E’ stato bello incontrare Adam Driver alla Mostra del Cinema di Venezia del 2014 dopo averlo visto l’anno precedente eccellere in Concorso in Tracks di John Curran accanto a Mia Wasikowska. Come ben sapete è un momento d’oro per l’attore americano che da giovane voleva fare carriera militare. Esploso con la serie tv Girls (scritta e diretta da Lena Dunham), Driver ha fatto una piccola ma gustosa apparizione in A proposito di Davis dei Fratelli Coen nei panni del cantautore folk Al Cody (memorabili i suoi surreali interventi vocali nella performance della canzone scema Please Mr. Kennedy cantata da Justin Timberlake) prima di essere scritturato da Jeff Nichols per Midnight Special, da Martin Scorsese per il futuro Silence e da un certo J.J. Abrams per Star Wars: Episodio VII – Il risveglio della Forza.

A Venezia ha vinto la Coppa Volpi, massima onorificenza per un attore che nel recente passato è andata molte volte a suoi colleghi statunitensi come Ben Affleck per Hollywoodland (2006), Brad Pitt per L’assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford (2007), Vincent Gallo per Essential Killing (2010) e Philip Seymour Hoffman e Joaquin Phoenix per The Master (2012).

In Hungry Hearts di Saverio Costanzo Adam Driver interpreta Jude, giovane padre di un bambino costretto a entrare in contrasto con la moglie e madre del pargolo per via della differente visione legata alla crescita del bambino collegata soprattutto alla strategia nutrizionale cui affidarsi. La moglie è interpretata da una potentissima Alba Rohrwacher, anche lei premiata con la Coppa Volpi alla 71esima Mostra del Cinema di Venezia.

Come hai lavorato con un regista italiano supponiamo per te completamente sconosciuto?
Benissimo. Non abbiamo avuto né troppo tempo né troppi soldi per poter anche riflettere attentamente sulle nostre scelte. La pressione ci ha portato a scavare più nel profondo possibile e grazie al cielo la troupe era in grado di affrontare tutte queste insidie legate alla poca preparazione. Sia Alba che Saverio sono persone dall’immenso talento. Lavorare con loro mi ha permesso di tirare fuori il meglio da me stesso.

Che ne pensi del fatto che il bambino nel film non pianga mai?
Durante le riprese il bambino non la smetteva mai di piangere! E’ eccitante che lo spettatore non lo senta e non lo veda piangere. Penso che dal punto di vista dell’audience il fatto che il bambino non abbia reazioni emotive forti nei confronti dell’uno o dell’altro genitore, sia più ambiguo ed emozionante. Sarebbe stato ancora più interessante non farlo vedere e a un certo punto Saverio ha riflettuto sull’ipotesi di non inquadrare mai il bambino. Poi deve aver pensato che mostrarlo avrebbe fatto ancora più capire la delicatezza della situazione e la gravità di quello che quello che stava succedendo. Forse il bambino non piange perché non può piangere. Ma è solo una mia supposizione.

Pensi che il personaggio di Alba sia pazzo?
E’ una domanda difficile per noi attori. Se pensi di avere ragione non pensi mai alla follia. Se pensi al fatto che Mina (il nome del personaggio di Alba Rohrwacher, N.d.R.) voglia genuinamente proteggere il suo bambino… non pensi al fatto che il suo personaggio sia folle o malato. E’ più una crisi di possessività che follia. E’ più una sorta di territorialità animalesca.

Hungry Hearts è una storia unica e i nostri due personaggi sono veramente forti e decisivi

E’ stato difficile per te lavorare in una piccola produzione italiana visto il momento di celebrità che vivi?
Non mi interessa mai la grandezza del progetto ma la sua qualità. Quando ho visto Saverio, Alba e soprattutto ho letto la sceneggiatura… ho pensato che fosse il film perfetto per me in quel momento della mia vita. Non ragiono in base al budget o alla moda del momento. Hungry Hearts è una storia unica e i nostri due personaggi sono veramente forti e decisivi. Era un progetto troppo interessante per non dedicarvi parte del mio tempo. Non che il mio tempo sia poi così importante… non vorrei sembrare di tirarmela. Ma posso sempre trovare tempo per film così.

Il momento più difficile del film?
Non lo so…. no… forse sì. Schiaffeggiare Alba e buttarla a terra mentre lei tiene il bambino. Sai che il bambino non capisce che situazione sta vivendo e se sbagli il movimento… poi devi sbattere di nuovo a terra la tua collega. Lei teneva il bambino molto stretto in quel momento e questa è stata sicuramente la scena più difficile da girare.

Come descriveresti Saverio Costanzo come regista?
Lui è soprattutto un grande editor. A un certo punto abbiamo preso possesso dei nostri personaggi così nel profondo che io e Alba siamo diventati un po’ autori e abbiamo cominciato a immaginare altre scene e altri atteggiamenti. Saverio ci osservava e ci lasciava molto liberi ma poi era fantastico quando interveniva da vero e proprio editor e ci diceva: “Questa tua idea fa schifo. Non la facciamo. Questa, invece, è buona”. Abbiamo provato poco prima dell’inizio del film ma poi abbiamo sperimentato molto durante le riprese.

Non possiamo non chiederti… ti stai divertendo a Londra con J.J.Abrams per il nuovo Guerre stellari?
(allargando un sorriso che in bocca di Adam Driver sembra sconfinato, N.d.R.) Moltissimo! Non vedo l’ora di vedere cosa verrà fuori!