Gabriele Muccino arriva a Venezia per presentare il (bel) cortometraggio realizzato per la Lancia e parla del suo rapporto con i media online e le piattaforme digitali in generale.

L’incontro è per vari giornalisti “online”, anche se non è molto il tempo a disposizione…

Quali sono i meriti di Youtube riguardo al cinema?
Youtube ha vari meriti. Il primo è quello legato alla promozione di un film. Ora si possono trovare trailer di ogni film ovunque e in maniera semplice, anche un piccolo film come il mio esordio, Ecco Fatto, se fosse stato distribuito ora avrebbe avuto la possibilità di far sapere della propria esistenza a qualcuno. Il secondo merito è quello del marketing: si risparmia moltissimo promuovendo un film così rispetto a una volta. Il terzo riguarda la possibilità per il pubblico di usufruire dei film in lingua originale, con YouTube finalmente si possono vedere le vere recitazioni degli attori. E per noi registi è bello, mi dispiace moltissimo quando vedo un mio film doppiato, penso a quanto mi sia impegnato per avere da un attore quel tono di voce e poi mi trovo il tutto rielaborato da qualcun altro senza che abbia controllo su questo.

Ma su Youtube sono pochi i film visibili dall’inizio alla fine…
Sì, ma ci sono spezzoni qui e là.

Ok, forse però il discorso si può allargare a piattaforme di streaming come Putlocker o quel che era Megavideo. Da regista le dispiacerebbe se un suo film uscisse contemporaneamente in sala e in streaming a pagamento?
Per me un film è importante che sia visto, non c’è cosa peggiore di un film che non vede nessuno, nessun regista che abbia un minimo di onestà intellettuale dirà che vuole un pubblico di nicchia, tutti noi vogliamo che i nostri lavori vengano visti, quindi cinema o streaming va bene lo stesso, basta che non ci sia la pirateria.

(a questo punto Muccino continua il discorso tirando un po’ le orecchie ad un modo italiano di fare cinema che a lui non è mai piaciuto)

A parte Toro Scatenato quasi tutti i grandi film che sono rimasti nel cuore delle persone sono stati grandi successi commerciali. Purtroppo quando ho iniziato io a lavorare mi sono ritrovato a rivolgermi a un pubblico per anni rovinato da quella critica di sinistra degli anni ‘70 e ‘80 che detestava i film che commuovessero in senso positivo. Erano i tempi che io chiamo Anni Morettiani e, senza essere presuntuoso, penso che io abbia un po’ contribuito a cambiare con un film come L’ultimo Bacio. Prima di L’ultimo Bacio non si diceva “vado a vedere un film italiano”, si preferiva qualsiasi altro film, inglese, americano, irlandese, piuttosto che uno italiano. Il film italiano era evitato come il colera e le cose sono cambiate un po’ con il mio film. L’ultimo regista italiano che mi ha influenzato è stato Sergio Leone, che non a caso è probabilmente l’italiano ancora più trasmesso sulle tv americane oggigiorno.

E che ne pensa della citica online?
Normalmente non leggo le critiche e quelle virtuali ancora di meno, chi non si firma e attacca… mi verrebbe voglia di andare a casa sua e chiedergli se certe cose ha il cortaggio di dirle in faccia.

Ma la critica online di solito è firmata…
Ma a volte non lo è, e comunque spesso non mi trovo d’accordo con le critiche, preferisco il pubblico, i miei film di maggiore successo sono stati spesso distrutti dalla critica. La verità è che molti critici parlano male di qualsiasi film che dà qualcosa al pubblico, non gli va bene che non ci sia bisogno del loro filtro, vogliono essere padroni della materia.

A proposito di Playing for Keeps, suo nuovo film
Esce il 7 dicembre negli Stati Uniti e per questo film i miei distributori americani stanno facendo un’ottima promozione online, molto più forte di quella fatta per la mia pellicola del 2005, La ricerca della felicità…