Marco Bellocchio ci prova per quasi tutto il film a non parlare di sé, a mettere al centro il fratello gemello Camillo, morto suicida e la sua famiglia, il nucleo in cui sono cresciuti, cosa è successo in quegli anni che hanno portato al ‘68 e come questo fratello più remissivo e meno intellettuale degli altri li vivesse. Ci prova, poi quando arriva alla morte, alla sua elaborazione, all’indagine per capirne le cause e infine al dopo, agli anni successivi, non ce la fa più e Marx può aspettare svela la sua natura di documentario su Marco Bellocchio attraverso il gemello scomparso.
È poco il tempo in cui ci si domanda cosa potesse aver portato a questo suicidio, come è poco il tempo in cui Bellocchio scruta le diverse reazioni familiari, e molto il tempo dedicato a raccontare sé, la propria carriera (soprattutto La Cina è vicina), i propri successi, film e influenze. E ancora dopo la morte del fratello i richiami a lui nei suoi film successi...
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