La recensione di Toilet, in sala e nelle arene estive dal 14 luglio

Il Locke all’italiana non è statico, fermo sul sedile di un’auto per un lungo viaggio, ma si muove, intrappolato dentro un bagno di una stazione di servizio ha qualche metro quadrato per vagare, sedersi, piegarsi, dare pugni ecc. ecc. Tutto in Toilet vive dell’energia di Gabriele Pignotta (che oltre ad interpretare scrive e dirige), energia che non è solo vocale e facciale (come per Tom Hardy) ma soprattutto fisica, fatta di pose, posizioni e movimenti. Cosa che non stupisce vista la provenienza teatrale di Pignotta. Venditore con un contratto che gli salverà sia vita che conto in banca da firmare tra 6 ore, finisce per errore in una stazione di servizio abbandonata, va al bagno e rimane chiuso dentro. Ha linea telefonica per chiamare ma non una connessione ad internet e nessuno lo trova né riesce ad aiutarlo mentre il tempo scorre. Come in Locke quindi la storia non è quella che vediamo, ma quella che si crea nella n...