La recensione di Il giuramento di Pamfir, al cinema dal 10 agosto

Siamo in Ucraina, nella regione dei Carpazi al confine con la Romania, ma la guerra è un affare lontano. Quella di Leonid (Oleksandr Yatsentyuk) detto ‘Pamfir’, è invece una storia di autodeterminismo illusorio e degradante, la parabola di un uomo che pensava di essere scampato dalla vita criminale quando in realtà la possibilità di scelta non l’ha mai avuta davvero. Esordio alla regia del regista ucraino Dmytro Sukholytkyy-Sobchuk, Il giuramento di Pamfir è una discesa agli inferi, dettagliata e coinvolgente, nell’underground del contrabbando ucraino e l’esplorazione umana e culturale di una piccola comunità contadina per cui, come dicono più volte personaggi, il contrabbando è una tradizione locale.

Personaggio tragico di una tragedia contemporanea, Pamfir ha lavorato a lungo in Germania ma decide di tornare brevemente a casa dove lo aspettano la moglie Olena e il figlio Nazar. Sta per arrivare il carnevale pagano e N...