La notizia della settimana - Il possibile ritorno di Red Dead

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Considerazioni e ipotesi sul ritorno della serie, voluto da Take-Two

Take-Two che annuncia ufficialmente di voler rimettere in carreggiata la serie di Red Dead è una notizia che non poteva non prendersi gli onori della nostra rubrica settimanale. Red Dead Revolver è stata una piacevole introduzione al mondo del west in chiave videoludica, Red Dead Redemption la sua totale messa in opera, un progetto imponente che s'è guadagnato il plauso unanime della critica e del pubblico. Ora sappiamo che, prima o poi, un nuovo titolo ambientato tra cittadine polverose, miniere abbandonate e, soprattutto, terre sconfinate, arriverà nelle nostre mani. Forse, aggiunge Take-Two, con una cadenza più costante rispetto ai sei anni intercorsi tra i due titoli.

Progetti, certo, ma comunque non possiamo fare a meno di provare una certa emozione nel pensare come la frontiera possa essere portata sulle macchine di prossima generazione. Spazi sconfinati, ambientazioni varie, una natura rigogliosa: tutto quello necessario a costruire un titolo open world; e poi sparatorie, duelli, assalti alle diligenze o ai fortini: tutto quello necessario a costruire un western. Se in Red Dead Revolver l'anima pulsante è quella degli spaghetti western, con personaggi sopra le righe e situazioni volutamente esagerate, raccontati da una colonna sonora che prende di peso brani dai film del genere, in Red Dead Redemption c'è molto di Peckinpah e del suo western crepuscolare, ma le sue tematiche fanno fatica ad esser trattate, e difficilmente si può inquadrarlo come un titolo di genere. Il nuovo episodio della serie, nei nostri sogni, potrebbe essere una sintesi tra la sostanza dei suoi predecessori, magari smussando gli eccessi del primo ed implementando la poderosa costruzione di gioco, storia e ambientazioni del secondo. Rockstar ne è capace, a patto di avere il tempo necessario a farlo.

Qui entra in gioco un'altra riflessioni che vogliamo fare, quella che rende la notizia, per alcuni versi, preoccupante. Come detto, il team di sviluppo americano è perfettamente in grado di gestire grossi progetti, come testimonia la sua storia: una costante dello sviluppo di Rockstar è stata sempre, però, la volontà di fare un passo alla volta, di affrontare una sfida e prendersi il giusto tempo per portarla a termine. La volontà, da parte di Take-Two, in quanto publisher, di dare una maggiore serialità alla saga è comprensibile, ma ciò non deve avvenire a discapito della qualità del prodotto finale. Troppe volte, ultimamente, abbiamo visto saghe rovinate da publisher troppo pressanti: auguriamoci che questo non debba ripetersi con la serie di Red Dead.

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