Tre premi Pasinetti, due David di Donatello, una Coppa Volpi, un Nastro d’Argento. Senza dimenticare che nel 2009 al Festival di Berlino fu identificata dallo European Film Award come Shooting Star del futuro insieme a Carey Mulligan e altri otto colleghi. Non male per un’attrice classe 1979 che il prossimo 27 febbraio compirà 35 anni.

E’ impossibile non amare Alba Rohwacher se si ama il cinema. La toscana sa cambiare davanti alla macchina da presa come poche altre interpreti italiane. In Hungry Hearts, del regista e compagno di vita Saverio Costanzo, è Mina, madre apprensiva che mette in crisi il suo matrimonio con il Jude di Adam Driver per via delle differenti opinioni circa la strategia nutrizionale da adottare nei confronti di loro figlio. Il film è stata l’unica pellicola italiana delle tre in Concorso ad aver portato a casa due premi di grande importanza come la Coppa Volpi per Miglior Attore e Miglior Attrice durante la 71esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia del 2014. Ecco il nostro incontro con Alba ai tempi della presentazione del film sulla laguna a settembre 2014.

Come avete lavorato con Driver tu e Costanzo?
Ci siamo incontrati un mese prima delle riprese e poi prima di iniziare a girare ci siamo visti solo due pomeriggi. Abbiamo letto tutto il copione insieme e poi è successa quella cosa magica che succede a mio avviso raramente e cioè che il modo di lavorare di Adam , il mio e quello di Saverio… si sono dimostrati compatibili, simili. E’ successo come quello che succede con una reazione chimica. Ci siamo amalgamati subito e ci siamo gettati in questa ricerca. Il film è prima di tutto anche una ricerca.
Hungry Hearts è cambiato molto nel momento stesso in cui lo giravamo. E’ stata un’esperienza incredibilmente intensa. Nonostante sia una storia violenta, drammatica e dura… fare il film è stato un evento ricco di gioia. Adam Driver è un compagno di lavoro davanti al quale mi inchino letteralmente.

Il fatto che il bambino non abbia nome ha influito sulla tua prova?
Non troppo. E’ un film in cui ci sono quattro ruoli: padre, bambino, madre e nonna. Poi arrivano i nomi. La prima sceneggiatura che ho letto non prevedeva un nome proprio per nessuno dei personaggi. Poi, nel corso del tempo, Saverio ha scelto i nomi di Mina e Jude. Il bambino è rimasto sempre il bambino. E’ la creatura attorno alla quale gira tutta la storia. Il nome proprio l’avrebbe in un certo senso privato dell’importanza centrale che volevamo che avesse.

Come mai non pensi che il tuo personaggio sia pazzo?
Non mi piace considerare il mio personaggio pazzo. Commette tanti errori, si comporta in modo discutibile… è vero. Ma la pazzia per me non è la parola giusta per descrivere il mio personaggio. Alla fine lei sta cambiando e quando prende la metro e porta il bambino al mare… è un momento di grande cambiamento per lei e in quel momento tu ti rendi conto che lei forse rivedrà qualche sua decisione e scenderà a più miti consigli. Considerarla folle sarebbe un giudizio troppo estremo e io e Saverio non volevamo giudicare troppo nessuno dei personaggi del film.

Il momento più difficile del film?
Ogni singolo giorno di riprese.

C’è mai stata l’idea di mettere della musica dal vivo sul set?
No, mai. L’unica musica che è presente è quella dal vivo nella scena del matrimonio.

Come è stato tornare a lavorare con Saverio dopo quattro da La solitudine dei numeri primi?
Molto bello perché credo che durante questa esperienza ho lavorato insieme a lui con maggiore facilità. E quindi è diventato tutto più naturale. Fare un film con Saverio è come fare parte di un’impresa. Sai quando parti e non sai quando torni. E’ un esperienza, un’avventura, un viaggio.

Pensi che la tua Mina di Hungry Hearts e la tua Alice de La solitudine dei numeri primi siano personaggi simili?
Li trovo francamente diversissimi. Alice si ammala perché ha un rapporto folle con il padre e in quel film si raccontava il mondo dell’anoressia con una certa precisione. Qui invece c’è una persona che vuole pulirsi e vuole pulire suo figlio per farlo stare bene. Non c’è un malessere. Alice nel male ci sguazza. Mina direi proprio di no.

Anche se non sei d’accordo… fai veramente molta paura nel film. Non credi di essere diventata una regina dell’horror grazie a questa prova?
No! Assolutamente! Ma forse è per questo forse che vi terrorizzo tanto in questo film. Perché non avevo alcuna intenzione di farlo!