato uno spasso incredibile. Adoro John perché è diretto – ottiene dei risultati molto rapidamente. Non credo di aver mai lavorato con un regista che sul set fila come un treno in questo modo. Questo è perché è abituato a lavorare con intervalli di tempo molto brevi, quindi si svolge molto lavoro in una sola giornata. Non credo di aver mai fatto più di quattro riprese per una scena di questo film, ma mi fido ciecamente di John, quindi se lui dice: ‘Fantastico!’ alla fine di una ripresa, so che lui è soddisfatto, e quindi io sono felice di passare oltre.
Lui è una leggenda. Fa parte della storia di Hollywood, non solo per tutte le persone che conosce e ha incontrato, ma per i suoi capolavori come ‘Un lupo mannaro americano a Londra’ e ‘Animal House’, ‘I Blues Brothers’, ‘Una poltrona per due’… questi sono tra i miei film preferiti, e li ha fatti tutti lui, quindi è stato uno sballo lavorare con lui.

Com’è stato lavorare con Isla Fisher?

Isla è fantastica, è esilarante ed è la tipica ragazza australiana, è molto diretta e sicura di sé. Inoltre, ha dovuto imparare a padroneggiare l’accento scozzese, un compito più difficile rispetto a tutti noi, dato che il suo accento era molto diverso, anche se i suoi genitori sono scozzesi.
Cerca sempre l’aspetto spiritoso di una battuta e cerca di sfruttare al massimo i momenti comici. È un’ottima attrice comica, quindi è molto convincente con le battute. È difficile per le donne sfondare nella commedia, perché spesso sono considerate strane piuttosto che spiritose, e secondo me essere così bella per lei ha rappresentato un ulteriore svantaggio, eppure ci è riuscita con grande stile.

A chi crede che potrebbe piacere questo film?
È stato divertente fare un film in costume. È divertente, cupo, e c’è anche del romanticismo. È uno di quei film che racchiude molti generi. A volte è cruento e a volte è molto romantico e tenero, a volte è tragico, ma spesso è esilarante. Credo sia un film fantastico per chiunque ami il cinema.
Uno dei temi principali sembra essere “fin dove alcune persone sono disposte ad arrivare per fare soldi” e il rovescio della medaglia è che i ricercatori medici possono commettere omicidi e farla franca.

In pratica comportarsi come se fossero Dio.
Certamente. Credo che in questo senso, il film sia pieno di metafore e simbolismi. C’è l’elemento delle classi – la nozione secondo cui le persone approfittano dei più deboli, i ricchi sfruttano i poveri e i poveri ne pagano il prezzo. Mi piace l’idea che il pubblico venga quasi incoraggiato a fare il tifo per Burke e Hare. Osiamo, in quanto pubblico, provare simpatia per loro quando in realtà non dovremmo ? Malgrado il fatto che stiano solo tentando di tirare a campare, in fin dei conti non dovrebbero fare ciò che fanno. Sono persone malvagie e hanno compiuto azioni malvagie, ma nel film veniamo costantemente incoraggiati a non pensare a questo. È quasi come se fosse nostro compito non esserne interessati, e questa idea mi piace molto. Adoro andare a vedere film che mi sfidano o che mi costringono a farmi delle domande, e credo che questa pellicola vi porterà a pensare per parecchio tempo a ciò che i protagonisti hanno fatto.
Si può anche affermare che se non avessero ucciso quelle persone allora la scienza medica non avrebbe fatto progressi e quindi altre persone sarebbero morte. Non è l’argomentazione giusta, perché si tratta di omicidio, ed è reprensibile qualsiasi ne sia il risultato, ma il film vi sfida a riflettere su questo.

Com’è stato lavorare con una costumista pluripremiata e di grande fama come Deborah Nadoolman?
Lavorare con Deborah è stato come un sogno per un ‘nerd’ del cinema come me quanto lo è stato lavorare con John! Deborah è una costumista straordinaria e ha vinto un sacco di premi. Ha cucito a mano la giacca di pelle di Indiana Jones, il che basta per renderla una dea ai miei occhi. È fantastica. Cavolo, è stata lei a dire a Michael Jackson di indossare i calzini bianchi!

Ha delle scene preferite?

Oggi dobbiamo uccidere un sacco di gente – una vecchietta, un giovane schiavo di colore liberato e Christopher Lee! Che spasso. Ho parecchie scene preferite, perché mi sono divertito un mondo con Andy. Ci sono stati parecchi momenti in cui abbiamo dovuto trattenere le risate. L’ultima volta è stata quando Paul Whitehouse è caduto giù per le scale.
Mi sono divertito molto a lavorare con Jessica Hynes in questo film. Non lavoravo con Jess da qualche anno e siamo grandi amici, ovviamente abbiamo un passato in comune. Quando Jess è sul set si diventa tutti un po’ scemi. Girare la scena in cui la sua faccia finiva nel porridge è stato fantastico !

Questo film vanta un cast incredibile. È stato attratto da Landis?
Il cast è straordinario fino al punto in cui un attore del calibro di Paul Whitehouse fa un piccolissimo cameo in cui letteralmente cade per le scale per quanto è ubriaco. Credo che John sia bravissimo a ottenere le persone che vuole – ti fa la corte, ti attira col suo charme.

Qual è il suo film preferito tra quelli di Landis?
“Un lupo mannaro americano a Londra” è il mio film preferito di John Landis solo perché ha avuto su di me da ragazzo un effetto enorme ed è stato di grande ispirazione per me ed Edgar Wright quando abbiamo girato “L’alba dei morti dementi”, proprio per la sua combinazione di commedia e orrore.
John ha creato dei personaggi così incredibili in quel film e li ha messi in una situazione terrificante, ed è stata quella la nostra più grande ispirazione. Quel film ha dimostrato che si può davvero spaventare e divertire allo stesso tempo. Quindi quello è il mio preferito, e al secondo posto c’è ‘Una poltrona per due’, che è un autentico capolavoro della comicità.

DUE PAROLE CON ANDY SERKIS

Cosa l’ha attratta di questo progetto?
L’aspetto che mi aveva attirato di più era l’opportunità di lavorare con John Landis e Simon Pegg. Mi è anche piaciuta la versione satirica e sovversiva della sceneggiatura riguardo i progressi della scienza e il perseguimento della verità scientifica con dubbi mezzi.
Inoltre mi piaceva il modo in cui trattava questo periodo della storia, cioè con ironia piuttosto che con arroganza e volgarità.

Potrebbe spiegarci qual è il tono dell’opera ?
Come si possono rendere questi due personaggi attraenti? Se ci pensate, sono degli assassini, sono persone piuttosto ignobili, orribili, quindi come si può fare il tifo per loro ? La sfida era renderli simpatici e far sì che il pubblico seguisse il loro viaggio.
Più parlavo con John, più eravamo decisi sul fatto che Hare fosse una persona amorale, non immorale. Non è machiavellico, non è uno psicopatico né un serial killer, non uccide per uno strano problema psicologico.
Nel film dice: “Ogni uomo ha il diritto di guadagnarsi da vivere, e perché noi dovremmo essere diversi?” Secondo il suo pensiero, le persone finiscono comunque con il morire, quindi i due le stanno solo aiutando a farlo. Hare razionalizza ciò che fanno, quindi in realtà sta negando i fatti.

Come le hanno descritto Nick e Piers il personaggio di Hare?
Nelle spiegazioni di scena dicono che comprende molto bene i principi capitalisti e la psicologia delle masse, ed è proprio così. Quella era un’epoca di illuminazione, ma anche della nascita del capitalismo, quindi c’è un elemento molto astuto di satira nel film. Il modo in cui è scritto e il modo in cui lui parla, è quasi come se William Hare fosse l’architetto del principio capitalista e già questo è di per sé molto divertente.

Perché questo film piacerà al pubblico?

Ne parlavo con mia figlia undicenne e stavamo ideando degli slogan per il film. Secondo lei è il film con cadaveri per famiglie dell’anno – dark, piuttosto folle, ma incredibilmente divertente. C’è molto slapstick e la comicità è sciocca, eppure ha una solidità e sembra un film in costume serio. C’è grande follia quando sullo schermo appaiono Ronnie Corbett e la sua milizia, che sembrano un incrocio tra Benny Hill e i poliziotti delle comiche.
Come ha detto John Landis all’inizio, io e Simon siamo come dei malvagi Stanlio e Ollio. È un po’ cruento, raccapricciante e macabro, ma intelligente e arguto. Credo che ci sarà qualcosa per tutti in questo film.

Com’è stato lavorare con John Landis?
È completamente diverso da qualsiasi altro essere sul pianeta! Lo adoro. Credo sia assolutamente fantastico. Non avevo mai incontrato qualcuno che conoscesse Hollywood quanto lui. Lui vive, respira, dorme e mangia Hollywood e i vecchi film.
Non fa prigionieri, ed è molto diretto e onesto. Non ha paura di essere se stesso ed è una forza della natura. Se non ottiene quello che vuole, si fa sentire e volano scintille. Ma è il risultato della sua grande onestà e il desiderio di fare quello che è giusto per il film.

Come funziona la dinamica tra lei e Simon Pegg?

Adoro lavorare con Simon. È molto onesto e piuttosto riservato. Tutti credono che faccia lo spiritoso tutto il tempo. Come attore può anche essere esilarante, ma ha anche un grande talento drammatico.
Entrambi dobbiamo fare questi accenti nord-irlandesi, il che non è facile, perché i personaggi sono tutti scozzesi, eccetto Jessica che ha un accento sud-irlandese, quindi cercare di mantenere l’accento nord-irlandese è davvero tosto. Noi abbiamo un detto che dobbiamo ripetere prima di ogni ripresa: “Dei prudenti tutori possono curare la tua voce dalle tonalità nocive e dai suoni rozzi tramite respiri attenti posizionati chiaramente con facilità”. Dobbiamo dirlo prima di ogni ripresa per evitare di perdere la concentrazione!

Crede che in questo film siano trattati dei temi moderni? L’idea basilare della sopravvivenza?
C’è una risonanza moderna. È interessante: anche se Burke e Hare sono degli assassini, non sono veramente i cattivi dell’opera. I cattivi del film sono l’aristocrazia – le persone che ottengono i veri profitti dai cadaveri.
Inoltre, la scienza non sarebbe ciò che è oggi e non avremmo fatto tanti progressi nella nostra comprensione del corpo umano se non avessero dissezionato i cadaveri per mostrarli ai giovani studenti dell’epoca, per spiegare loro il funzionamento dell’intero corpo umano. Quindi si tratta di un’ironia un po’ perversa e strana.

Come si può paragonare questo film con altri che ha girato in precedenza?

È molto diverso per me. Prima d’ora non ho mai veramente fatto una commedia satirica come questa. Occorre trovare un equilibrio – bisogna mantenere un certo realismo senza però abbandonare la commedia.
Con gli omicidi che rappresentiamo qui, c’è una linea sottile tra l’inaccettabilità della brutalità e quindi la possibilità di perdere pubblico, ma allo stesso tempo, i due personaggi devono essere credibili, minacciosi, malvagi, però senza essere troppo macabri. È un equilibrio fragile, e da quel punto di vista questo film per me ha rappresentato una sfida. Di solito mi piace studiare una parte molto a fondo prima di recitarla. Ho lavorato su progetti che si sono evoluti durante un periodo di tempo molto lungo, quindi in questo caso è stato come essere gettati nella fossa dei leoni.

Qual è il suo film preferito tra quelli di John Landis?
Questa è una domanda impossibile ! “I Blues Brothers” è sempre stato uno di quei film che rivedo volentieri, e ora lo sto mostrando ai miei figli, che lo adorano – è fantastico riviverlo con loro. “Un lupo mannaro americano” è un film geniale, come lo è anche “Una poltrona per due”, quindi probabilmente sono questi tre. Mi hanno accompagnato nella crescita e sono i primi film che ho visto con cognizione.

DUE PAROLE CON ISLA FISHER

Com’è lavorare con John Landis ?
Sono una fan di John Landis da quando ho visto tutti i suoi film, da I Blues Brothers a Un lupo mannaro americano a Londra a Il principe cerca moglie, Una poltrona per due e I tre amigos! Sono cresciuta guardando i suoi film. Abbiamo lavorato a grande velocità perché John ha una grande esperienza e un grande entusiasmo – è una macchina piena di energia. È magnifico perché non hai l’ansia sulle scelte che hai fatto per una determinata scena.
Mi piace l’approccio di John. Non interferisce con il tuo processo creativo – non sbarca sul set dicendoti come devi interpretare il tuo personaggio. Ti concede lo spazio per essere creativo e credo sia questo a renderlo un grandissimo regista.

Per quale motivo ha voluto fare il film ?
Uno dei motivi per cui ho voluto girare questo film è stato per lavorare con Simon Pegg! Sono un enorme fan di Simon Pegg dai tempi di Spaced e ho seguito tutto il suo iter da L’alba dei morti dementi a Hot Fuzz e oltre. Inoltre, mi piaceva enormemente la storia e Ginny mi è sembrata un personaggio fantastico da interpretare.

Ci parli di Ginny…
All’inizio Ginny è una sorta di ragazzina di strada. È una tosta che ha dovuto imparare a sopravvivere per conto suo. Alla fine s’innamora di William Burke e riesce a recitare Shakespeare sul palco, il che è il suo sogno di una vita. Purtroppo perde Burke perché lui ha commesso dei crimini tremendi. Il loro non è un lieto fine, ma in un certo senso, alla fine della storia, Burke esce di scena sapendo di aver vissuto l’amore, e lo stesso vale per Ginny.
Io non credo che lei sfrutti Burke, credo che inizialmente lei lo incontri e lo scelga come mecenate, ma Burke è un uomo talmente umile, modesto e buono che lei finisce per provare sentimenti più profondi per lui. Sente di non poter consumare il loro rapporto troppo presto per timore di perdere il suo sogno, quello di mettere in scena una commedia che lui sta finanziando. Il loro rapporto è molto interessante – si basa su passioni soppresse. È divertente interpretare Ginny perché è sfaccettata.

Come si è trovata coi costumi ?
Deborah è una costumista di grande esperienza, una donna molto creativa con una grande immaginazione e ha creato per noi dei costumi molto dettagliati – molti erano confezionati a mano e hanno creato una silhouette adatta per ogni personaggio.

Cosa ci può raccontare di memorabile ?
Incontrare Ronnie Corbett è stato un sogno che si avverava. Ero così emozionata ma ho cercato di far finta di niente. Mia madre è venuta sul set e non si è trattenuta per niente, le ho dovuto dire di darsi una calmata! Ronnie è un tesoro, è incredibile, e ha rappresentato una parte importante della mia infanzia.

E sul fatto di girare a Edimburgo ?
Faceva molto freddo ma io adoro Edimburgo. Sono andata con mia madre e mia figlia da Jenners, dove mia nonna portava mia madre a prendere il tè. Ci siamo divertite moltissimo e abbiamo visitato i musei, le gallerie d’arte e abbiamo esplorato l’intera, magnifica città.

DUE PAROLE CON JESSICA HYNES

Per quale motivo ha accettato la parte ?
Il mio agente mi ha chiamato chiedendomi: ‘Ti va di fare un film con John Landis?’ E ho risposto di sì, senza leggere il copione o altro. Poi John mi ha chiamato dicendomi: “Sono così contento che hai accettato di fare il film.” Ero così lusingata, non riuscivo a credere che John Landis mi avesse chiamato. Poi mi ha chiesto che ne pensavo della sceneggiatura e gli ho risposto che non l’avevo neanche letta! Chi lo respingerebbe? Avrei accettato di interpretare la vecchia strega che moriva in un fosso senza battute pur di far parte del film! John è una leggenda della regia, inoltre c’erano Simon (Pegg) e Andy (Serkis), quindi ho risposto: “Certo che lo faccio !"

Com’è lavorare con John Landis ?
Lui è stupendamente iconico. Il film migliore in assoluto per me è I Blues Brothers. I suoi film sono tra i miei cinque film preferiti di tutti i tempi. Ora che ho lavorato con lui mi rendo conto che uno dei motivi per cui riesce a fare queste commedie fantastiche è che ha uno spirito davvero indipendente. Non è il tipico regista degli studi hollywoodiani ed è questo che lo rende una persona interessante con cui lavorare. Ha delle idee tutte sue riguardo i progetti che vuole sviluppare e come vuole svilupparli. È uno sballo lavorare per lui.
Una cosa che è accaduta sul set vi darà un’idea di cosa vuol dire lavorare con John Landis. Ero seduta nel pullman adibito a mensa e ho iniziato a parlare con questi tizi con i basettoni, in costume e io credevo fossero delle comparse. Poi ho scoperto che quello seduto accanto a me era stato l’operatore della steadicam di Shining e Gandhi. John ha conosciuto tutte queste persone incredibili e loro vengono sul set un giorno solo per fare una comparsata perché sono suoi amici.

Cosa ci dice del suo personaggio Lucky ?
Non è una signora. È una sorta di assassina irlandese ubriacona, in realtà, ma ha un rapporto bellissimo con Hare. Lei e Hare hanno una relazione lasciva e sensuale. Si odiano però si amano anche. È molto intenso ma si divertono molto.

Com’è lavorare con Simon Pegg e Andy Serkis ?
Sono così bravi, mi ritengo molto fortunata per aver lavorato con loro. Sono molto diversi tra loro in quanto attori, ma sono entrambi molto spiritosi. Ovviamente io avevo già lavorato a lungo con Simon in passato, lo conoscevo bene, e ci siamo divertiti moltissimo.
Andy è fantastico e ci siamo divertiti molto a girare le nostre scene insieme. Abbiamo girato una scena in cui dovevo dargli uno schiaffo, e poi, all’ultima ripresa, John mi dice: ‘Non serve che gli dai un altro schiaffo.’ Invece Andy mi fa: ‘No, dai, schiaffeggiami.’ E io gli dico: ‘Sei sicuro che vuoi che lo faccia?’ e lui: ‘Sì, dai, fallo.’ Così ho girato un’altra versione in cui gli ho mollato uno schiaffo fortissimo e si è ribaltato!

DUE PAROLE CON TOM WILKINSON

Com’è l’atmosfera del film ?
È una combinazione di horror e commedia. È scritto molto bene. Sarei stato meno convinto di farlo se fosse stato un dramma storico più serio.

E il suo personaggio ?
Il dottor Knox chiede a Burke e Hare di fornirgli dei cadaveri perché la sua passione è quella di creare una mappatura anatomica del corpo umano, dall’interno e dall’esterno. È spinto da questa passione, e malgrado scopra che i metodi di Burke e Hare non siano proprio legali, non gli interessa. Il primo quarto del 19esimo secolo è stato un’epoca interessante perché le persone come Knox volevano fare sempre più scoperte e progressi. Il periodo era caratterizzato da un dinamismo fantastico, era in corso la rivoluzione industriale, e Knox è di una spietatezza che in un certo senso rispecchia quella delle persone che costruirono l’impero britannico.

E John Landis ?
John è una leggenda della commedia americana e lo trovo affascinante.

E i costumi ?
Knox è una sorta di dandy. Credo abbia una natura abbastanza esibizionista, ama pavoneggiarsi. Ha questi gilet particolarmente vistosi che catturano lo sguardo, e che sono magnifici.

DUE PAROLE CON TIM CURRY

Come è stato coinvolto nel film ?
Io e John Landis siamo amici da anni. Ha prodotto un film che ho girato che si chiama Signori, il delitto è servito un centinaio di anni fa e poi ha diretto il film Oscar – un fidanzato per due figlie, che ho girato con Sylvester Stallone. Siamo vecchi amici. Ci scambiavamo email mentre cercava le location per questo film, e mi firmavo sempre come ‘Tim Curry, membro fondatore della compagnia di repertorio di John Landis’. Adoriamo semplicemente lavorare insieme.

Cosa ci dice di John Landis ?
John è il più grande conoscitore di cinema al mondo, ha visto ogni film mai girato. Non è come andare sul set di un regista che si affida al direttore della fotografia per stabilire ogni inquadratura, John sa esattamente quello che vuole, sa esattamente cosa fa una cinepresa e sa esattamente dove la vuole. Lavorare con lui è come fare una Master Class di cinema. Sono intrigato dalle sfide tecniche che caratterizzano le riprese di un film e John ha un’energia straordinaria e un occhio incredibile per i dettagli.
È pronto a sporcarsi le mani – e te le mette letteralmente addosso! In pratica ti trascina dove vuole che ti posizioni.

E del suo personaggio ?
Il dottor Monroe è un chirurgo maniacale, zelante e ferocemente competitivo, che è fissato con i piedi! Sa tutto quello che c’è da sapere sui piedi e in particolare gli piace amputarli con una sega. È una sorta di feticista del piede, un podologo. È in seria competizione con il dottor Knox e i due tentano di mettersi i bastoni tra le ruote a vicenda. La rivalità è profonda e disperata. Monroe è un tipo molto arrogante, ma è molto divertente interpretarlo, perché viene continuamente ostacolato.

DUE PAROLE CON RONNIE CORBETT

Come è stato girare il film nella sua Edimburgo ?
È bello girare a Edimburgo, conosco tutti i vicoletti – è bello conoscere il posto in cui ti trovi a lavorare. Io e mia moglie abbiamo una casa a East Lothian da circa 28 anni, quindi ci veniamo piuttosto spesso.

Conosceva la storia di Burke e Hare ?

Non conoscevo la loro storia nel dettaglio, ma ci sono cresciuto, perché mio padre ci portava al Lyceum Theatre e ogni tanto ci capitava di vedere una produzione teatrale su Burke e Hare, quindi erano personaggi familiari per me. Sono molto famosi in Scozia, o meglio la loro è una storia molto ‘well-kent’, molto nota, come si dice da queste parti. Ma, come me, non credo che la gente ne conosca i dettagli. Tuttavia i posti in cui sono accaduti questi eventi macabri, come il cimitero di Greyfriars, l’università… sono posti che qui fanno parte della vita quotidiana di tutti.

Per quale motivo ha voluto partecipare al film ?
In questo settore, se ti viene chiesto di fare una cosa e ti piace, la fai! Anche dopo tutti questi anni, quando all’improvviso squilla il telefono e qualcuno ti suggerisce un lavoro, ti brillano gli occhi. Mi piace mantenermi in attività. Inoltre, John Landis è un uomo divino e un regista famoso di commedie famose del passato, quindi sapevo di essere in buone mani.

DUE PAROLE CON CHRISTOPHER LEE

Per quale motivo ha voluto partecipare al film ?
È molto semplice, per John Landis. Lo conosco da 30 anni. Abbiamo recitato insieme in 1941: Allarme a Hollywood di Steven Spielberg e mi ha diretto in The Stupids, quindi abbiamo mantenuto i contatti negli anni. Mi ha invitato a pranzo e mi ha detto che voleva che accettassi un ruolo in un film che stava girando intitolato Burke & Hare e ho subito pensato che avrei dovuto uccidere delle persone, cosa in cui ormai sono un po’ arrugginito! Per fortuna, John mi ha rassicurato che si trattava di una commedia, che avrebbe avuto bisogno di me per un solo giorno e che avrei avuto pochissime battute. In realtà, interpreto un personaggio che non ne vuole sapere di morire ! Credo che abbiamo aggiunto una terza resurrezione per lui. Lo faccio per John, perché lo ritengo un ottimo regista e un carissimo amico.

LE LOCATION

Girato durante uno degli inverni più rigidi che il Regno Unito abbia visto in molti anni, il cast artistico e tecnico ha sopportato temperature sottozero, piogge torrenziali, nevischio e neve… spesso tutti in un giorno solo! Ma come John Landis ha fatto notare a tutti: “Questa dovrebbe essere l’Edimburgo del 1828 – sullo schermo sarà magnifico !”
L’ultimo giorno del gennaio 2010 ha visto l’inizio delle riprese di BURKE & HARE. Sono iniziate le riprese sulla tenuta Luton Hoo nel Bedfordshire dove sono stati costruiti i set per la rissosa taverna in cui l’attrice in erba Ginny (Isla Fisher) cattura l’attenzione di Burke (Simon Pegg) ; come anche il quartier generale della milizia del Capitano McLintoch (Ronnie Corbett) e la pensione di Hare nel ghetto di West Port dove Burke & Hare danno inizio alla loro serie di omicidi. Si sono tutti trasferiti poi agli Ealing Studios per le scene ambientate nella cella della prigione con Burke, Hare, Ginny e Lucky.
Lo storico Wilton’s Music Hall dell’East End di Londra ha servito da set per le scene in cui Ginny tiene i provini e gli spettacoli della sua produzione tutta al femminile di Macbeth – finanziato da un Burke stregato dall’amore!
È seguita poi una settimana di riprese alla Knole House, un’incredibile tenuta e casa di campagna della National Trust a Sevenoaks, nel Kent, che è diventata la frenetica piazza del mercato di Edimburgo, in cui alla fine si tiene l’impiccagione di Burke e la magnifica casa di Osterley Park nell’ovest di Londra, che ha fatto da “controfigura” alla Royal College of Surgeons di Edimburgo.
A metà febbraio il cast artistico e tecnico si è spostato a Edimburgo e Stirling per una settimana, per riprendere gli esterni della città, inclusi sia il castello di Edimburgo che quello di Stirling, come anche una serie di vicoli bui e malsani in cui Burke & Hare compievano le loro vili azioni. L’ultimo giorno di riprese a Edimburgo ha portato la produzione alla famosa Scuola di Anatomia dell’Università di Edimburgo, dove è ancora appeso uno scheletro molto famoso – quello di William Burke, che quindi appare realmente nel film.
Gli esterni del teatro sono stati girati nel cuore di Marylebone a Londra, mentre lo storico Domey Court è stato usato per ricreare l’ufficio del Dott. Knox.
Gli esterni delle scene nel cimitero sono stati girati di notte al West Wycombe, vicino alle caverne in cui si radunava il famigerato Club infernale.
Una volta completate le riprese notturne, la produzione è tornata alla Somerset House a Londra per girare gli esterni della Royal College of Surgeons e l’elegante strada di Londra in cui Hare e Lucky guidano la processione quando mettono su la loro nuova attività di pompe funebri.
L’ultimo periodo delle riprese si è tenuto di nuovo a Luton Hoo, dove sono stati costruiti dei set per la pensione di Hare, la taverna The Gravedigger’s Arms (La Taverna del Becchino) e il ghetto di West Port.
L’ultimo giorno di riprese si è svolto nei boschi di Bourne vicino a Farnham, nel Surrey… si sono aperte le cateratte del cielo e si è dovuta disimballare di nuovo l’attrezzatura resistente all’acqua!

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