Quando arrivò in televisione Buffy l’ammazzavampiri l’idea che un autore tv potesse dirigere un grande blockbuster al cinema era una barzelletta. Figurarsi fare grandi incassi. Poi arrivò Joss Whedon. Egli fu una figura essenziale nell’avvicinamento tra il mondo del grande e del piccolo schermo. Riuscì a fare ciò andando a intercettare proprio al pubblico di moviegoers, iniettando in episodi dal budget limitato, una scrittura di qualità e contenuti altamente “nerd”. Alla fine degli anni ’90 anche il cinema sembrava avere già detto tutto (ma si preparava a rinnovarsi grazie al rimescolamento tarantiniano di generi e suggestioni). Whedon coglie la palla al balzo e vede la grande occasione: il pubblico, stanco da stereotipi e regole codificate è pronto ad ascoltare i battitori liberi. Decide così di improntare la sua carriera al ribaltamento delle aspettative, alla distruzione dei ruoli preconfezionati e delle maschere narrative.

Questo articolo è realizzato in partnership con SkyCerto, Joss Whedon conosce alla perfezione le regole della sceneggiatura. Non avrebbe potuto, altrimenti, giocare così liberamente con le storie. Figlio d’arte (il padre era uno sceneggiatore televisivo) inizia lavorando alla sitcom Pappa e ciccia. Si farà le ossa più tardi però attraverso due fallimenti importanti, ma essenziali per la sua carriera. Ancora alle prime armi riuscì infatti a vendere la sceneggiatura per il film di Buffy l’ammazzavampiri, diretto da Fran Rubel Kuzui. Non andò benissimo. Whedon non fu contento del risultato (eufemismo), ma fortunatamente non abbandonò quei personaggi. Il flop fu lo stimolo per dare il via all’omonima serie.

Il secondo inciampo fu Alien – La clonazione, il quarto film del franchise, nonché il più debole. Colpa di un eccessivo typecasting, che appiattiva ogni possibile sorpresa, dice Whedon: i cattivi avevano la faccia da cattivi, i buoni il volto pulito. Impossibile quindi trovare le sfumature della sceneggiatura.

Lavorò molto a Hollywood come script doctor (la figura professionale che si occupa di dare una sistemata alle sceneggiature traballanti) per film come Twister, Speed, e anche l’ambizioso Waterworld. Mise la sua impronta anche sulla sceneggiatura di Toy Story, Titan A.E, e il primo film degli X-Men. 

È però nelle sue sceneggiature più personali che Joss Whedon si diverte maggiormente a sovvertire le aspettative. Sono le sue opere personali il terreno di gioco preferito per la creatività senza freni.

Vi proponiamo di seguito alcuni esempi di come Joss Whedon sorprende il pubblico. Sono titoli da mettere alla prova, vedendoli o rivedendoli ancora oggi. Riusciranno ad avere lo stesso effetto?

buffy Joss Whedon

Buffy

Immancabile e necessario esempio di come la tv può rivoluzionare un genere. I vampiri ritornano cool. Non sono più chiusi nei castelli, ma camminano tra di noi. Ma soprattutto l’eroe della situazione non è un uomo dal fare sicuro, ma… una ragazza adolescente. Ecco ogni aspettativa ribaltata.

Whedon capisce che le scuole superiori sono un luogo dell’orrore. Prima la televisione riprendeva i lunghi corridoi, le aule, gli armadietti, con un fare talvolta patinato, più spesso leggero e ottimista. Whedon mantiene la leggerezza, ma vede anche il trauma che vivono i ragazzi e le ragazze che la frequentano. L’incontro con l’altro, il diverso, il proprio posto nel mondo che sembra una meta irraggiungibile. nebulosa, le crisi d’identità, sono elementi che danno vita a una serie che non ha paura di osare. Di puntata in puntata Buffy crea un legame tra i singoli episodi autoconclusivi, giocando con le aspettative e ribaltando continuamente le prospettive.

Quali sono gli episodi imperdibili? Leggeteli quiLa lista (non) definitiva dei migliori episodi di Buffy l’Ammazzavampiri

Firefly

Firefly

Firefly ebbe una vita cortissima, ma riuscì a radunare attorno a sé uno stuolo di fan. Una sfortunata serie cult, seguita dal film “tappabuchi” Serenity. Ma anche un esempio di come Joss Whedon sappia giocare con i generi.

Prende la fantascienza e la mischia con il western, ma usa questo incontro per  interrogarsi sulle questioni filosofiche ed esistenziali, come la morale o l’essere umani. Whedon sostiene che nulla cambierà nel futuro, la tecnologia avanzerà ma avremo sempre gli stessi problemi politici, morali ed etici a cui fare fronte. Ed ecco quindi che la serie diventa uno specchio realistico del presente, liberandosi da qualsiasi nostalgia.

In Firefly non ci sono né alieni né nativi americani in lotta contro i cowboy. I due generi sono presenti e palpitano nella sceneggiatura, ma sono privati di tutti gli stereotipi e le convenzioni tipiche.  La guerra civile americana viene riadattata in un frullato pop irresistibile.

Dr Horrible

Dr. Horrible’s Sing-Along Blog

Dr. Horrible’s Sing-Along Blog è un musical in tre parti distribuito interamente online. Neil Patrick Harris veste i panni di un supervillain dal destino tragicomico. Innamorato pazzo di una donna incontrata in lavanderia, se la contende con il suo più acerrimo rivale, il “buon” Captain Hammer. Ideato in pieno sciopero degli sceneggiatori Dr. Horrible’s Sing-Along Blog fu un geniale tentativo di rivoluzionare la fruizione audiovisiva appoggiandosi al web. Erano altri anni, e queste sperimentazioni furono necessarie per arrivare a comprendere meglio le potenzialità della rete. Fu un capofila importante. Chi se lo sarebbe aspettato da questo divertissement di Joss Whedon?

Quella casa nel bosco

Quella casa nel bosco

Un horror sul meccanismo di scrittura degli horror. Il film diretto da Drew Goddard e scritto da Joss Whedon è un continuo susseguirsi di folli ribaltamenti. Inizia prevedibilissimo: dei ragazzi vanno a trascorrere le vacanze in una casa nel mezzo del nulla, non tutto andrà per il verso giusto. Impossibile prevedere che cosa accadrà dalla metà in poi. Promosso dal marketing come uno splatter duro e puro, gli spettatori in sala hanno trovato una commedia folle e travolgente. Persino gli ultimi secondi distruggono ogni possibile previsione di chi guarda.

Leggi: Quella casa nel bosco merita una serie TV

The Avengers Joss Whedon

The Avengers

Oggi sembra scontato che The Avengers esista. Quando Joss Whedon venne chiamato a dirigere il kolossal dei Marvel Studios il film sui vendicatori era ancora la pellicola che, a detta di tutti, non poteva funzionare. A meno di un miracolo, ovvio. Il mondo era lì, pronto ad osservare la tragica fine di questo ambizioso progetto narrativo sotto il suo eccessivo coraggio. Il regista era inoltre approdato al cinema solamente con Serenity, tutt’altro che garanzia di successo economico. Ma facendo affidamento a una buona scrittura e a uno stato di grazia al montaggio, Joss Whedon ha dimostrato a tutti che si può fare un film con 6 personaggi esuberanti e avere successo. Whedon ribaltò le aspettative: si attendeva un film cupo ed epico, lui lo rese una solare commedia d’azione. Il resto è storia.

The Nevers

 

The Nevers

Ci possiamo finalmente immergere nella nuova creatura di Whedon: The Nevers. L’impronta di Whedon è evidente fin dal primo episodio, che ha scritto e diretto prima della separazione consensuale tra lui e la HBO durante la lavorazione della serie. Rinnovata per una seconda stagione, The Nevers viene ora guidata dallashowrunner Philippa Goslett.

È una storia di donne straordinarie ambientata nella Londra vittoriana vicina a quella crepuscolare amata da Alan Moore. Poteri straordinari, realismo e immaginazione. Riuscirà a stupire come hanno fatto i titoli qui elencati? Staremo a vedere, ma bastano solo i primi 4 minuti, praticamente fatti di sola musica, del primo episodio a far ben sperare. Le streghe (con una patina steampunk) potrebbero avere ancora molto da dire!

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