E' stato la versione di Ashton Kutcher a 7 anni in The Butterfly Effect, nonché il figlio del lobbista interpretato da Aaron Eckhart in Thankyou for Smoking a cui il padre faceva visita a scuola dopo aver tenuto un discorso sulla nocività delle sigarette davanti a tutto il resto della classe che finiva con un ambiguo “verificate da soli”.

Cameron Bright calca i set di Hollywood da quando aveva nove anni, e ora che è poco più che maggiorenne la notorietà non gli fa nessun effetto. Nella saga di Twilght veste i panni di Alec, il Volturo fratello gemello di Jane, un personaggio non certo tra i più “inquadrati” della saga, ma ricorrente a partire da Eclipse. Ci sarà anche in Breaking Dawn, anche se solo nella seconda metà dell’episodio. Noi di BadTaste invece lo abbiamo incontrato al Festival di Roma qualche giorno fa per il suo ruolo da protagonista nel film Little Glory, in cui Cameron è uno scapestrato ragazzo rimasto orfano che cerca di prendersi cura della sorellina ma che si rende conto che deve prima cercare di diventare una persona adulta e responsabile.  
 

Arrivato a questo punto della tua ricca, ma ancora giovane carriera, ti sei fatto un’idea di ciò che significa essere un attore?
Penso che ci sia un modo di intendere la professione in senso ampio e allora devo dire che è la capacità di entrare in ruoli anche diversissimi dalla propria personalità. Poi c’è la mia situazione personale e, dal mio punto di vista, essere un attore significa fare il bugiardo a pagamento. Riesco a entrare nel personaggio e vivere la sua vita al posto della mia, un bel modo per prendersi delle pause dagli stress quotidiani.

Stai passando da produzioni ad alto budget come Twilight a progetti più indipendenti come Little Glory: in base a cosa scegli i tuoi ruoli?
In generale mi piacciono i ruoli realistici e il mio obiettivo è quello di potermi ritenere un giorno come un attore a 360 gradi. L’importante è che i film che mi vengono proposti siano scritti bene e che abbiano la possibilità di essere distribuiti. Non mi importa neanche se la mia parte sarà quella del protagonista o durerà solo 20 minuti: se sento che c’è un motivo per cui dovrei essere nel film allora accetto. Little Glory è il mio primo ruolo da protagonista ed è una storia che sento “vera”, ma sono logicamente contento di avere anche una parte in Twilight. E’ una tappa molto importante per la mia carriera, e anche se è chiaramente un fantasy – sempre che qualcuno non creda a lupi mannari e vampiri – racconta bene ciò che deve raccontare. Non penso che ci sia un attore che non accetterebbe una parte in quel progetto e sono stato anche molto fortunato: il giorno del mio provino avevo un labbro tumefatto a causa di una rissa e non sono riuscito ad andare, ma alla fine mi hanno offerto di interpretare Alec anche senza fare il provino.

Che rapporto hai con la notorietà?
Vengo dalla piccola isola di Vancouver, in Canada. Ha solo novantamila abitanti: lì a nessuno importa se hai fatto un grosso film hollywoodiano, tutti ti riconoscono per strada anche solo se hai recitato in una pubblicità, come del resto mi è successo all’inizio della mia carriera.

Come insegna la carriera di attori come Mark Hamill e di tanti protagonisti di serie televisive di successo, come Dawson’s Creek, spesso nelle grandi saghe o serial televisivi, alla fine l’attore che interpreta il protagonista finisce con l’avere una carriera meno luminosa di chi gli sta accanto. Pensi che Robert Pattinson rischi di diventare vittima di Edward Cullen?
Difficile dirlo, forse dovremmo aspettare qualche anno per dirlo, del resto mancano ancora due film su Twilight. Dipenderà molto da lui e dai ruoli che sceglierà. Robert Pattinson è un fantastico attore, spero per lui che tanto gli basti ad attirare pubblico anche nei film che farà dopo. Certo, ci sarà anche chi, tra le sue fan, vorrà sempre vederlo nelle vesti di vampiro, ma penso che questo sarà impossibile, a meno che Twilight non sia prolungato all’infinito.

Come è iniziata la tua carriera?
Avevo sei anni, e un’amica di mia madre che curava dei cataloghi pubblicitari chiese ai miei genitori di farmi posare per alcuni prodotti. Poi sono passato alla pubblicità televisiva, feci una pubblicità per la Pixie, indossavo solo una sorta di pannolone e correvo avanti e indietro per il set. Il mio primo ruolo in un film fu per Godsend, accanto a Robert De Niro. E’ stato un bel debutto.

E’ difficile trovare molte notizie riguardo ai tuoi gusti: se dovessi dirci 5 libri preferiti, quali titoli ci indicheresti?
In realtà non leggo molto, sono impegnato soprattutto con le sceneggiature e quando mi voglio rilassare faccio altro. In generale però direi tutta la saga di Twilight, mentre tra le mie letture future direi il Mein Kampf di Adolf Hitler: lo sta leggendo mio fratello e sono curioso di leggerlo anche io (!). Mi piacciono i libri personali e da quel che so, è un libro fortemente autobiografico (non lo è, ndr).

Buttiamoci allora sui videogiochi: quali sono i tuoi preferiti?
Quelli di calcio: Fifa e ISS Pro Evolution Soccer, anzi ora che mi ci fai pensare non vedo l’ora di tornare a casa a giocarci…