Questa estate abbiamo partecipato, insieme ad altri esponenti della stampa cinematografica web di varie parti del globo, ad una roundtable virtuale con Don Hahn, il leggendario produttore di innumerevoli capolavori della Walt Disney come La Bella e La Bestia e Il Gobbo di Notre Dame.

Ovviamente la conferenza era incentrata sulla rimasterizzazione 3D del Re Leone in arrivo l'11 novembre nei cinema italiani e il trenta in home video.

Ora, in occasione dell'uscita del film, possiamo finalmente condividere con voi quanto emerso nel corso dell'evento…

Se avessi dovuto realizzare il film ora, nel 2011 piuttosto che 17 anni fa, pensi che sarebbe stato differente? La tecnologia attuale ti sarebbe tornata utile per dare forma a qualche soluzione che non hai potuto affrontare al tempo?
Dal 1994, ci sono stati dei notevoli passi in avanti nel campo dell'animazione. Senza ombra di dubbio ci saremmo approcciati al Re Leone in maniera profondamente differente. Non penso che avrebbe avrebbe influenzato la storia, quanto la realizzazione. Non so neanche se lo avremmo fatto in computer grafica. L'Africa è una tavolozza vivente di colori e la sua natura selvaggia, i suoi paesaggi, i suoi personaggi sembrano fatti apposta per l'animazione classica.

Qual è stata la tua reazione una volta vista la versione finale del Re Leone 3D?
Avrò visto il film migliaia di volte nel corso degli anni, mentre stavamo lavorando ad esso, quando dovevamo pubblicizzarlo. Quando la versione in 3D è stata ultimata, mi sono seduto a vederlo insieme ai registi Rob Minkoff e Roger Allers e siamo rimasti molto sorpresi nel constatare la maggior potenza della sua immersività. In parte era dovuto all'effetto stereoscopico, in parte al nuovo mix sonoro che abbiamo fatto appositamente per esso. Ti mette al centro del suono, l'audio ti avvolge completamente nel cinema. Un'esperienza notevole, anche per noi che Il re Leone l'abbiamo fatto. Le sequenze che secondo me hanno beneficiato maggiormente del 3D sono tre. La sequenza d'apertura del Cerchio della Vita ci ha letteralmente scaraventati sulle poltroncine quando l'abbiamo vista per la prima volta in 3D, poi penso a quella con la fuga disordinata degli gnu: ti fa venir voglia di accucciarti e metterti al riparo. Il terzo momento che mi viene in mente, e non sono il solo, è la comparsa del fantasma di Mufasa fra le nuvole. E' sempre stato il polo emozionale del film e ora in 3D ha una fastosità e una grandiosità anche maggiore.

Quando avete avuto l'idea di convertire Il re Leone in 3D?
Circa 5 anni fa abbiamo fatto Chicken Little, il primo film d'animazione Disney in 3D. Poi con Nightmare Before Christmas abbiamo sperimentato la ridimensionalizzazione di un film vintage. Il Re Leone 3D è nato come diretta conseguenza di quell'esperimento. E' stato molto difficile dare la tridimensionalità a dei disegni bidimensionali, ma il risultato è elettrizzante.

Cosa significa per te Il Re Leone dopo 17 anni? Avevi previsto il successo della pellicola?
L'animazione è divertente perché ha una qualità senza tempo. Per cui se guardo il film adesso è come se fosse accaduto tutto ieri. Non immaginavo tutto il successo. E' una storia su un gruppo di leoni che viene sconvolto da un omicidio, vagamente ispirato all'Amleto, ambientato in Africa e con le musiche di Elthon John. Non sono esattamente gli ingredienti per un successo assicurato. All'inizio non riuscivo a trovare nessuno disposto a lavorare ad esso, ma poi le persone coinvolte sono si sono appassionate ad esso e alla opportunità di poter lavorare a qualcosa di diverso.

Cosa possiamo aspettarci da questa conversione audio video?
Terry Porter, il responsabile del mix sonoro originale, ha fatto un lavoro straordinario per questa conversione. Ha preso tutti gli elementi audio e poi li ha piazzati nel cinema in un modo che li farà davvero volare fuori dallo schermo. Non so di preciso come sia riuscito a farlo, ma vi sembrerà davvero di stare seduti nel bel mezzo dell'orchestra di Hans Zimmer. Le immagini erano già state archiviate digitalmente, così abbiamo potuto impiegarle come base di partenza per il lavoro di conversione. Il risultato è di estrema pulizia e chiarezza, viene mantenuta la palette originale dei colori voluta dai filmmaker.

L'industria e il pubblico dei film d'animazione sono cambiati rispetto a 17 anni fa? Cosa possiamo aspettarci dal futuro?
L'industria del cinema è un po' come quella della moda. Le cose vanno di moda oggi e domani sono già datate. Ma capire i trend più popolari quando devi dare vita ad un film d'animazione è difficile, perché la produzione di un cartone animato può durare anche quattro anni. Devi fare riferimento a tematiche senza tempo che possono essere tradotte per le varie platee internazionali. Oggi come oggi il mondo dell'animazione sta vivendo un vero e proprio boom. Anche registi come Steven Spielberg e Peter Jackson hanno impiegato la motion capture per l'animazione del loro Tintin. Va tutto a favore della causa. L'animazione è sempre stata basata su un mix di storie valide ed espedienti tecnici strabilianti. Mi pare che il futuro sia roseo.

Non hai prodotto neanche un film d'animazione negli ultimi 10 anni. Come mai?
Come ogni artista mi piace cambiare. Ho lavorato più che altro a film live action, specie quelli di Disneynature. D'altronde il mio modello di riferimento è Walt Disney e lui stesso, col passare degli anni, si è dedicato ad altri ambiti come i parchi giochi, la televisione, i film live action e quelli basati sulla natura. Magari sto seguendo le sue orme. Ma sto ancora tenendo d'occhio il mondo dell'animazione. Ho lavorato insieme a Tim Burton per Frankenweenie ed è esaltante. Una volta che l'animazione ti entra nel sangue non se ne va via tanto facilmente.

Te ne vai mai negli archivi Disney per vedere i vecchi schizzi? Dopo tutti questi anni ami ancora il mondo della Disney?
Vado a curiosare negli archivi e a guardarmi intorno tutte le volte che posso. Ci sono milioni di disegni laggiù, potresti spendere una vita intera senza riuscire a vederli tutti. E' sempre emozionante tenere fra le tue mani un artwork da Bambi o Dumbo, sono film che mi hanno ispirato, coi quali sono cresciuto e dei quali non potrei mai stancarmi. Se amo ancora la Disney dopo tutti questi anni? Suppongo che quandi lavori per così tanto tempo per una stessa azienda ci saranno sempre delle cose che non ami o con le quali ti trovi in disaccordo, ma amo sempre le persone e lo spirito di questo luogo. Nessun altro studio è paragonabile alla Disney in termini di eredità culturale e di volontà di settare nuovi confini nello storytelling e nella tecnologia correlata. Se sei un filmaker è il posto adatto a te.

Hai mai considerato l'idea di un seguito in computer grafica del film?
Questa idea mi spaventa alquanto. Amo i film in computer grafica. Sono miracoli moderni. Ma la storia del Re Leone è un'allegoria di emozioni prettamente umane verso i nostri padri, i nostri figli ambientata fra le meraviglie dell'Africa. Uno stile “disegnato a mano” era più attiente al contesto. E' letteralmente un film fatto a mano. La stessa musica è fatta da musicisti, con un sacco di percussioni e cori africani. Aggiunge qualcosa di unico ad un film realizzato con l'animazione tradizionale; si è trattata della scelta giusta per Il Re Leone.

Il Blu-Ray includerà alcuni nuovi materiali extra nati dal processo di conversione in 3D?
Uno dei nuovi contenuti sarà un nuovo video di blooper durante la registrazione delle performance del voice cast, specie di James Earl Jones (Mufasa in originale), Jeremy Irons (Scar) e gli altri in cui gli animatori originali hanno sovrapposto delle nuove animazioni dei loro rispettivi personaggi. E' molto divertente. Poi logicamente ci saranno tutti i documentari incentrati sul processo di conversione, sulle difficoltà che abbiamo affrontato.

L'animazione tradizionale ha un futuro davanti a sé?
Ormai viviamo in un mondo nel quale l'animazione in CG è predominante. Ma c'è un solido futuro anche per l'animazione tradizionale e le altre tecniche. Tim Burton sta dirigendo Frankenweenie per noi della Disney e lo sta facendo in stop motion. I film di Miyazaki sono dei capolavori assoluti e sono panni con matite e pennelli. Il pubblico non va a vedere un film in base alla tecnologia con la quale è realizzato, ma per essere intrattenuto a prescindere che sia fatto con disegni, un computer o dei pupazzi.

L'animazione in 3D è più fredda di quella tradizionale?
In mano di maestri come John Lasseter, Brad Bird o Andre Stanton l'animazione al computer può essere molto calda e accessibile. Quella tradizionale ha un calore naturale. C'è la stessa umanità che puoi cogliere quando vedi un disegno o una nota fatta a mano da un bambino. C'è qualcosa di molto diretto e umano nel tenere in mano una matita e nel trasportare tutto su un foglio di carta.

Dove risiede la differenza fra lo storytelling di un film d'animazione e uno in live action?
Con l'animazione ti puoi prendere delle libertà maggiori, che risulterebbero fuori luogo in un film. L'animazione è una caricatura della realtà quindi puoi rendere più caricaturali i dialoghi, o addirittura sostituirli con delle canzoni. Qualcosa più scomodo da fare in una pellicola con degli attori in carne ed ossa. Puoi trascinare il pubblico in mondi fantastici che risulterebbero meno credibili in un film live action. Potresti anche mettere in un film live action un ragazzino e un vecchietto diretti in Sud Africa a bordo di una casa volante attaccata a dei palloncini, ma non credo che riusciresti a raccontare questa storia con lo stesso livello di meraviglia e immaginazione come in Up della Pixar. Alcune storie hanno bisogno di essere raccontate con l'animazione.

Qual è stata la scena più difficile da realizzare e qual è la tua preferita?
Quella della carica degli gnu anche perché è stato uno dei primi esperimenti con la computer grafica. Dovevamo creare una minaccia concreta per Mufasa e quindi dovevamo animare centinaia di gnu. Svott Johnson e gli altri ragazzi della squadra CG hanno programmato questo software capace di generare una miriade di gnu sulla base dei pochi esemplari disegnati. Ci sono voluti anni, ma si è trattato di un punto di riferimento per la computer grafica. La mia scena preferita invece è quella del Cerchio della Vita.

Come sei stato coinvolto nella lavorazione del Re leone?

Avevo appena finito La Bella e la Bestia quando il capo del reparto animazione, Peter Schneider, mi ha chiesto di dare un'occhiata a un film intitolato Il Re della Giungla. Thomas Schumacher, che stava curando il progetto, era stato appena promosso ad un ruolo più elevato nello sviluppo e quindi c'era bisogno di un produttore. All'inizio è stato un po' scoraggiante. Pareva un film piuttosto rozzo sulla natura. Poi io, i registi Rob Minkoff e Roger Allers ci siamo rinchiusi all'interno di una stanza insieme a Brenda Chapman, la responsabile della storia (la prima donna responsabile di sceneggiatura in Disney), ai registi della Bella e la Bestia Gary Trousdale e Kirk Wise insieme allo story artist Chris Sanders, che l'anno scorso ha diretto Dragon Trainer. Abbiamo serrato le porte fino a che non abbiamo finito la storia. Abbiamo riempito quaderni, block notes e un incredibile quantitativo di pizza, ma alla fine di quelle due giornate avevamo una storia. In seguito, a parte il titolo, non l'abbiamo cambiata più di tanto.

Il 3D è la moda del momento. Diversi film sono girati con 3D nativo, altri in post-produzione. A volte si tratta di una scelta giusta, altre volte no. Perché quella del Re Leone 3D secondo te è stata una mossa azzeccata?
Sapevamo che potevamo farlo dal punto di vista tecnico perché avevamo immagazzinato il film su dei livelli singoli su degli hard disk. Poi abbiamo un fantastico gruppo di artisti che ha inventato dei modi per convertire i film in 3D in modo innovativo. Dopo gli screening dei test preliminari, siamo rimasti sconvolti dal livello d'immersività raggiunto da questo film disegnato a mano. Era come entrare in un quadro. E' stato a questo punto che abbiamo capito che valeva la pena farlo. Dici che il 3D non è appropriato per ogni film, ma per quel che concerne il Re Leone si tratta di un'esperienza davvero nuova, perfetta la storia. Rispetto a Nightmare Before Christmas ad esempio si è trattato di un processo differente dato che li la conversione fatta dall'Industrial Light & Magic poteva partire da dei pupazzi che erano fisicamente tridimensionali. La conversione effettuata dalla Disney sul Re Leone, un film bidimensionale, è stata fatta grazie a un software proprietario che ha dato vita a quest'effetto geometrico dietro ogni personaggio del film. Ogni artwork viene spinto avanti o indietro per creare un'impressione tridimensionale.

Consideri Il Re Leone come il tuo figlio prediletto? Hai firmato così tanto capolavori che immagino sia difficile sceglierne uno….
Si, sono come dei figli per me ed è dura sceglierne uno. La Bella e la Bestia occupa una posizione molto speciale nel mio cuore e Il Re Leone….ci sono dei film che accadono una volta solo nella vita ed è un po' come vincere alla lotteria.