Insidious: L'ultima Chiave
di Adam Robitel
18 gennaio 2018
Non sarebbe stato strano trovare una certa stanchezza nel quarto capitolo di Insidious, specie vista l’assenza di James Wan che tanto bene aveva animato primo e secondo film. Invece la sorpresa è che Insidious: L’Ultima Chiave è solo parzialmente una copia deteriore dei precedenti tre. In realtà dietro una regia di sconfortante pochezza, pochissima fermezza con gli attori e nessuna inventiva, si nasconde uno dei migliori script della saga.
La storia è sempre di Leigh Whannell, autore di tutti i capitoli (ma anche inventore della saga di Saw sempre in coppia con Wan) e pure regista del terzo, che stavolta sceglie di tornare indietro nel tempo, al 2010 (e poi ancora più indietro), per raccontare la storia della medium che vediamo aiutare la famiglia nel primo film, quella interpretata da Lin Shaye. Cosa le è successo prima della telefonata con cui entra in scena nel primo Insidious, cosa c’è nel suo passato, da quanto ha quel dono e cosa le è costato. Domande più che usuali per un preque...
Scritto con grandissima vivacità e molte idee intelligenti, Insidious: L'Ultima Chiave è però girato con così poca voglia da abbassare ogni eccitazione
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