La recensione di Babylon, il film di Damien Chazelle al cinema dal 19 gennaio
Dalle tre ore di Babylon emerge un’unica grande visione della produzione artistica, quella che Damien Chazelle porta avanti da tre film e una serie, qualcosa di rozzo, animalesco e demoniaco che è impossibile da separare dall’impeto verso il successo di chi la produce, un impeto così potente da spazzare via tutto nelle loro vite. Mai un’impresa intellettuale, sempre un trionfo di vitalità incontenibile. L’ha raccontato in film controllati (La La Land), impostando il tono e il look della serie The Eddy con moderato furore, e poi in film realizzati essi stessi in maniere effettivamente furiose (Whiplash), Babylon va ancora più in là nel campo del caotico e animalesco per trovare nelle radici del cinema americano e nei suoi noti eccessi anche la forma più pura di cinema. È stato quando il cinema era un mondo selvaggio, sregolato e maledetto che il suo cuore artistico pulsava più forte che mai.
È un’ambizione su...
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