La notizia della settimana - Dopo il briefing finanziario di Nintendo

Un giorno troverò qualcosa di interessante da scrivere qui dentro.


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Una riflessione su quanto annunciato da Satoru Iwata nel corso dell'incontro con gli azionisti

Sembrava che il 30 gennaio sarebbe dovuto essere il giorno del giudizio per Satoru Iwata e, più in generale, per le alte sfere di Nintendo. Dopo la disastrosa revisione delle previsioni di vendita di alcuni giorni fa molti pensavano a grossi cambiamenti all'interno della compagnia, cambiamenti che invece si faranno ancora attendere: Iwata si è ridotto lo stipendio della metà, con lui (ma del 30%) figure importanti come Shigeru Miyamoto e Genyo Takeda, ma tutti sono rimasti al loro posto dopo il briefing finanziario di ieri, che è invece servito a chiarire quelle che saranno le linee guida della compagnia nel breve e nel lungo termine.

Il problema a Kyoto si chiama Wii U, è risaputo, ma è forse la prima volta che Iwata ha affermato: “non sta bene”. Poco più di un anno di vita, più della metà trascorsa aspettando titoli di rilievo: questo è stato il grande problema della console, problema che probabilmente si ripresenterà dopo l'uscita di Donkey Kong Country: Tropical Freeze (previsto per fine febbraio, e seguito dal vuoto nel calendario delle uscite). Non era certo un briefing finanziario il momento in cui annunciare novità, ma al di fuori delle rassicurazioni, ormai solite, dell'amministratore delegato, e dell'annuncio dell'uscita di Mario Kart 8 a maggio, niente è stato detto né accennato riguardo i prossimi mesi. Ci sentiremmo di ipotizzare una prima metà dell'anno simile a quella 2013, con le uscite maggiormente concentrate nella seconda (Super Smash Bros., Bayonetta 2, X), e di certo non è questa una situazione che può invogliare i giocatori ad acquistare la console.

Per tentare di arginare le falle nella nave Wii U arriveranno anche i giochi per Nintendo DS su Virtual Console. Una mossa del genere probabilmente se l'aspettavano in pochi, e suscita qualche perplessità in virtù del fatto che si parla di una console che ha venduto vagonate di unità (150 milioni circa) ed i cui titoli sono ancora facilmente reperibili, ma a qualcosa in più nessuno dovrebbe mai dire di no. Hanno fatto alzare un sopracciglio anche le dichiarazioni riguardo la volontà di sfruttare maggiormente le potenzialità del GamePad, non perché questo sia sbagliato, anzi, Nintendo è tenuta a mostrare quello che ritiene essere il punto di forza della propria macchina, ma perché sono state proferite come se i problemi della console fossero realmente tutti lì, e non in molte altre questioni, dal rapporto con le terze parti all'infrastruttura online, dall'errata comunicazione alla penuria di titoli.

Al termine del briefing Iwata ha richiamato un concetto di certo rilevante per Nintendo, soprattutto negli ultimi tempi, nella produzione di titoli particolari, come Brain Age e Wii Fit, ma sul quale non era ancora stato posto il focus nella maniera in cui poi ha fatto: quello di qualità della vita. L'amministratore delegato ha annunciato che Nintendo creerà una nuova piattaforma, indipendente dalle console di gioco attuali, habitat naturale di queste produzioni, e che sarà attorno al concetto di salute che verranno realizzati i primi progetti. La compagnia di Kyoto pensa di recuperare in questo modo l'enorme utenza di non giocatori che, per vie traverse, aveva avuto accesso alle sue console, ma rischia seriamente di non centrare il bersaglio, per due ragioni: Nintendo non è un'azienda enorme, e risorse umane e finanziarie investite in questo nuovo progetto potrebbero danneggiare lo sviluppo di console e titoli nuovi; inoltre, la sensazione è che il successo di titoli come Wii Fit e Brain Age sia stato occasionale e non ripetibile, come dimostrerebbe l'impatto praticamente nullo di Wii Fit U sulle vendite della nuova home console.

In definitiva, le strategie di Nintendo per il futuro non ci hanno convinti. Riguardo i problemi annosi, quelli derivanti dall'epoca Nintendo 64, per intenderci (sostegno terze parti su tutti), Nintendo continua a rimanere in un'indifferenza totale; riguardo quelli più recenti (penuria di titoli), saprebbe cosa fare, ma non sembra essere in grado di farlo. Lanciare una nuova piattaforma in una situazione del genere potrebbe essere estremamente dannoso per il business della compagnia, o magari tramutarsi in un ennesimo successo a base di meme nei quali vengono stampati soldi. Ma quei tempi, in verità niente affatto remoti, sembrano essere passati da un pezzo.

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