Paul Greengrass ci spiega come e perché il suo Notizie dal mondo è un film che parla dell’oggi

 

Già nel 2013, anno in cui Captain Phillips – Attacco in mare aperto, la prima collaborazione fra Paul Greengrass e Tom Hanks, è arrivata nei cinema, il mondo non è che se la passasse benissimo.

In sette anni la situazione è mediamente precipitata neanche fossimo nel prologo de L’odio di Mathieu Kassovitz. Solo prendendo in esame gli ultimi dodici mesi ci siamo ritrovati, nostro malgrado, in un reboot non richiesto da nessuno di Contagion e abbiamo visto un tizio con un cappello da bufalo irrompere a Capitol Hill per “protestare” – le virgolette sono quantomai doverose – per la sconfitta di Donald Trump alle presidenziali americane. Sconfitta che, secondo The Donald, Jake Angeli e variopinta (e armata) compagnia danzante era solo una “fake news”, un’ingiustizia perpetrata dai democratici con mezzi non leciti. E a nulla vale citare che anche la Corte Suprema ha avuto modo di bollare la cosa come completamente campata per aria, perché, nell’epoca dell’overdose d’informazioni, il vero e il falso sono diventati ancor più concetti relativi, opzionabili a piacere in base alla “realtà” che ogni persona vuole costruirsi.

Proprio per questo, più che per eventuali possibilità agli Oscar che sono ancora tutte da stabilire (anche se probabili, sospettiamo), Paul Greengrass non voleva rimandare ulteriormente l’uscita del suo Notizie dal mondo. Tenerlo al caldo in attesa di tempi migliori avrebbe tolto tutta quella portata allegorica che la storia del film possiede che è, addirittura, andata aumentando mentre la pellicola veniva terminata in sala montaggio. Ce lo ha raccontato lui stesso nel corso di una chiacchierata fatta su Zoom in vista dell’uscita di Notizie dal Mondo su Netflix prevista per il 10 febbraio.

Dopo aver visto il film, mi sono messo a leggere le note di produzione del pressbook e mi ha colpito molto il fatto che le prime parole usate per descrivere il film siano “L’America è divisa contro sé stessa”. Mi sembra un’ottima maniera per connotare sia l’America che fa da sfondo al film che quella dei notiziari di oggi, o sbaglio?

Assolutamente sì. Ed è una delle principali ragioni che mi hanno portato a voler realizzare proprio questo film. Mentre leggevo il romanzo da cui poi abbiamo tratto l’opera, il tutto pareva richiamare anche la contemporaneità. Anche se nel film viene raccontata la storia di questo solitario lettore di notizie che, dopo la Guerra Civile, vaga di città in città, mi pareva che la questione fosse molto attuale. Sensazione che, in maniera quasi strana e inquietante, è rimasta anche mentre abbiamo cominciato a girare il film, anzi, si è fatta anche più intensa. Prendi anche la questione della meningite, o del colera, di quando si viene a scoprire della morte di una data persona, mentre la scrivevo e quando l’abbiamo girata aveva un dato significato che, ovviamente, era collegato al drammatico impatto che queste malattie hanno avuto al tempo, ma poi, quando ho iniziato il montaggio del film, tutto ha assunto una portata allegorica differente per colpa del COVID. È la strana serendipità del fare film in cui l’eco di quello che un lungometraggio racconta può farsi più forte, più intenso col passare del tempo anche e soprattutto per eventi esterni a esso. E basta ripensare a quello che è successo in America un mese fa, grossomodo. Ma c’è anche il messaggio principale del film, che ha a che fare con i concetti di ricostruzione, ripresa, di superamento delle differenze, le tematiche che m’interessavano e che mi hanno portato a girare proprio questa pellicola, sono tutte questioni che hanno assunto una forza determinante in America in queste ultime settimane e non solo, perché è un ragionamento che vale anche per noi in Europa. Come possiamo superare, in maniera attiva, le divisioni che ci sono nel mio paese, l’Inghilterra, nel tuo, l’Italia o in Francia? Dovunque una persona decide di rivolgere il proprio sguardo, trova una differente versione della medesima storia.

Cosa ti attira negli western? Perché, da sempre, le varie generazioni di filmmaker sentono la necessità di riandare a esplorare questo genere così classico?

Da ragazzino sono cresciuto con gli western, erano di continuo in televisione anche qua in Gran Bretagna e pure da noi, negli anni sessanta, lo show di Bonanza ha avuto un successo enorme. È da sempre una parte di me poi, crescendo e avvicinandomi a questa professione, l’ho affrontato in maniera più analitica studiando i grandi film e i grandi registi del genere, John Ford, John Sturges. Però a essere sincero, non pensavo che ne avrei diretto uno. Ho iniziato a pensarci quando sono stato coinvolto in un progetto documentaristico di Netflix intitolato Five Came Back focalizzato su John Ford, William Wyler, John Huston, Frank Capra e George Stevens. Su come decisero di lasciare la loro carriera cinematografica per prestare servizio durante la Seconda Guerra Mondiale per poi tornare profondamente cambiati da questa esperienza. Venne affidato un saggio su ciascuno di questi autori a un regista differente, hanno partecipato anche Spielberg e Coppola. Io scelsi John Ford e me lo sono ristudiato per un mesetto buono prima di preparare il mio contributo. E John Ford me lo sono ritrovato in testa tempo dopo, quando stavo leggendo il romanzo di Notizie dal mondo. Fondamentalmente perché pareva una sorta di Sentieri selvaggi, ma al contrario.

 

Notizie dal mondo Tom Hanks

 

In Notizie dal mondo le notizie vengono viste come un vero e proprio show. È divertente perché oggi avviene la stessa cosa, da Trump bannato dai social al come vengono date le news pare più un reality show.

Concordo su questa lettura. Il capitano Kidd di Tom Hanks è un viaggiatore che vaga da città a città leggendo le notizie nel 1870, un mondo antecedente alla radio, al cinema, alla TV. Per non parlare dei social media. Ma, a conti fatti, è un racconta storie. Si rifa un po’ alla tradizione anglossassone dei metodisti, dei gospel, di questi predicatori ai quali non era consentito tenere delle funzioni nelle chiese e vagavano di città in città facendo dei sermoni all’aria aperta su quelle che, a loro modo di vedere, erano le “belle notizie del mondo”. Una cosa che ha poi attecchito anche in America. E il problema che avevano quelle persone erano le stesse che hanno coloro che, al giorno d’oggi, devono dare a tutti noi le notizie. E se la gente non vuole ascoltarle? Se qualcuno, magari qualcuno di potente, vuole che tu dia certe notizie, ma non altre? Cosa accade quando le bugie vengono spacciate come verità? E voi che fate questo lavoro lo sapete bene perché sono questioni con le quali avete a che fare a cadenza quotidiana. Ed è per questo che è importante supportare chi fa il vostro lavoro perché siete la prima linea di difesa per la democrazia perché il vostro compito è quello di raccontare cosa accade a questo mondo e non quello che alcuni vorrebbero venisse raccontato. Riportare i fatti con oggettività e chiarezza. E anche qua torniamo al contesto americano, con Trump e il movimento dietro di lui che volevano modificare a proprio vantaggio la narrazione di alcune cose, ma è la stessa cosa che avviene in Inghilterra e anche in Italia con altri personaggi. Purtroppo è un fenomeno tutt’altro che circoscritto che mette a rischio la vostra professione ed è bello come il personaggio del capitano Kidd, nel suo viaggio in Texas, venga messo di fronte alle sfide che voi affrontate nella vostra professione.

Al cinema e in televisione vediamo sempre più personaggi maschili che scelgono di essere padri. In uno degli show più popolari, The Mandalorian, avviene qualcosa di analogo. Quant’è importante riflettere sul tema della paternità, una paternità che viene scelta attivamente?

E una domanda interessante che ha sicuramente a che fare col mio essere genitore. I miei figli non sono ancora grandissimi ma sono su quella strada. E quando ti ritrovi a essere padre, sei naturalmente portato a domandarti “Come sarà il mondo per loro?”. Una cosa su cui ho iniziato a pensare in maniera molto forte dopo il mio ultimo film, 22 luglio, che parlava della strage fatta da Anders Breivik in Norvegia e l’ascesa dell’estremismo di destra in tutti gli angoli del globo. Quello che era accaduto in Norvegia è stato un monito per tutto il mondo, il come riuscire a sormontare, superare questo problema e le divisioni laceranti che ne derivano è una cosa cui penso spesso, anche e soprattutto in relazione al mondo che i miei figli si ritroveranno a vivere. Per questo che mi sono trovato a pensare a quale storia lavorare per raccontare una vicenda che parla del superare un periodo buio che non parlasse, banalmente, di speranza, che vuol dire tutto e niente, ma che raccontasse il percorso doloroso e traumatico che la ripresa seguente a un periodo non propriamente florido può avere. La strada verso l’ottimismo non è semplice. Il viaggio del capitano e di questa piccola ragazzina sono un’allegoria di tutto questo.

Notizie dal mondo, la sinossi ufficiale del film di Paul Greengrass:

Netflix e Universal Pictures hanno l’onore di presentare Tom Hanks in Notizie dal mondo, una storia commovente scritta e diretta da Paul Greengrass, che collabora di nuovo con la star per la prima volta dai tempi di Captain Phillips – Attacco in mare aperto, candidato agli Oscar come Miglior film nel 2013.

Cinque anni dopo la fine della Guerra civile, il capitano Jefferson Kyle Kidd (Hanks), veterano di tre guerre, si sposta di città in città raccontando storie vere e condividendo le ultime notizie su presidenti e regine, faide epiche, catastrofi terribili e avventure mozzafiato da ogni angolo del globo.

Nelle pianure del Texas il suo destino si incrocia con quello di Johanna (Helena Zengel, Systemsprenger), una bambina di 10 anni catturata dalla tribù dei Kiowa sei anni prima e allevata come una di loro. Johanna, ostile verso un mondo che non conosce, sta per essere riconsegnata agli zii contro la propria volontà.

Kidd accetta controvoglia di consegnare la bambina ai legittimi custodi. Durante un viaggio di centinaia di miglia attraverso l’implacabile natura selvaggia, i due protagonisti affrontano insieme incredibili sfide lanciate da forze umane e naturali, mentre sono alla ricerca di un luogo che entrambi possono chiamare casa.

Notizie dal mondo è diretto da Greengrass (franchise di Bourne, United 93), coautore insieme a Luke Davies (Lion – La strada verso casa) anche della sceneggiatura, tratta dal bestseller candidato al National Book Award di Paulette Jiles. Il film è prodotto da Gary Goetzman (franchise di Mamma Mia!, Greyhound – Il nemico invisibile), Gail Mutrux (The Danish Girl, Donnie Brasco) e Gregory Goodman (22 luglio, 8 Mile). I produttori esecutivi sono Steven Shareshian e Tore Schmidt.

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