La recensione di Explanation for Everything, vincitore del premio come miglior film nella sezione Orizzonti al Festival di Venezia 2023

Una coccarda tricolore ungherese appuntata sulla giacca di uno studente, durante l’esame di maturità, è in Explanation for Everything il simbolo di un Paese diviso, la scusa per un caso mediatico e, per Abel che l’ha indossata, un fardello che lo rimette alle sue responsabilità scolastiche ed esigenze emotive. Diretto da Gábor Reisz, Explanation for Everything fa il gioco del cinema dei punti di vista di Hirokazu Kore’eda (Monster): pur non trattenendone la medesima complessità riesce ad elaborare da quel piccolo oggetto una riflessione decisamente più grande, a tratti commovente, sull’incomunicabilità (tra genitori e figli, tra rappresentanti di visioni politiche diverse) e su come il politico coinvolga il quotidiano anche ai livelli più inaspettati.

Il film si gioca tutto su livelli incrociati di narrazione e punti di vista: diviso infatti per giorn...