Al centro di Home ci sono i Boov, razza aliena di pupazzetti tutti uguali, con un modo loro di parlare che si distinguono per il colore che assumono e il rapporto, strano, che intrattengono con gli umani. Difficile non vedere somiglianze con i Minion (di cui ancora dobbiamo vedere le spinoff), alla stessa maniera i Boov sono un altro tentativo di conquistare il pubblico più infantile, quello che era lo zoccolo duro del cinema d’animazione.

Il problema del film, che si ispira al libro per l’infanzia di Adam Rex, è però tutto di scrittura, perchè Home – A Casa non trova mai una chiave di lettura originale ed è molto goffo nei suoi reiterati tentativi di fare dei Boov un oggetto del desiderio e della simpatia del pubblico. Il risultato di tutta questa dedizione nel raggiungere uno scopo è in sostanza un lungometraggio animato di serie B, somigliante alle produzioni non americane a costi più contenuti che, per sopravvivere nell’ecosistema del cinema, cercano nelle m...