La recensione di Pacifiction, il film di Albert Serra presentato in concorso a Cannes

Cosa vuole fare Albert Serra? Cosa vuole creare con Pacifiction?
Il paradiso tropicale, che tanto paradiso non è, in cui finisce un attendente francese per rassicurare i locali che le voci di imminenti nuovi test nucleari francesi (a 20 anni da Mururoa) sono infondate, è il terreno di gioco di questo film. Più l’attendente rimane in loco (e quindi noi rimaniamo lì con lui) più quel paradiso tropicale inizia a slittare. Slitta la fotografia, slittano gli attori e slittano gli ambienti fino a che tutto insieme, con anche la sceneggiatura, non slitta definitivamente nel territorio dell’ambiguo e dell’indefinito.

Aumentano i corpi tra il maschile e il femminile, aumenta la doppiezza dei personaggi (di giorno in un modo, di notte in un altro) e aumenta l’idea che quel posto si stia trasformando in un luogo cinematografico lynchano, cioè in una zona liminale nella quale ognuno è a cavallo tra due mondi e l’...