Se, da un lato, non è ben chiaro l’obiettivo che The Midnight Sky si sia preposto – essere un film sul significato della vita? Un film ambientalista? Un film senza particolari ambizioni? – dall’altra sembra fuori discussione che George Clooney, qui alla sua settima regia, non sia ancora riuscito a trovare la sua dimensione come autore, essendo invece ancora intrappolato, quando va bene, nella definizione di “bravo regista”, al più di ottimo esecutore.

Forse è anche causa, in piccola parte, del pregiudizio nel vedere un attore estremamente popolare mettersi dietro la macchina da presa; ma di certo il suo ultimo film, Suburbicon, non lo aveva aiutato a smarcarsi da quelle infami etichette (perché girare un film scritto dai Coen, coeniano in tutto, senza essere i Coen è praticamente un suicidio artistico). Se però c’è una cosa che forse abbiamo capito del Clooney regista è che i suoi migliori film sono quelli con, banalmente, le sceneggiature più solide, preferibilmente di gen...