La notizia della settimana - Cosa serve per vendere una console?
Le recenti affermazioni di Nintendo UK sulle performance di Wii U stimolano una riflessione

Accade che nella stessa settimana una rappresentante di Nintendo UK dia la colpa delle scarse vendite di Wii U ad una campagna marketing errata e che l'uscita di The Legend of Zelda: The Wind Waker HD, riedizione in alta definizione dello storico episodio per GameCube, faccia aumentare le vendite della stessa console del 685%, con un altro rappresentante della filiale britannica dell'azienda di Kyoto che afferma come sia il software a vendere l'hardware.

Evidentemente, entrambi questi assunti sono, almeno parzialmente, veritieri. Per mesi e mesi, ed ancora oggi probabilmente, il giocatore occasionale ha faticato a vedere Wii U come una nuova console, a causa della sbagliata strategia di comunicazione di Nintendo, che non ha saputo subito tracciare una linea di demarcazione tra Wii ed il suo successore. La differenza tra le due macchine è nota ed evidente solo al giocatore scafato, che oggi non rappresenta più il punto di riferimento del mercato; è vero, è il tipo di consumatore che spende di più, ma spalma le sue risorse economiche su una vasta schiera di titoli, che comprende certamente le grandi ed enormemente pubblicizzate produzioni, ma anche titolo decisamente di nicchia, e spesso possiede più di una piattaforma di gioco. E, soprattutto, è una minoranza. Può comprare The Wind Waker, ma serve che lo stesso gioco lo comprino anche altri.
Affermare che il software venda l'hardware può sembrare una cosa ovvia, ma non è totalmente vero. Avere una vasta line up aiuta senz'altro, ma l'ampiezza dell'offerta non è elemento dirimente. Wii, per fare un esempio, ha venduto un'enormità grazie a quattro titoli, sostanzialmente: Wii Sports, incluso nella confezione, Wii Party, Mario Kart Wii e Wii Fit. Non Super Mario Galaxy, non The Legend of Zelda: Skyward Sword, non Metroid Prime 3: Corruption. E non è solo questione di titoli e piattaforme Nintendo: sulle concorrenti i giochi che vendono son sempre gli stessi, da Call of Duty a FIFA a GTA, e poi magari succede che Eidos si lamenti delle scarse vendite dei reboot di Tomb Raider e Devil May Cry, le prenotazioni di un titolo molto promettente come Titanfall non siano entusiasmanti e THQ, un publisher da sempre dedito ai titoli di media fascia, fallisca. Come facevamo notare alcune settimane fa, quando Pikmin 3 fece segnare un aumento delle vendite di Wii U, il rapporto vendite gioco/vendite console doveva essere valutato nel lungo periodo, non in quella singola settimana, ed infatti di lì a pochi giorni la situazione tornò ad essere quella di prima, con vendite dell'hardware modeste.Dove vogliamo arrivare? Sembra ormai evidente come il mercato negli ultimi anni sia cambiato radicalmente. C'è bisogno di indovinare il titolo giusto per vendere l'hardware, o dell'usato sicuro, inteso come i brand di massa. Nintendo lo sta capendo a suo discapito (a onor del vero Iwata stesso fu il primo a riconoscere che Wii U aveva bisogno del suo Wii Sports), e vedremo tra una settimana se basteranno i roboanti numeri della riedizione di The Wind Waker per risalire in maniera decisa la china (difficile). E Sony e Microsoft? I preorder delle console stanno andando bene, ma son le prenotazioni dei giocatori più appassionati, che come abbiamo detto ormai non fanno il mercato; dopo alcuni mesi dal lancio di PlayStation 4 e Xbox One, come andranno realmente le cose, con tutti i titoli di riferimento disponibili anche sulle console di quella che sarà la generazione passata, ancora in possesso dei più? Secondo noi, non alla grandissima, poi magari il tempo ci smentirà.