Questo speciale fa parte della rubrica Tutto quello che so sulla vita l’ho imparato da Sylvester Stallone.

Vi abbiamo parlato di Rocky, dal primo all’ultimo capitolo e anche oltre, facendo persino arrabbiare chi non considera i due capitoli di Creed parte della saga (spoiler: lo è). Abbiamo fatto lo sforzo titanico di mettere in ordine dal peggiore al migliore i film del franchise, in attesa di poter aggiornare la classifica con Creed III. Il passo successivo viene naturale: è arrivato il momento di parlare di Sylvester Gardenzio Stallone, non solo del suo personaggio. Abbiamo già fatto qualcosa di simile con Nicolas Cage, ripercorrendo i momenti salienti della sua carriera, basandoci però sui suggerimenti di Il talento di Mr. C. Con Stallone è più difficile, perché Sly non ha mai lasciato una traccia di questo tipo: o li si tratta tutti, oppure bisogna fare delle scelte dolorose. Ci penseremo nelle prossime settimane, comunque, perché oggi cominciamo nel modo più scontato e logico possibile: partendo dall’inizio.

L’inizio vero, non Rocky ma tutto quello che è venuto prima: tutti quei progetti che Enzio sperava potessero lanciarlo nell’Olimpo, e che invece lo ridussero in tempo zero a vittima di typecasting, che dovette costruirsi da solo l’occasione della vita perché se avesse aspettato Hollywood sarebbe probabilmente ancora lì a fare il mafioso italoamericano sullo sfondo. Tutti, e sono tanti: tutto considerato, tra cameo non accreditati, piccole particine, comparsate e i primi veri ruoli seri, Stallone ha recitato in 17 film prima di azzeccare Rocky. E c’è di più: il famoso porno che viene ricordato come “il suo primo film” è appena il quarto. Prima di arrivarci, quindi, dobbiamo parlare di The Square Root.

Stallone Square
Questo è un dettaglio della locandina di The Square Root. Sì, quello è Sylvester Stallone.

Non che ci sia molto da dire: è un film buono per le cronache e le statistiche perché segna il primo ingresso su un set per Sylvester Stallone, al tempo ancora uno studente di cinema alla University of Miami (la laurea arriverà solo nel 1999, più o meno ad honorem). Non è però un film indimenticabile, ed è pure complicato da recuperare, come capita spesso quando debutti in un prodotto tutto sommato minore. Decisamente più famosi sono i due film successivi nei quali Gardenzio compare, ma ancora senza crediti: Gli spericolati con Robert Redford, un film di Michael Ritchie sullo sci alpino, e quel capolavoro di M*A*S*H. Parliamo sempre di ruoli tipo “soldato nell’area catering”, comunque, buoni per le statistiche ma che non ci dicono granché su Stallone, se non che ha dovuto fare una notevole gavetta per avere la prima vera occasione.

Purtroppo per lui che si porterà dietro questa storiella per gran parte della sua carriera, la “prima vera occasione” arriva in un porno soft, nel quale gli viene affidato il ruolo del protagonista (addirittura il nome del suo personaggio, Stud, è presente nel titolo originale, The Party at Kitty and Stud’s). Di per sé il film non è nulla di sconvolgente o troppo spinto, e nel 2023 vi shockerà sicuramente meno di quanto sia successo negli anni immediatamente successivi all’uscita di Rocky, quando per lucrare sul successo di Stallone il film venne rimesso in commercio con il titolo Italian Stallion e il faccino di Sly sbattuto sulla locandina.

Babanas

Sarebbe bello dire che la sua straordinaria presenza scenica in Porno proibito (questo il titolo italiano pre-Rockyzzazione, quando anche da noi diventò Lo stallone italiano) gli aprì le porte del cinema che conta, ma sarebbe anche completamente falso. Gli anni post-porno sono altri anni di comparsate non accreditate, la più famosa delle quali è probabilmente quella in Il dittatore dello stato libero di Bananas, nel quale interpreta un bullo in metropolitana che viene messo al suo posto da Woody Allen.

Da qualche parte nel multiverso esiste un mondo nel quale proprio grazie a questo cameo Woody Allen ha deciso che Stallone è la sua spalla perfetta, e nel quale Sly diventa quindi un attore brillante di commedie dolciamare. Nel nostro mondo, invece, la parte in Bananas spinge Sly ancora più pesantemente verso il typecasting. Il suo primo ruolo da protagonista, in Fuga senza scampo, è quello di un attivista e terrorista. In Happy Days – La banda dei fiori di pesco (così intitolato in italiano esclusivamente perché c’è Henry Winkler AKA Fonzie) interpreta Stanley Rosiello, greaser italoamericano in camicia bianca e bretelle. In Capone è direttamente la guardia del corpo di Al Capone in persona, Frank Nitti. Cominciate a vederci un tema? Stallone negli anni Settanta è la persona perfetta da chiamare se ti serve un italoamericano, magari malavitoso, quasi certamente vestito con un chiodo o un giubbotto di pelle.

DR2000
Tutto lo Stallone che vi serve.

Forse il momento più significativo di questa lunga gavetta etnicamente caratterizzata sono i due film nei quali compare proprio mentre Stallone sta immaginando e poi scrivendo Rocky (e mentre sta cercando di vendere la sceneggiatura di Taverna Paradiso, tra l’altro). Nel 1975 è a fianco di David Carradine in Anno 2000 – La corsa della morte di Paul Bartel, prodotto da Roger Corman: interpreta “Machine Gun” Joe Viterbo, mafioso di Chicago che partecipa alla Transcontinental Road Race, la “corsa della morte” del titolo. Nel 1976 Paul Bartel e Roger Corman richiamano David Carradine per un film di corse mortali in macchina: si chiama Cannonball e qui Stallone non riesce neanche a farsi dare un nome per il proprio personaggio, indicato semplicemente come “Mafioso #2”.

Insomma: la storia di come Stallone è diventato Rocky è molto più semplice di quanto potrebbe sembrare. È la storia di un ragazzo di talento ma anche con un aspetto fisico e un accento troppo connotati per non diventare la prima cosa a cui si fa caso quando si presenta a un provino. È la storia di una persona umile che nella vita ha sempre e solo voluto fare cinema e per anni ha accettato di fare il mafioso o il Guido di turno nella speranza che dal letame nascessero i fior. Ed è anche, come vedremo nelle prossime settimane, la storia di quanto rapidamente Hollywood possa cambiare idea su di te, e quanto poco ci metta a spalancarti le porte del successo se appena annusa un briciolo di potenzialità commerciali.

Ne riparleremo presto.

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