La nostra recensione di Il colore viola, al cinema dall’8 febbraio

Guardando oggi Il colore viola (film di Spielberg del 1985 e questa nuova versione musical) viene facile fare un parallelo con C’è ancora domani. Storia di violenza ed emancipazione femminile, una protagonista vittima di un marito violento che intraprende un percorso di consapevolezza, spinta da altre figure che invece incarnano un’ideale di donna meno succube e più intraprendente. Del resto questi temi sono oggi ancora più attuali rispetto a quarant’anni fa, e infatti il film di Blitz Bazawule, come quello di Paola Cortellesi, strizza l’occhio alla contemporaneità, aspetto assente nel primo adattamento del romanzo di Alice Walker. Lo svolgimento tra i due è per lunghi tratti lo stesso, con un maggior approfondimento del terzo atto nella nuova pellicola, dove le donne lasciano gli uomini e vanno a vivere in autonomia, e un pantalone diventa simbolo perfetto della loro diversa mentalità. Or...