David Denby del New Yorker pubblicherà oggi la recensione di Uomini che Odiano le Donne. Che male c'è, direte voi. Ebbene, sarà la prima recensione del film, e sarà l'unica disponibile fino al 13 dicembre, sempre che a questo punto altri siti o magazine non decidano di violare a loro volta l'embargo richiesto dalla Sony durante le proiezioni stampa di qualche giorno fa, e che tutti i partecipanti (Denby incluso) hanno firmato.

Andiamo con ordine. Denby ha visto il film di David Fincher, assieme a diversi altri critici, il 28 novembre, il giorno prima delle votazioni del New York Film Critics Circle. L'organizzazione aveva deciso, a sorpresa, di anticipare di due settimane i propri premi, prima di quelli del National Board of Review, costringendo la Sony a mostrare prima del previsto Uomini che Odiano le Donne (una decisione che lo stesso Denby ha contestato perché la Warner non è riuscita ad anticipare Molto Forte, Incredibilmente Vicino, uno dei principali contendenti agli Oscar 2012). Ironicamente il film non ha ottenuto alcun premio.

Denby, come tutti gli altri critici, ha firmato l'embargo alle recensioni fissato per il 13 dicembre, ma successivamente ha annunciato che pubblicherà la propria recensione oggi, violando l'embargo.

Questo ha scatenato l'inferno: la Sony ha mandato immediatamente una comunicazione ai critici che avevano visto il film, chiedendo di non seguire l'esempio di Denby. Ecco un estratto:

Tutti quelli che hanno partecipato alle proiezioni di Uomini che Odiano le Donne hanno accettato di non pubblicare recensioni se non vicino alla data di uscita del film. Purtroppo uno dei vostri colleghi, David Denby del New Yorker, ha deciso di violare questo accordo e pubblicherà la propria recensione il 5 dicembre, una cosa inaccettabile. Siccome permettiamo ai critici di vedere i film prima dell'uscita, in momenti diversi, gli embargo rimettono in pari le cose e permettono alle recensioni di uscire nel periodo in cui i film vengono distribuiti, quando il pubblico è maggiormente interessato. […] Abbiamo parlato di questo problema con il New Yorker e ci aspettiamo di prendere delle misure affinché non avvengano più violazioni di questo tipo. Nel frattempo, l'embargo è ancora valido.

Nel riportare questa lettera, Nikki Finke su Deadline fa alcune considerazioni in parte condivisibili anche se un po' apocalittiche ("siamo a un passo dall'entrare a far parte del meccanismo pubblicitario di Hollywood", "il cielo ci salvi quando avverrà che gli studios riusciranno finalmente a controllare tutti i media"). Ma si tratta di considerazioni semplicistiche: se si firma un embargo, ci si assume la responsabilità di questa azione (anche nei confronti degli altri giornalisti). Non ha senso firmare un embargo, vedere un film in anteprima e poi pubblicare una recensione violando la parola data.

Ma perché Denby ha deciso di violare l'embargo? Questo è ancora un mistero. Secondo il New York Post si tratterebbe di una forma di protesta contro il NYFCC e la sua decisione di anticipare i premi, che come abbiamo detto ha indispettito lui e altri membri del circolo. Ma ThePlaylist ha avuto accesso allo scambio di mail tra Denby e il produttore Scott Rudin, e dalla corrispondenza emergerebbe un altro problema. Ecco un sunto:

RUDIN:
Violerai l'embargo? Sono davvero sconvolto. E' una mossa davvero pericolosa e una totale contravvenzione a ciò a cui hai accettato di partecipare. Sei una persona d'onore.

DENBY:
Scott, so che Fincher stava lavorando al film fino all'ultimo minuto, ma le date di uscita di quest'ultima parte dell'anno sono troppo ravvicinate. E' un sistema distruttivo: vengono proposti otto bei film tutti in una sola volta, nell'arco di cinque settimane. Un magazine come il New Yorker deve cavarsela meglio che può. Non volevo violare l'embargo, e non lo avrei mai fatto con una recensione negativa. Ma siccome il film mi è piaciuto, abbiamo deciso di pubblicare la recensione per questi motivi:

  1. L'affollamento di film importanti è veramente difficile da gestire sui magazine cartacei. Non vogliamo pubblicare un mucchio di piccole recensioni a Natale. Il New Yorker non lavora così. Anthony e io non vogliamo scrivere queste recensioni, e i nostri lettori non vogliono leggerle.
  2. Come molti settimanali, faremo un numero doppio alla fine dell'anno, un momento cruciale. Esacerba il problema.
  3. Il New York Film Critics Circle ha deciso di anticipare le votazioni, come ben sai, al 29 novembre, una cosa che ha fatto infuriare me e Owen Gleiberman. La votazione anticipata ha comportato una proiezione anticipata di Uomini che Odiano le Donne. Avevamo questo dilemma: cosa avremmo messo nel magazine il 5 dicembre? Certamente non La mia vita è uno zoo, o come cavolo si chiama. Dovevamo inserire qualcosa di serio nel nuovo numero, o avremmo dovuto aspettare gennaio [perché non intendiamo pubblicare otto piccole recensioni a natale]. E abbiamo scelto il film di Fincher. Mi scuso per l'embargo, ma è stato un caso limite impostoci dalla follia distributiva di fine anno.

RUDIN:
Tutto questo mi fa molto piacere, David, ma devi mantenere la parola data. Hai accettato di onorare l'embargo, e per questo ti abbiamo fatto vedere il film. […] Il fatto che la recensione sia positiva è inconsistente, e sospetto che tu lo sappia. Hai danneggiato gravemente il film, e in tutta onesta ora non posso più invitarti a vedere i miei prossimi film, incluso il nuovo film di Stephen Daldry. Non posso ignorare questa cosa. […] Hai violato la parola data, ed è una cosa profondamente immorale. Se non eri preparato a rispettare l'embargo, avresti dovuto comportarti con onore e dirlo prima di accettare l'invito. Così facendo, invece, causerai l'uscita di tutte le recensioni del film un mese prima della sua uscita nei cinema.

Insomma, Rudin ha bandito (sicuramente in via temporanea) Denby dalle future proiezioni dei film da lui prodotti, ma ci risulta difficile pensare che un critico di fama internazionale come lui verrà bandito anche dalle proiezioni Sony (mentre se la stessa violazione fosse stata portata avanti da un blog, un sito o un magazine minore, probabilmente la conseguenza sarebbe stata l'esclusione totale dalle future anteprime della major, il che dal suo punto di vista ha perfettamente senso).

Ma dalle mail emerge anche l'annoso problema carta stampata vs internet. Parlando a Rudin, Denby evidenzia come sia impossibile per un settimanale come il New Yorker pubblicare molte recensioni sotto Natale, una questione che per un sito internet non si pone assolutamente. Fino a oggi, il magazine pubblicava i contenuti contemporaneamente sul proprio sito e sulla versione cartacea (finendo spesso per essere una delle ultime testate a pubblicare le recensioni del weekend, uscendo di lunedì). E' idiosincrasia che il New Yorker, dopo quanto accaduto, si troverà a dover affrontare seriamente…