[Berlinale 2015] 1992, la recensione del primo episodio della serie su Tangentopoli

Abbiamo visto a Berlino il primo episodio di 1992, miniserie ideata da Stefano Accorsi e prodotta da Sky incentrata su Tangentopoli

Critico e giornalista cinematografico


Condividi

Com’è tradizione della serialità (il formato narrativo più lungo possibile) è la prima scena a fornire la chiave di lettura metaforica del gigantesco racconto che arriverà. Così è pure per 1992. La seconda invece fornisce la chiave di lettura più concreta.

Un ragazzo guarda il proprio corpo nudo allo specchio, pieno di quelli che sembrano lividi, e poi si rade. Capiremo presto che è sieropositivo, malato di un’infezione che in quegli anni contaminava l’Italia e, nella seconda scena, vediamo che è anche un poliziotto, un ragazzo della squadra di Antonio Di Pietro che quella sera sta andando ad incastrare Mario Chiesa.

1992 racconta 5 storie separate ma congiunte da diversi fili conduttori, ognuna affonda le mani in un ambito determinante dei cambiamenti che in quell’anno o si stavano verificando o cominciavano ad essere annunciati. Nel primo episodio si inizia dalle elezioni del 1992, guardate dal pool di Mani pulite mentre sono al lavoro, una storia è infatti quella di Antonio Di Pietro e della sua inchiesta, a partire da un’ottima scena di arresto di Mario Chiesa. Di Pietro è un personaggio molto cool, lontanissimo da quello reale per come lo conosciamo, l’effetto è straniante (e non è il primo), ma di certo fa bene alla narrazione. Nel realismo dei fatti di cronaca si inserisce Luca, seconda storia, un personaggio di finzione, il poliziotto sieropositivo dell’inizio che suggerisce a Di Pietro di non processare Chiesa per direttissima ma far partire un’inchiesta più grande e puntare a Craxi.

Continua a leggere la recensione su BadTV.it - il Nuovo Gusto delle Serie TV

Continua a leggere su BadTaste