La recensione di L’era glaciale – Le avventure di Buck, in uscita su Disney+ il 23 marzo

Come sarebbe un film se fosse concepito direttamente da uno studio di produzione, se non avesse davvero degli sceneggiatori o un regista ma se fosse il frutto delle riunioni di un grande studio, scritto dallo zeitgeist di quello che da una parte l’industria hollywoodiana ritiene essere ciò che funziona ora, dall’altra ciò che ha sempre funzionato, lo spirito americano più classico, unito ai temi più attuali? Come sarebbe un film simile, scritto per assecondare ciò che gli studios pensano attragga il pubblico e funzioni?

Sarebbe come L’era glaciale – Le avventure di Buck. Ecco come sarebbe.

Con un riassunto dei capitoli precedenti della saga di L’era glaciale fatto nel più classico dei 2D che introducono un film animato in computer grafica (stavolta sono pitture rupestri), questo film mette al centro i due opossum già parte della banda (che si comportano e agiscono come dei bambini...