Ridley Scott è uno dei Grandi. Non ci sono discussioni, polemiche, dubbi: dopo quasi cinquant’anni di carriera, accompagnati da quasi trenta film e dallo scandalo di un numero di Oscar pari a 0 (a fronte per lo meno di numerose nomination), il regista inglese va senza dubbio annoverato tra i giganti della Settima Arte, nonché uno dei pochi veri autori contemporanei che magari non fa sempre bei film, ma riesce sempre a girarne di interessanti. Nato nel 1937 in un paesino costiero del nord dell’Inghilterra noto per aver dato i natali a lui, a suo fratello e al Barbour, Scott è arrivato relativamente tardi al cinema, dopo essere passato, come il fratello, per la TV e la pubblicità.

Tardi ma non senza ambizione: già il suo debutto era un’epopea tratta da un romanzo di Joseph Conrad, che già dimostrava la sua passione per la storia e per il modo di raccontarla al cinema. Da lì, Ridley Scott partì con una cavalcata che lo portò a inventare, rivoluzionare, perfezionare, spesso a rischiare e qualche volta anche a cadere, ma mai a farci perdere interesse nel suo cinema. Non è mai facile fare una classifica, figuriamoci quando si parla di 27 film: ci abbiamo provato, e i risultati sono qui sotto.

Ridley Scott robin

Robin Hood

La peggior versione cinematografica della leggenda del socialista ante litteram della foresta di Sherwood, cupa e opprimente e priva di ogni forma di immaginazione e fantasia, ingredienti irrinunciabili per non trasformare una bella storia in una grigia cronaca.

Tutti i soldi del mondo

Il famoso film nel quale Kevin Spacey venne sostituito da Christopher Plummer, e il fatto che questo particolare sia l’unico motivo per cui viene ricordato dovrebbe dirvi molto sulla sua qualità.

1492 – La conquista del paradiso

Visivamente impeccabile, fa sorridere riguardarlo oggi che Scott viene regolarmente travolto da polemiche riguardo all’attendibilità storica delle sue opere (è successo con The Last Duel, è appena successo anche con Napoleon). Fa sorridere perché in 1492 la plausibilità storica non è neanche salita a bordo della nave, il che trasforma il film in una sorta di lode acritica del colonialismo che, insomma…

The Counselor – Il procuratore

Forse il più grande mistero della carriera di Scott: un film scritto da Cormac McCarthy, uno che aveva una penna altamente cinematografica come dimostrato da Non è un Paese per vecchi, che riesce a non avere né il carattere del suo sceneggiatore, né il tocco autoriale del suo regista, e diventa solo un gran pasticcio.

Chi protegge il testimone

Un noir di servizio, sul quale non si può dire nulla di particolarmente cattivo ma neanche granché di buono. Esiste, tutto qui.

Alien Co

Alien: Covenant

Un ottimo mediometraggio di Alien intervallato da una serie infinita di spunti esistenzialisti che sarebbero stati meglio dentro un qualsiasi sequel di Blade Runner, e affossato da qualche sequenza involontariamente comica (che generalmente coinvolge Michael Fassbender).

Exodus – Dèi e re

Pur essendo imperfetto e pasticciato, Exodus è anche uno dei film più sottovalutati di Ridley Scott, perché non parla solo di religione ma anche di società: le cose più affascinanti sono lo scontro tra fede e ragione che sottende tutta la trama, e le interpretazioni scientifiche delle piaghe d’Egitto.

Un’ottima annata – A Good Year

Molto amato ma anche molto risciacquato, è un Ridley Scott che non morde ma si limita a coccolare lo spettatore, e a dargli tutto quello che ha bisogno per sentire caldo al cuore. Funziona, questo è fuor di dubbio.

Prometheus

Da un lato c’è il fatto che si tratta di un pessimo film di fantascienza che rovina forse irrimediabilmente la già incasinata mitologia di Alien e che si appoggia a una sceneggiatura che assomiglia a un emmental. Dall’altro, visivamente è uno dei film di fantascienza più affascinanti del millennio, e anche dei più influenti.

House of Gucci

È difficile non odiarlo, soprattutto per noi italiani, e certe scelte (anche di casting…) sono rivedibili indipendentemente dal punto di vista da cui le si guarda. Ma House of Gucci ha un suo innegabile fascino, un’aria da tabloid che Scott cattura alla perfezione e che calza come un guanto a questa storia.

Le crociate

Le crociate – Kingdom of Heaven

Insieme a Il gladiatore, e forse più ancora del Gladiatore, è il film di Ridley Scott che ha inaugurato l’infinita discussione su quanto sia corretto plasmare la storia alle proprie esigenze narrative. Spettacolare ancora oggi, è anche un po’ superficiale.

L’Albatross – Oltre la tempesta

Uno dei film dimenticati di Ridley Scott, un’avventura marina ambientata su una barca alla deriva e tratta da una storia vera, che Scott drammatizza e trasforma in un survival movie classico ma ben confezionato.

Soldato Jane

Più che un film di Ridley Scott è un film su Demi Moore, che si carica tutto il peso dell’operazione sulle spalle e la porta a casa di pura garra, nonostante una sceneggiatura e una messa in scena scarne ai confini con il minimalismo.

Hannibal

Non sarà il miglior film su Hannibal Lecter, ma è gustosamente crudele e abbastanza diverso da Il silenzio degli innocenti da avere una personalità propria – e provare a essere originali è sempre meglio che copiare e non prendersi rischi.

Nessuna verità

Un ottimo DiCaprio, un’ottima sceneggiatura firmata dall’uomo che due anni prima aveva trasformato il film di Hong Kong Infernal Affairs in The Departed, un ottimo thriller in generale. Non essenziale, ma impossibile da mollare una volta cominciato.

Genio

Il genio della truffa

Una commedia nera a sfondo criminale con Nicolas Cage. Serve altro?

Black Hawk Down – Black Hawk abbattuto

La guerra come spettacolo, come regia e messa in scena e montaggio, ma anche come esperienza umana: senza questo film non avremmo avuto, per esempio, Jarhead, e The Hurt Locker non avrebbe vinto degli Oscar.

I duellanti

Come detto sopra, il debutto di Ridley Scott, e che debutto! Già quando uscì venne paragonato a Barry Lyndon, e se vi vengono in mente modi migliori per cominciare la vostra carriera fatecelo sapere.

Sopravvissuto – The Martian

Il film con Matt Damon aveva una grande fortuna: essere tratto da un romanzo che già sembrava scritto per diventare una sceneggiatura. Ad adattarlo ci pensò poi Drew Goddard, uno della scuola Whedon: il risultato è forse il film più godibile e genuinamente avventuroso (nell’accezione più ottimistica del termine) della carriera di Ridley Scott.

The Last Duel

Uno dei film più complessi da dipanare della carriera di Scott, perché allo sguardo storico sovrappone anche un’interpretazione moderna dei fatti, provando non solo a raccontare il passato ma anche a interrogarlo e problematizzarlo. E un film complesso è (quasi) sempre anche un film affascinante.

Gladiatore

Il gladiatore

Uscito in un’epoca in cui l’accuratezza storica non era ancora considerata irrinunciabile in un film (e in cui non uscivano mille articoli a film dedicati a decostruirne ogni passaggio e verificarne la plausibilità), Il gladiatore è riuscito a superare senza fatica i confini del film storico per diventare pura epica, nonché uno dei film più citati (e memati) del millennio.

American Gangster

Vi siete mai chiesti come sarebbe stata una stagione dei Soprano diretta da Ridley Scott? Se sì è perché non conoscete American Gangster.

Legend

Il più strano e obliquo dei grandi fantasy degli anni Ottanta, molto teatrale (e infatti è girato tutto in studio) e con una componente erotica e peccaminosa totalmente assente dai vari Willow, Labyrinth o Highlander.

Black Rain – Pioggia sporca

Dopo averci convinto del fatto che il mondo del futuro sarà indistinguibile dal Giappone, Ridley Scott ci ambienta un film, un neo-noir ricco d’azione che non ha paura di abbracciare i cliché del genere se servono a rendere più interessante la storia. È il miglior thriller di Ridley Scott, e uno dei più criminalmente sottovalutati di tutti gli anni Ottanta.

Ridley Scott Thelma

Thelma & Louise

Un rape&revenge dove la revenge si consuma immediatamente, trasformando il film in una grande fuga, e quindi in un road movie, ma anche in una storia di amicizia e in una galleria di personaggi da Americana che sembrano guardare a Easy Rider.

Blade Runner/Alien

Il podio prevede una prima posizione in classifica a pari merito. Si può fare? In fondo Blade Runner e Alien possono essere viste come due facce della stessa medaglia, due modi diversi di fare fantascienza e di parlare del futuro. Uno è filosofico ed esistenzialista, l’altro è un puro distillato di terrore. Uno parla di cosa significhi essere umani, l’altro di una disperata lotta per rimanerlo. Uno è claustrofobico e soffocante, l’altro è agorafobico e soffocante. Entrambi sono tra i migliori film di fantascienza di sempre, e scegliere quale sia meglio tra i due è come rispondere alla fatidica domanda “vuoi più bene al papà o alla mamma?”.

Classifiche consigliate