La recensione di Boy From Heaven, in concorso a Cannes

Contrariamente alla trita vulgata delle serie tv che “sembrano proprio dei film”, Boy From Heaven è un film che “sembra proprio una serie tv”. Del mondo seriale contemporaneo ha il culto degli antieroi, l’esplorazione del marcio (nella società come nelle persone), l’ambientazione particolare e fascinosa e la capacità di lavorare sulla scoperta, l’intrigo, il mistero e la maturazione di un personaggio che parte in un modo e finisce in un altro.

Siamo all’università di al-Azhar, principale centro di insegnamento del mondo islamico sunnita, in Egitto. Il protagonista, figlio di un pescatore, ha avuto l’incredibile possibilità di frequentarla. Lì vive con altri studenti ed entra in contatto con i massimi livelli della religione. Quando però viene il momento di eleggere il nuovo Grande Imam (massima figura religiosa che in Egitto ha un potere anche politico) i servizi segreti interni dello stato prendono contatto con il figlio del pesca...