La notizia della settimana - Come sta Nintendo?
Wii U in lento miglioramento: ma se dovesse comunque fallire, porterebbe Nintendo nella fossa? La risposta potrebbe sorprendervi

Non passa ormai settimana che non escano notizie relative alle performance, in termini di vendite, di Wii U e, più in generale, allo stato finanziario di Nintendo. Questa settimana l'ultimo aggiornamento: nel terzo quarto dell'anno, da luglio a settembre, l'azienda giapponese ha venduto 300.000 console, un netto miglioramento rispetto alle 160.000 dei tre mesi precedenti, con un aumento dell'87% tra i due periodi. Un dato incoraggiante, ma comunque non ancora positivo: una media di 76.666 unità vendute al mese, negli ultimi sei, a livello globale, è decisamente bassa, senza se e senza ma. Le scarse vendite della console hanno ovviamente provocato delle perdite ingenti per la compagnia di Kyoto: da aprile a settembre, circa 237 milioni di dollari.

Con un simile scenario, i soliti profeti si affacciano all'orizzonte e lanciano i loro proclami, affermando senza dubbio alcuno che Nintendo è destinata ad una brutta fine. E' una tiritera che ascoltiamo ormai da anni, persino nel periodo in cui Wii macinava volumi di vendita impressionanti. Come poi non ricordare le ridicole previsioni riguardo un disastroso avvenire per Nintendo 3DS, che invece ha piano piano ingranato ed ora procede su numeri ottimi, grazie al traino di titoli come Animal Crossing e Luigi's Mansion: Dark Moon, e che sicuramente di qui a Natale, complice la recente uscita di Pokémon X e Y, furoreggerà su tutti i mercati. Insomma, ad una domanda riguardo una prematura dipartita della compagnia, la nostra risposta sarebbe solo una: nemmeno per idea.
Il motivo principale: Nintendo è un'azienda sana. Produce solo ed esclusivamente console e videogiochi, quindi non è molto salutare andare in perdita e rimanervi a lungo, come invece Sony e Microsoft da anni fanno con i loro reparti videoludici, ma è sempre stata gestita in maniera oculata, dal punto di vista finanziario come da quello amministrativo, e dispone di ingenti risorse economiche. Una sola cifra: circa 11 miliardi di dollari di depositi bancari. Più altri 6 tra azioni, strutture, e quant'altro. Può permettersi, anche se non glielo si augura, persino il mancato successo di Wii U. E del suo successore. Può permettersi di perdere soldi ai ritmi attuali ed arrivare attorno al 2070, per avere una idea.L'ormai prossimo periodo festivo segnerà senza dubbio una linea di demarcazione tra la possibilità di riscatto della console ed il protrarsi della situazione attuale: la sensazione è quella che un prezzo attraente ed una line up comprensiva di tutti i titoli third party più rilevanti (Call of Duty: Ghosts, Assassin's Creed IV: Black Flag, Batman: Arkham Origins, con la sola eccezione di Battlefield 4) e soprattutto del nuovo Super Mario 3D Land potrà attirare molti consumatori, ma anche se la console non dovesse farcela a rialzarsi difficilmente Nintendo mollerà la presa: ha coraggio e solidità, ha ottenuto successi strepitosi così come fallimenti, ma è sempre stata capace di gestire momenti di difficoltà, proprio grazie al suo capitale economico e umano. Inoltre, tiene ben alta la bandiera della sua diversità, in un'industria che ormai si omologa su determinati generi e tematiche, pertanto avrà sempre e comunque una sua fetta di giocatori.
Nintendo sta bene, magari non benissimo, ma non è ancora arrivato il momento di scrivere il suo epitaffio.