Sala stampa affollatissima questa mattina per la conferenza di A Dangerous Method, "non ho mai visto tanta gente," ha commentato la moderatrice. Presenti, oltre al regista David Cronenberg (il più applaudito, quando è arrivato), anche Sara Gadon, il produttore Jeremy Thomas, Viggo Mortensen, Vincent Cassel, Michael Fassbender e una raggiante Keira Knightley.

La conferenza stampa che è seguita si è rivelata piuttosto interessante (più della media, per lo meno):

Come vi siete comportati riguardo al materiale originale (le lettere, i fatti storici, il libro di John Kerr ma soprattutto la piece teatrale di Christopher Hampton, sceneggiatore del film, ndr)?
Knightley: Per quanto riguarda la ricerca, quando ho saputo che avrei interpretato questo personaggio ho chiesto aiuto allo sceneggiatore Christopher Hampton: lui mi ha sommerso di materiale, tra lettere e documentazione, grazie al quale sono riuscita a calarmi in un ruolo così difficile.
Cronenberg: Mi piacerebbe molto se la famiglia Jung fosse così gentile da pubblicare le altre lettere della Spielrein, vorrei davvero vedere le lettere che non sono ancora state rese pubbliche. Ma c'è già moltissimo materiale nelle lettere rese pubbliche, bisogna tenere presente che in quel periodo a vienna si consegnava la posta otto volte al giorno, si poteva mandare una lettera alla mattina e ricevere la risposta nel pomeriggio. Ci sono moltissime lettere tra i personaggi, con loro che si citano a vicenda: è un sacco di materiale a disposizione, la sceneggiatura è precisissima a riguardo e ricostruisce quella che penso sia stata la realtà proprio perché si basa su questo materiale originale.
Fassbender: Christopher ha scritto una sceneggiatura estremamente precisa, che cerca di tirare fuori una versione "concentrata" di questi personaggi storici (tranne lei, che non è molto famosa). Per noi il copione era come una partitura, è per questo che abbiamo dovuto fare così tante prove. Per quanto mi riguarda, ho trovato un mucchio di informazioni su Jung su un bigino per ragazzi!

Keira, quanto è difficile per una attrice interpretare una pazza?
Knightley: Essendo una attrice sono già pazza, quindi non è stato così difficile! Anzi, mi sono divertita.

Com'è stato per voi recitare il ruolo di personaggi così leggendari?
Mortensen: Per noi prima di tutto c'è stata la piece teatrale: il film si basa principalmente su quello. Quando si interpreta un personaggio storico che la gente pensa di conoscere già, personalità come Jung o Freud, l'importante è non pensarci perchè non si riuscirebbe a lavorare bene, non ci si riuscirebbe a divertire. Un aspetto chiave è stato il fatto che Cronenberg conoscesse così bene la materia: molti altri registi sarebbero rimasti intrappolati nella necessità di dover riprodurre quei personaggi, mentre David si è focalizzato soprattutto sul rapporto tra queste persone, i loro difetti, l'umorismo anche non intenzionale dato dalle loro divergenze di idee. Molti di voi si saranno anche divertiti: non si tratta infatti di un documentario, ma di una fiction, a volte diverte e a volte è trafedia. Non tratta solo la questione accademica: David ci ha fatto interpretare delle persone le cui divergenze erano più sulla carta che nella realtà. Il campo freudiano ha elementi condivisibili così come quello jungiano. Nel film capiamo che le loro posizioni intellettuali erano simili: dietro a tutto c'era l'orgoglio, o altri elementi che venivano a galla. Si comportavano anche in maniera infantile, come tanti loro pazienti. Può sembrare strano, ma ci siamo divertiti a girare un film su Freud!
Fassbender: A dire il vero io ero terrorizzato!

Da Spider a oggi il suo modo di fare cinema è cambiato. Cosa può dirci di questa evoluzione?
Cronenberg: Intanto vorrei specificare che si tratta della 68esima edizione del festival e che io ho 68 anni. Inoltre il film di apertura era Le Idi di Marzo, il mio compleanno! Alla mia età, dopo aver fatto così tanti film – anche se non quanti Woody Allen! – la mia comprensione del cinema è cambiata. Per esempio una volta riprendevo molto, oggi giro meno pellicola e faccio montaggi più veloci, all'inizio esploravo il linguaggio cinematografico. Ma ho un principio base: è il film a dirti di cosa ha bisogno, e io gli dò questo. La gente mi chiede se trasformerò il mio prossimo film in un film cronenberghiano, ma onestamente non ho mai fatto questo: una volta scritta la sceneggiatura di un film come Dangerous Method, a me non resta che rimanervi aderente e lavorare in funzione di esso.

Viggo, cos'è la mascotte che hai lì davanti? (l'attore ha un pupazzetto davanti al microfono, vedi foto)
Mortensen: Me l'ha dato un fan qui fuori, è una mascotte della squadra argentina di San Lorenzo. Possiamo fare della terapia attraverso di lui se volete, parlerò attraverso di lui! [ride]

E' uno dei suoi primi film in costume ambientato molti anni fa. Lei è sempre stato molto bravo a creare universi e mondi visivi innovativi anche relativi al futuro: com'è lavorare su qualcosa di totalmente passato?
Cronenberg: Per me non è proprio una novità, non si tratta di qualcosa di insolito: si fa molta ricerca per le location, i costumi di scena… è una sfida, è un aspetto molto bello e appassionante della produzione. Non si può infilare semplicemente della gente nei costumi di scena, c'è qualcosa di più magico da catturare e non è facile capire se ci si è riusciti o meno. Alcuni attori, come Keira, sono in grado di farlo, ma altri non riescono a trascinarsi nel passato. Attori come Keira riescono a trasformarsi e adottare questa mentalità, che è la mentalità di un'altra era. Era un periodo molto diverso, il cervello è cambiato profondamente da allora, secondo me, a causa delle tecnologie. Sarebbe molto difficile fare un film su Alessandro Magno, perché secondo me gli antichi sono dei veri alieni rispetto a noi: pensavano in maniera diversa, erano umani diversi. 150 anni di storia rimangono una sfida: i loro sistemi nervosi erano molto diversi…

Qual è il vostro atteggiamento nei confronti della psicanalisi? La considerate una scienza?
Cronenberg: direi che il nostro cast ne ha bisogno! Io li ho ingaggiati perché volevo introdurli dolcemente all'idea che hanno seriamente bisogno d'aiuto! Sono persone migliori adesso, prima erano nella confusione più totale…
Mortensen: ora siamo in grado di vestirci da soli!
Cronenberg: in realtà è una questione enorme, ma ancora una volta ripeto: è importante fare ricerche. All'epoca in cui è ambientato questo film c'era un concetto diffuso dei progressi dell'uomo a livello tecnologico e culturale, c'era una interpretazione positiva di questo percorso, tipicamente mitteleuropea: si era convinti che l'uomo stesse passando da animale ad angelo. Freud ha rivelato che non era vero, che si trattava della superficie, e che sotto questa superficie ci sono cose che la razionalità non riesce a risolvere. L'inconscio irrompe in maniera disastrosa: era la vigilia della prima guerra mondiale, che ha finito per infrangere questo sogno europeo. Chi credeva in quest'ordine globale non accettava le teorie di Freud. Ora la psicologia si è evoluta, un mio amico mi ha spiegato che negli ultimi anni le teorie di Freud sono diventate molto attuali.