A cura di Simone e Valentina

IL ROMANZO IN ITALIA

1- Dati Tecnici

In Italia Il Codice da Vinci è stato pubblicato dalla casa editrice Mondadori, stampato nella tipografia di Cles nell’ottobre 2003 e pubblicato il mese successivo per la collana Omnibus. La traduzione è ad opera di Riccardo Valla.
Il libro viene stampato in cameron a bobina, in formato 14,0 x 21,5 cm, con carattere palatino, corpo 11. E' composto in cartonato fresato con copertina in cartone da 1,8 mm e sovraccoperta che frontalmente riporta un’elaborazione grafica della Gioconda di Leonardo Da Vinci, mentre il retro riporta un’immagine dell’autore Dan Brown, immortalato dal fotografo Jerry Bauer. Il volume, nell’edizione tradizionale, ha 528 pagine.
Il costo di stampa è di 96 centesimi a copia, per poi essere rivenduto nelle librerie a 18,60 €.
In italia, dall’ottobre 2004 sono state fatte 68 ristampe da 20.000 copie l’una, in totale quindi 2.300.000 copie.
Il progetto per la sovraccoperta è stato realizzato dall’art director Giacomo Callo, su un progetto di Cristiano Guerri.

Il cambiamento del peritesto editoriale rispetto all’edizione americana è stata una scelta della Mondatori per alzare surrettiziamente il target, dando al volume un aspetto più raffinato e meno commerciale. Questo perché è noto che la copertina incide molto sulla scelta di un testo e sulla percezione che ha il lettore del libro. In pubblicità tale processo viene definito“product placemement”.

Nel dicembre 2004 è stata pubblicata anche in Italia l’edizione illustrata del romanzo; il prezzo di listino è di 25,00€.
Nell’agosto del 2005 è stata pubblicata l’edizione tascabile del romanzo, dalla collana “Miti” della Mondadori, al prezzo di soli 5€. Questo volume è ora fuori produzione.

2- Reazioni al Codice in Italia

In Italia il romanzo ha sollevato molteplici reazioni soprattutto da parte della Chiesa cattolica e dell’Opus Dei che hanno definito Il Codice da Vinci un libro nero, da censurare o addirittura eliminare, in quanto eretico. Diversi esponenti della Chiesa si sono pronunciati sull’argomento:
Il cardinale Esilio Tonini afferma che “Il Codice da Vinci opera una doppia mistificazione; dal punto di vita esoterico e dal punto di vista artistico, per come descrive l’opera di Leonardo. E ripropone l’antica eresia poetica che negava la natura divina di Gesù.(….) Credo che molti abbiano letto il libro solo per curiosità ma non diano troppo importanza alle sue affermazioni. Tanti hanno provato a intaccare la figura di Gesù nel corso dei secoli,ma non ci sono riusciti.”
Il cardinale Tarcisio Bertone dichiara invece: “Non leggetelo e non comprate nemmeno il Codice da Vinci, il suo successo è dovuto solo all’ignoranza di alcuni lettori a proposito di storia e religione!”

Più incisiva e tagliente la risposta della prelatura dell’Opus Dei. L’Opus Dei ha dichiarato le affermazioni del testo nei propri riguardi “una indegna e falsa rappresentazione”, irrispettosa nei confronti dei lettori e dei milioni di fedeli cristiani, e sul proprio sito internet italiano ha collezionato una vasta serie di articoli tutti miranti a smantellare quanto scritto dall’autore del romanzo e dove le parole “falsificazione”, “imbroglio”, “codice truffaldino” ricorrono frequentemente .
C’è addirittura chi si è spinto a chiamare il romanzo un “astuto thriller che nasconde la voglia di distruggere la dottrina cattolica e la storia della Chiesa” quasi fosse un atto terroristico.

C’è da dire quindi che la pubblicazione di questo romanzo ha mandato in subbuglio gli esponenti della Chiesa, che si sono subito mobilitati rispondendo a tono alle presunte accuse di Brown.
Il cardinale Tarcisio Bertone, seguito poi da altri prelati, nel marzo scorso decise di organizzare un incontro pubblico per sfatare quelle che definiva la “falsità” del libro. “Le idee di fondo del Codice da Vinci – disse il cardinale nell’occasione – sono ancora in voga in alcuni ambienti, soprattutto tra i protestanti americani. Tali tesi sono basate sui vangeli gnostici e secondo queste dottrine la Chiesa cattolica non sarebbe la vera Chiesa fondata da Gesù ed il messaggio che essa tramanda non corrisponderebbe al vero messaggio del Cristo''
.
Questo susseguirsi di dichiarazioni ha agito come legna sul fuoco incuriosendo tanti che ancora non avevano letto il Codice ed inducendoli a leggerlo per capirci di più.
Forse è proprio per le numerose polemiche da parte dei cattolici che è sparita, a partire dalla sesta ristampa italiana, la pagina “Informazioni Storiche” dove l’autore dichiarava esplicitamente che le varie descrizioni di rituali all’interno del libro risalivano a fonti storiche e quindi a fatti realmente accaduti, sostituita da una pagina interamente bianca, per riapparire solo dopo numerose segnalazioni.

Per quanto riguarda gli articoli su giornali e riviste, sarebbe impossibile poterli citare tutti; uno dei più significativi, è quello di un giornalista cattolico che non appoggia la teoria di Brown ma afferma che la Chiesa cattolica deve solo imparare dal successo del Codice Da Vinci come dal film La passione di Cristo: “La lezione alla chiesa consiste nell’incoraggiarla ad usare media moderni, che sono realmente efficaci, come Dan Brown ci ha mostrato”(…) “Milioni di persone hanno comprato un libro che parla del cristianesimo, nonostante riportasse un’erronea prospettiva della religione ci suggerisce che forse c’è molto più interesse nel Cristianesimo di quanto crediamo.”

Anche Umberto Eco, il cui nome è stato associato più volte a quello di Brown per via dei suoi “gialli storici”, si è pronunciato sul fenomeno “Codice da Vinci” nelle pagine dell’Espresso, cercando più che altro di indagare le ragioni del successo e della reazione violenta da parte della Chiesa: “la gente è assetata di misteri (e di complotti) e basta che gli offri la possibilità di pensarne uno in più (e persino nel momento in cui gli dici che era l'invenzione di alcuni furbacchioni) ed ecco che tutti incominciano a crederci. Credo sia questo che preoccupa la Chiesa. La credenza nel 'Codice' (e in un altro Gesù) è un sintomo di scristianizzazione. Quando la gente non crede più in Dio, diceva Chesterton, non è che non creda più a nulla, crede a tutto. Persino ai mass media.”

3- Evoluzione del Codice

Uno delle più rilevanti forme di evoluzione del Codice da Vinci è il suo “seguito”, Angeli e Demoni, pubblicato dalla Mondatori nel 2004 (nonostante sia stato scritto prima del Codice), con una tiratura di 1.180.000 seguito da un terzo libro dello stesso autore, ma di contenuto totalmente differente, La verità del ghiaccio, 710.000 copie, già giunto all’8° edizione.

Il secondo libro è ambientato in Italia ed ha persino contribuito a incrementare il turismo a Roma, grazie all’organizzazione di un tour che ripercorre le tappe del protagonista del libro, tra il Vaticano e le numerose chiese della capitale.
Già dopo pochi mesi dalla pubblicazione del libro sono fiorite diverse società, tra cui la "Tour ufficiale di Angeli e Demoni", che promette di far visitare la chiesa di Santa Maria del Popolo, piazza San Pietro, il Pantheon, Piazza della Minerva, Castel Sant'Angelo e il Passetto di Borgo: 4 ore per 49 euro a persona. Ma c'è anche la possibilità di soggiornare all'Hotel Bernini, altro luogo simbolo della vicenda. Il tour è disponibile anche per le gite scolastiche: 35 euro a persona.

In conseguenza alla pubblicazione del Codice, come abbiamo già detto, c’è chi si è occupato di scrivere e pubblicare saggi mirati a distruggere la teoria del Codice da Vinci, nonostante Bown stesso avesse più volte affermato che le sue parole nel testo non sono altro che frutto della sua immaginazione.
Ecco alcuni titoli di libri pubblicati in italiano:
– José Antonio Ullate Fabo, Contro il Codice da Vinci, Sperling& Kupfer, Milano 2005
– Darrell L. Bock, Il Codice da Vinci. Verità e Menzogne, Armenia, Milano 2005
– Andrea Tornielli, Inchiesta sulla Resurrezione, pubblicato con Il Giornale, 2005

Che differenza c’è quindi tra quello che il libro realmente era e quello che è diventato?
Il Codice da Vinci ha alzato un notevole polverone attorno a se’ e questo ha contribuito non poco al suo ineguagliabile successo. Non sappiamo se Dan brown, quando lo scrisse, avesse previsto una tale mobilitazione ma certo è singolare che la forma di conoscenza e testimonianza più antica del mondo, un libro, abbia coinvolto ogni sfera del mondo mediatico. Racchiuso in questo enorme sistema, il Codice è l’esempio lampante del modo in cui una notizia possa diventare cibo per i mass media che la inglobano e la trasformano , proponendola tramite tv, internet, cinema, radio ecc. costringendola in un circolo vizioso e viziato: polemiche e critiche che attirano l’attenzione aumentandone il successo, successo che accresce le polemiche incitando le voci.
Questo è ciò che ha fatto diventare Il codice da vinci uno dei più grandi eventi mediatici del 21 secolo.