Fresh è su Star di Disney+

“Mi mangiai il suo fegato con un bel piatto di fave e un buon Chianti” diceva quello, nella maniera più letterale possibile. Il bello del cinema è che può permettersi di mettere in scena alcuni dei nostri peggiori tabù, e pochi tabù peggiori di quello contro il cannibalismo. Per ottimi motivi, ovviamente! Divorare i propri simili è un’attività relativamente diffusa in natura ma che viene guardata con sospetto tra noi esseri umani, e ci sono una lunga serie di ottime ragioni per sconsigliare a chiunque di nutrirsi di carne umana. Al cinema però il cannibalismo ha una storia lunga e gloriosa, della quale Fresh, il debutto sulla lunga distanza per Mimi Cave, è solo l’ultimo rappresentante

Se avete già letto qualcosa su Fresh, o direttamente visto il trailer, sapere che il film con Sebastian Stan e l’eccezionale Daisy Edgar-Jones parla (anche) di cannibalismo non vi coglierà di sorpresa. E anche se non ne sapevate nulla, e nonostante questo siete qui a leggere questo pezzo, non preoccupatevi: non vi abbiamo rovinato la visione né svelato un qualche clamoroso plot twist – Cave mette quasi subito in chiaro, prima con metafore sottili come tronchi poi esplicitando, che il suo film parla di gente che divora altra gente. È quindi un’opera in buona compagnia nella storia del cinema: tanto il cannibalismo è vietato nel mondo reale quanto è onnipresente sul grande schermo da un secolo circa. Non è facile fare una selezione dei migliori film cannibali della storia: noi qui ne abbiamo scelti dieci, da far seguire alla visione di Fresh e da accompagnare, se potete, con un buon bicchiere di vino e del letterale finger food.

 

Fresh Soylent

 

2022 – I sopravvissuti

Soylent Green, questo il titolo originale di questo capolavoro, compie l’anno prossimo cinquant’anni. Ci sentiamo quindi liberi da ogni accusa di spoiler se vi diciamo che è uno dei migliori film sul cannibalismo della storia del cinema, perché lo ritrae non come un’attività malvagia compiuta da gente altrettanto malvagia ma come un’irrinunciabile necessità, l’unica strada per la sopravvivenza del genere umano. Soylent Green è anche probabilmente l’unico film sui cannibali nel quale i cannibali non sanno di esserlo fino all’ultimo istante.

Alive – Sopravvissuti

Ve ne abbiamo parlato di recente qui e ci auto-citiamo: “Le prime sequenze post-incidente di Alive sono ancora concentrate su questioni pratiche, ferite da chiudere, provviste da razionare, decisioni da prendere. Molto presto, però, ci si rende conto che il film non è davvero interessato a questi aspetti della situazione, e che tutta la parte prettamente survival viene compressa nei primi, frenetici minuti. Dopodiché la situazione si stabilizza e, tra un boccone di carne umana e l’altro, arriva Dio”. Cannibalismo sì, dunque, ma incidentale.

Antropophagus

Forse il miglior film di Joe D’Amato e sicuramente il più noto, è ancora oggi un horror abbastanza estremo da richiedere un minimo di preparazione psicologica per affrontarlo. In particolare per “quella scena”: la storia del cinema è piena di “quelle scene”, che di solito non serve neanche citare o descrivere perché basta il titolo del film per farle materializzare nella testa di chi le ha viste, e Antropophagus ne contiene una. In ossequio alla regola di “quelle scene” non ve la raccontiamo, ma se non conoscete il film vi possiamo rivelare che c’entra, tra le altre cose, un feto (in un film sul cannibalismo, ci teniamo a ricordare).

Blood Feast

Il film più famoso del maestro del gore Herschell Gordon Lewis. È la storia di un tizio che lavora nel catering, si chiama Ramses e ha il vizio di fare a pezzi giovani donne per incorporarle nelle sue ricette e sacrificarle così alla dea egizia Ishtar, come da indicazioni del suo libro di magia intitolato letteralmente Ancient Weird Religious Rites. Ingenuo ed esagerato come solo i film di HGL sapevano essere, è con ogni probabilità il primo film realmente splatter della storia del cinema.

 

Boner

Bone Tomahawk

Prima di farsi notare insieme a Vince Vaughn con Brawl in Cell Block 99, S. Craig Zahler aveva esordito con un ignoratissimo capolavoro, un horror western profondamente weird che parla di una missione in territorio sconosciuto per salvare tre persone finite nelle grinfie di una tribù di nativi americani cannibali. Non esattamente lo spunto più politicamente corretto della storia, ma non preoccupatevi: sviluppandolo, Zahler peggiora solo la situazione, e Bone Tomahawk è uno dei film più sgradevoli e ostili degli ultimi anni (a scanso di equivoci: è una cosa buona, in fondo parla di gente che mangia altra gente).

Cannibal Holocaust

fresh-soylent

Il film che aspettavate da quando avete cominciato a leggere questa classifica.

Il silenzio degli innocenti

Un altro film che non poteva mancare, quello dove il “quello” che citavamo in apertura di pezzo si è fatto ufficialmente conoscere al pubblico cinematografico dopo non essersi fatto notare a sufficienza in Manhunter di Michael Mann. Nel film di Jonathan Demme, invece, Hannibal Lecter ha tutto lo spazio di cui ha bisogno per ritagliarsi un posto nel pantheon dei migliori personaggi della storia del cinema – e tutto questo in pochissimi minuti di screen time.

 

Raveno

L’insaziabile

A proposito di western cannibali, il film di Antonia Bird raccontava una storia relativamente simile a quella di Bone Tomahawk ma con qualche anno di anticipo, e un cast che comprendeva Guy Pearce, Robert Carlisle e David Arquette e una colonna sonora composta da Michael Nyman e Damon Albarn dei Blur (!). Perché allora è stato così dimenticato, nonostante fosse stato accolto da recensioni più che discrete? Non abbiamo risposta, possiamo solo consigliarvi di recuperarlo, soprattutto se avete fame e volete rovinarvi l’appetito.

Non aprite quella porta

Cannibalismo, crisi economica e la famiglia tradizionale: tre elementi che da sempre vanno a braccetto come il cacio sui maccheroni o il pepe sul cacio (che a sua volta viene messo sui maccheroni), e che hanno in Non aprite quella porta una sorta di manifesto. Ve ne abbiamo già parlato approfonditamente qui, e ancora una volta ci citiamo: “I Sawyer sono almeno in parte vittime del sistema, come molte altre famiglie del posto hanno perso il loro lavoro e la loro stabilità a causa del progresso, e invece di provare a reinventarsi hanno deciso di darsi al cannibalismo. Il modo stesso in cui sono rappresentati è una tragicomica parodia della cosiddetta “famiglia tradizionale”: il nonno è un vecchio incartapecorito che viene trattato come un trofeo e tenuto in vita grazie al sangue degli innocenti, il figlio è un sadico che prova piacere nell’ammazzare il proprio pasto, il padre è un violento, la madre è assente e viene quindi reincarnata nel figlio con problemi mentali (cioè Leatherface), un gigante che gira per i boschi armato di motosega ma che non esita a mettersi una parrucca e a truccarsi la maschera per assomigliare alla genitrice assente”.

 

Ro

 

Raw

Se di recente avete apprezzato Titane, un film nel quale a un certo punto una persona e un’automobile fanno sesso, vi consigliamo di recuperare anche l’opera precedente di Julia Ducournau, un Bildungsroman nel quale una ragazza adolescente e in piena età dello sviluppo scopre di apprezzare il sapore della carne umana (un classico). Non è del tutto un horror, ma non è neanche solo un dramma o una storia di crescita: è un curioso mix profondamente disturbante e originalissimo – un po’ come fare le lasagne usando la trita di essere umano per il ragù.

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