È sorprendente come a volte le limitazioni riescano a tirare fuori dalle persone le qualità più impensabili, sia in negativo che in positivo. Ma è ancora più sorprendente come Locked Down di Doug Liman, uno dei primi film scritti e girati durante la pandemia di Covid-19, riesca non solo a trasmettere in modo cristallino, divertente e originale quest’idea attraverso una divertente storia di crisi coniugale, ma anche come esso stesso sia un esempio concreto di come i film possano sfruttare in modo virtuoso e creativo il distanziamento e la necessità di restringere i propri spazi.

Il merito è in gran parte della penna di Steven Kinght, la cui scrittura fa da padrona a un film quasi completamente girato in interni, ma che dalle premesse fuorvianti di un quotidiano stress da pandemia, potenzialmente noioso, retorico o ripetitivo, tira fuori dal cilindro, come un mago, un twist d’azione che fa prendere al film strade inaspettate. Inizia infatti come Malcolm & Marie e si evolve come un fi...