In occasione della presentazione alla stampa di Ribelle – the Brave, l'atteso nuovo film Pixar che ha appena debuttato negli Stati Uniti con un weekend da 66 milioni di dollari e che arriverà nei cinema italiani il 5 settembre, abbiamo incontrato a Roma alcuni dei doppiatori italiani.

Si tratta di Giobbe Covatta, Shel Shapiro ed Enzo Iacchetti, che doppieranno i tre Lord che propongono i loro figli come pretendenti di Merida (rispettivamente Lord Dingwall, Lord Macintosh e Lord MacGuffin) e di Anna Mazzamauro, che doppierà la simpatica quanto pericolosa strega.

Il doppiaggio è già stato eseguito, tuttavia gli attori non hanno ancora visto la versione italiana del film perché il missaggio è ancora in lavorazione.

 

 

Negli Stati Uniti gli attori sono abituati a fare anche i doppiatori di film di animazione. In Italia invece abbiamo una categoria di doppiatori ben separata da quella degli attori. Come vi siete sentiti a "invadere" questo campo, e come vi siete sentiti nei confronti degli attori americani?

Mazzamauro: diciamo subito che doppiare è molto diverso da recitare. Non è un caso che la scelta di Disney sia caduta su attori anche di teatro, perchè per questi personaggi credo ci fosse bisogno interpretazioni teatrali, dal punto di vista vocale. Io ho sempre provato un fascino perverso verso il doppiaggio (da giovanissima sono stata a lungo doppiatrice, anche se lo facevo meramente per guadagnarmi il pane, e non mi dava alcuna gioia artistica). Successivamente ho doppiato Senti chi Parla 2, ma lì doppiavo i pensieri di una bambina, non dovevo rispettare il labiale. Nel caso di Brave, ho sentito da subito di far parte della storia, mi sono immedesimata nella strega perché al di là di facili battute il mio temperamento e carattere fanno davvero parte di una certa immagine che si ha delle streghe. Il vero timore, in questo senso, l'ho avuto quando ho dovuto tecnicamente seguire le indicazioni, entrare nel momento giusto. A teatro sei libero di muoverti entro certi limiti, mentre nel doppiaggio devi rispettare ciò che vedi sullo schermo. Un'altra difficoltà, poi, è stata calarmi nel personaggio rispettando l'interpretazione originale e, nel contempo, di adornarla artisticamente.

Shapiro: io non faccio molto doppiaggio, in genere doppio i miei stessi film, non personaggi dei cartoni. In questo caso devi sentire l'interpretazione originale, e ti senti spiazzato perché gli attori americani sono davvero bravi, fungono da "specchio" sempre presente cui fare riferimento.

Mazzamauro: Io in realtà ho pensato il contrario, a quanto sono brava io! [ridono]

Shapiro: …senti le loro intonazioni, tutto quanto funziona alla perfezione, e così rimani spiazzato.

Mazzamauro: il fatto è che loro non doppiano solamente, interpretano i personaggi da zero. Noi invece dobbiamo sostituirci a loro, e nel contempo basarci su di loro.

Shapiro: è qualcosa di molto diverso, comunque, dal ridoppiarci.

Covatta: in questo senso Disney è stata molto presente. Volevano che prendessimo fiato dove lo prendevano gli americani, rispettando le pause oltre al labiale. Sono stati molto pignoli, volevano che il doppiaggio fosse fedelissimo all'originale.

Iacchetti, ha già avuto esperienze nel doppiaggio, ma in questo caso si tratta di un film Disney Pixar. Ha sentito il peso della responsabilità?

Iacchetti: io cerco di far bene il mio lavoro a prescindere, che sia Disney o altro. Ho già doppiato qualche volta, doppiare un cartone è molto divertente, e anche in questo caso mi sono divertito. Era molto divertente sentire le loro voci intorno a me, anche se poi fisicamente loro non c'erano. I tre lord sono tre deficenti senza precedenti, il che ha reso tutto molto divertente: è per questo che ci hanno scelto! A livello di anello, poi, non ho mai ridere avere difianco le altre voci e quindi anche se loro fisicamente non erano lì era divertente. Sono tre deficienti mai visti prima, per questo ci hanno scelto. A livello di anello devo dire che non ho sbagliato niente, non ho fatto perdere tanto tempo al team come invece ha fatto Giobbe! [ridono]

Covatta: In realtà io avevo due giorni di posa e invece ne ho impiegato solo uno. Mi correggevano un sacco dierrori di dizione.
 

Quanto vi è stato possibile "muovervi" all'interno della gabbia delle interpretazioni originali? Avevate la libertà di reinterpretare, inserendo qualcosa di voi stessi nei personaggi?

Mazzamauro: Il fatto stesso che siamo stati scelti per queste parti, per noi, significava esserci, mettere qualcosa di noi stessi. Non siamo stati delle scelte casuali.

Iacchetti: vedendo il film vi renderete conto che i personaggi ci somigliano moltissimo: io sono magrissimo e col naso grosso e ho la voce un po' scema! Ci correggevano poche volte nell'interpretazione: l'importante era che tecnicamente lavorassimo bene, al massimo ci correggevano qualche aspetto di dizione, ma non ci chiedevano di essere qualcosa di particolare, solo di essere noi stessi.

Mazzamauro: diciamo anche che il direttore del doppiaggio, Carlo Valli, è stato fondamentale. Ci è stato di grande aiuto.

Covatta: io per esempio non ho esperienza di doppiaggio, e così il direttore di doppiaggio mi ha aiutato moltissimo.

Nel film i personaggi hanno un accento particolare, sono tutti scozzesi. Voi avete dovuto dare un accento anche in italiano?

Iacchetti: No, nessuno. Nell'edizione italiana la cosa importante è che ciascuno di noi fosse se stesso, l'importante era che la dizione fosse corretta.

Come vi siete immedesimati nel vostro personaggio?

Mazzamauro: non è stato semplice, perché vuoi comunque reinterpretare e identificarti. Ci vuole un certo stile, bisogna saper dare una certa impronta al personaggio che sia rispettosa e simile all'originale ma non uguale. In questo senso ribadisco la bravura di Carlo Valli, che ha saputo "placare" la nostra interpretazione un po' ribelle del personaggio. In America, addirittura, prima ascoltano il doppiaggio e poi ci costruiscono sopra le animazioni. Ciò significa che è importantissimo rispettare il doppiaggio originale anche nell'adattamento.