Provato - Ghost Recon: Future Soldier - Fantasmi in azione
Provata la Closed Beta del comparto multigiocatore
La closed beta di Ghost Recon: Future Soldier rappresenta l’ultimo passo verso l’imminente distribuzione dello sparatutto tattico in terza persona firmato Ubisoft, atteso sugli scaffali il 24 Maggio. Dopo aver provato due missioni della campagna singolo giocatore e la modalità cooperativa online Guerriglia, ci siamo concessi qualche ora per testare il comparto online competitivo. La versione di prova, disponibile tramite codice apposito su Xbox Live e Playstation Network, ha aperto ai partecipanti due mappe e una sola modalità, nota come Conflitto.
Le regole alla base di questa stipulazione confermano l’enfasi sulla cooperazione voluta dagli sviluppatori, che si estende così ad ogni declinazione del gameplay: obbiettivi dinamici si susseguiranno senza soluzione di continuità, costringendo le due squadre avversarie a confrontarsi sulle mappe di medie dimensioni, ora per “attivare” specifici dispositivi e difenderli, ora per conquistare un fazzoletto di terra e mantenerne il controllo.
Oltre a supportare la cooperazione tramite l’interfaccia, gli sviluppatori si sono adoperati per renderla assolutamente necessaria: i “lupi solitari” non avranno molta fortuna in Ghost Recon: Future Soldier, dato che il gameplay è stato bilanciato proprio per evitare isolati exploit di singoli, destinati a finire molto presto (nel sangue).
Le due mappe finora disponibili hanno dimostrato un design nella media, solide quanto a concept ma senza particolari guizzi di originalità. Il sistema di coperture è adeguatamente supportato dalla presenza di un gran numero di ripari e dislivelli, ottimi per dare chance ad ognuna delle tre classi. Queste ultime, Fante, Cecchino e Ingegnere, differiscono naturalmente per equipaggiamento e ruolo sul campo di battaglia. Contrariamente a quanto spesso accade negli sparatutto militari, il cecchino si presenta come un buon trampolino di lancio per i giocatori alle prime armi. Questo è dovuto innanzitutto alla facilità d’utilizzo del fucile di precisione standard, che è in grado di sparare a ripetizione 9 proiettili, non presenta grande rinculo e garantisce un forte output in termini di danno.
Paragonabili quanto a dotazione, sebbene chiaramente il fucile del fante sia più performante a distanze medie, le due restanti classi differiscono per la capacità dell’Ingegnere di lanciare sul campo dei sensori a mò di granata, utili a dare alla squadra un’idea precisa delle posizioni dei nemici, rappresentate da chiare silhouette.
Con il continuo cambio di obbiettivi, la modalità Conflitto riesce a garantire buon ritmo alle partite. Un po’ di frustrazione potrebbe tuttavia rovinare la festa ai gruppi disorganizzati. La comunicazione verbale è infatti quasi indispensabile per completare gli obbiettivi, dato che l’attivazione dei dispositivi richiede sempre molto tempo e non permette a chi se ne occupa in prima persona di difendersi, rendendo necessarie buone tattiche di copertura da parte del resto della squadra. La cooperazione rimane il focus principale del titolo, confermando come i ragazzi dei tre studi Ubisoft abbiano lavorato bene per renderla tanto supportata quanto necessaria per padroneggiare a dovere il gameplay.
L’ottimizzazione è già a buon punto, confermata da una grafica nella media, discreta quanto a design, downgradata rispetto al single player ma capace di buona fluidità. Non manca qualche incertezza nel NetCode, tra cui sporadiche disconnessioni e hitbox non sempre precise, la speranza è naturalmente che questa fase di beta serva proprio a limare questi difetti.
Se il bilanciamento e la pulizia del codice verranno portati avanti bene in queste ultime settimane che separano il prodotto dal lancio, Ghost Recon: Future Soldier avrà senza dubbio ottime chance di farsi apprezzare dal vasto pubblico appassionato di sparatutto militari, offrendo perdipiù un gameplay impegnativo e assolutamente da godere in compagnia di amici. A presto per la recensione, come sempre su queste pagine.